“Con il suo tasso di riuscita del 99,7%, il modello finlandese di scuola obbligatoria ha dei buoni motivi per fare sognare. E’ difficile quindi non cercare di trovare in questa scuola qualche spunto che ci aiuti a combattere la selezione e i fallimenti del nostro sistema scolastico”. (e questo vale anche per la situazione italiana)
Ecco quanto dice Claude Antilla:
Valutazione ponderata e programmi flessibili
Tutto questo è sufficiente per garantire il successo a tutti?Bisogna considerare un insieme di cose: la valutazione e i programmi sono pensati in modo diverso rispetto alla Francia. Non c’è valutazione degli alunni prima che compiano 10 anni e si ricorre molto all’autovalutazione. Dopo, i voti vanno dal 4 (insufficiente) al 10. Ma non si lasciano indietro i bambini che hanno preso 4: si fa di tutto per aiutarli a migliorare. E alla fine tutti arrivano alla sufficienza! In realtà non si valuta la performance scolastica, ma piuttosto il grado globale di riuscita, tenendo conto sia delle capacità sia dell’impegno di ciascun bambino. E a volte si trovano soluzioni impreviste: così per esempio si è utilizzata la tecnologia digitale per aiutare i maschi che sono più in difficoltà delle femmine, e si sono ottenuti buoni risultati. Oggi sono le bambine ad essere più indietro dei maschi, perché hanno più difficoltà a familiarizzare con questi strumenti che a loro sono meno congeniali che ai maschi.
Contenuti e metodi sono molto liberi perché non c’è una valutazione nazionale. Ma per la licenza dell’obbligo, l’alunno deve raggiungere un livello medio in tutte le discipline, che sono varie e molteplici, affinché ciascuno possa trovare quelle che gli sono congeniali. I programmi sono meno rigidi: si attribuisce una quota oraria a ogni materia e degli obiettivi di apprendimento. Si definiscono le competenze e il saper fare che devono essere acquisiti, senza dettagliare i contenuti. Questo quadro di riferimento è oggetto di consultazione molto frequente soprattutto da parte delle équipe comunali, che in genere sono insegnanti messi a disposizione per redigere i contenuti, poi ciascun gruppo di insegnanti l’affina in funzione della propria popolazione scolastica. E’ una gestione molto decentralizzata.
Credetemi, non sono sogni....ma tutto questo succede davvero....io ci sono stata!
Potete leggere tutta l'intervista, con altri spunti per riflettere, qui
Aggiornamento del post : Palmy nei commenti ha fatto riferimento alla valutazione "migliorativa" prevista dalla Montessori e dal suo metodo. Le ho chiesto di mandarmi degli approfondimenti che aggiungo qui...
"Nell’attività di verifica e valutazione dell'alunno, consideriamo i seguenti aspetti:
- capacità di scegliere autonomamente una attività;
- tempo di concentrazione;
- ripetizione dell’esercizio;
- capacità di svolgere organicamente l’attività;
- capacità di portare a termine in modo autonomo il lavoro intrapreso;
- livello di autostima;
- rapporto con gli altri;
- rispetto delle regole;
- disponibilità e partecipazione.
Può essere utile l’adozione di griglie di osservazione, le quali, partendo dall’anamnesi personale e socio-familiare del bambino, diventino una guida di rilevazione, descrizione e interpretazione del processo evolutivo, psicologico e culturale, di ciascun bambino. Ciò darà luogo in pratica a quel diario psicologico o a quella carta biografica che la Montessori propose a suo tempo, purtroppo inutilmente, considerato che ancora oggi la verifica e la valutazione sono centrate in modo assoluto sul risultato-prodotto e non sul soggetto-produttore, valorizzando in modo esclusivo la dimensione ricettiva ed apprenditiva della personalità infantile."
Grazie Palmy!