“Non esistono parole per esprimere la mia gratitudine nei confronti delle ragazze. Solo un grazie per aver lottato fino alla fine e per aver raggiunto insieme questo traguardo”. Sono parole vere, cariche di commozione, quelle pronunciate da Maria Grazia Barberis, manager del Rhibo La Loggia campione d’Italia per la seconda stagione consecutiva e per la seconda volta nella sua storia. L’allenatrice è stata senza dubbio una delle protagoniste dello scudetto, con la sua grinta e la sua esperienza, con la sua capacità di trasmettere motivazione in partita e durante la settimana e con la sua prontezza nel leggere le diverse situazioni di gioco, per proporre la soluzione tattica vincente. Proprio una sua intuizione ha indirizzato domenica l’esito di gara 4, quella rivelatasi decisiva nella serie finale contro Bussolengo. “L’avvio di match è stato difficile, per la tensione e per un episodio sfortunato che ci ha costrette dal principio a inseguire nel punteggio” racconta Maria Grazia Barberis, “la nostra lanciatrice americana era molto tesa, così ho deciso di rimettere in campo Elisa Brandino e provare il “gioco corto”; una scelta rischiosa che però ha pagato. Con il passare del tempo abbiamo preso fiducia, le nostre avversarie si sono disunite e l’incontro è scivolato dalla nostra parte”. Con il punto del 3-1 il Rhibo La Loggia ha chiuso un fine settimana da sogno, iniziato però con premesse tutt’altro che incoraggianti: “gara 3 è stata dominata dalla tensione” spiega coach Barberis, “la voglia di vincere era tanta ma abbiamo giocato agitate e contratte, come dimostrano le due sole valide. Per fortuna la squadra ha saputo reagire alla grande”.
Il rifiuto della sconfitta e la capacità di rialzarsi sono state per tutto il campionato le qualità migliori delle biancoviola, protagoniste di una stagione molto più complicata rispetto a quella passata ma conclusa con lo stesso trionfo. “Le ragazze sono state stupende” prosegue il manager, “si sono compattate nei momenti difficili, si sono sempre allenate con determinazione e impegno e hanno raggiunto l’obiettivo. Il titolo è stato anche più bello di quello conquistato nel 2013, perché più sofferto e per certi versi frutto anche di improvvisazione. L’anno scorso tutto era funzionato a meraviglia, quest’anno invece abbiamo trovato diversi intoppi”.
Su tutti gli infortuni, come quello di Michela Musitelli; nel mese di aprile, prima che arrivasse Lindsey Beisser, l’unica lanciatrice è stata Elisa Brandino, costringendo Maria Grazia Barberis a “inventare” l’altra americana Jessica Camello in quel ruolo. “Non partivamo favorite per il titolo, Bussolengo era stata costruita per vincere. Ma dopo la semifinale vinta contro Forlì ho capito che potevamo farcela. E poi abbiamo potuto contare per tutta la stagione su un pubblico straordinario”.
Che proprio nel momento clou ha fatto sentire tutto il calore e l’affetto possibili. “Sabato molti tifosi ci hanno seguito in Veneto, nonostante le previsioni fossero di pioggia e quindi di rinvio della partita. Così è stato, qualcuno è dovuto tornare a La Loggia ma altri si sono fermati con noi fino a domenica, spingendoci fino alla vittoria. E al ritorno a casa abbiamo ricevuto la fantastica accoglienza dell’intero paese, che ha sempre creduto in noi”.
Ma per Maria Grazia Barberis e per la sua squadra le emozioni del 2014 non sono ancora finite, anzi, il bello forse deve ancora arrivare. “Abbiamo raggiunto il primo obiettivo stagionale. Dopo questa settimana di relax torneremo in campo per preparare la Coppa Italia e soprattutto la Coppa dei Campioni di settembre”. Quattro giocatrici loggesi saranno inoltre impegnate con la nazionale ai Mondiali di Harleem (Olanda). Ma prima di pensare al futuro è giusto prendersi qualche giorno per ripensare al successo: “sono nata in questo paese e ho iniziato a giocare a softball da ragazza” conclude il coach, “è trent’anni che alleno e con questo team sono passata dalla serie B all’A2, fino alla massima serie, accarezzando più volte il sogno del titolo. Quest’anno è arrivato e posso dire di aver vissuto la soddisfazione più grande della mia carriera”.