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Sogno di una notte di mezza sbornia

Creato il 10 aprile 2011 da Sabato83

Sogno di una notte di mezza sbornia

Credo che l’idea di far ricadere la scelta su questo copione, sia stata la migliore. Uno spettacolo che Eduardo riadattò da una pièce di Athos Setti intitolata “L’agonia di Schizzo”, divertente, leggero e senza troppe pretese. Non capisco, però, la scelta del regista di inserire le scene, all’inizio e alla fine dello spettacolo, di Dante e Virgilio. Non la metto in discussione, non mi compete, ma credo che un testo più che allungato, andrebbe ridotto. Il teatro, oggi, richiede spettacoli non troppo lunghi. Due ore sono già troppe. Inoltre non ho capito il perché dell’utilizzo del buio tanto lungo per scandire il tempo, che ha solo creato dei lunghi tempi morti, che personalmente hanno annoiato, ritornando al concetto di cui sopra.
Detto questo, penso che gli attori si siano comportati bene. I due che interpretavano il cameriere e l’americano, sono stati i migliori come caratterizzazione del personaggio. Molto meno l’autista. Molto bravi anche i personaggi di Pasquale e moglie che hanno condotto con molta disinvoltura l’intero spettacolo, anche se un po’ di velocità in meno nel parlare, avrebbe giovato molto nella comprensione di molti passaggi. C’è da dire che la sala non rendeva per niente acusticamente, creando momenti in cui alcuni passaggi erano incomprensibili.
Insomma, una migliore attenzione della regia, con uno studio tecnico sull’impostazione vocale, potrebbe far migliorare nettamente l’intero gruppo, che di suo ha buone qualità.

TRAMA Pasquale Grifone, che vive in un basso con la sua famiglia, riceve in sogno la visita di Dante Alighieri. Il poeta suggerisce all’uomo, annebbiato dai fumi dell’alcol, tre numeri da giocare al lotto, ma sottolineando che essi rappresentano anche la data della sua morte, che avverrà a breve. Dopo poco tempo, come aveva predetto Dante, i numeri vengono estratti davvero e Pasquale vince una somma considerevole, ma la felicità è offuscata dal dubbio che la predizione fosse giusta anche sulla data della sua dipartita. La famiglia si trasferisce in un costoso appartamento e tutti i componenti, ma in particolare sua moglie Filomena, si comportano, ora, come dei gran signori. L’unico che non riesce a gioire della nuova vita è, ovviamente, Pasquale, terrorizzato dalla sua “imminente” morte. A nulla valgono i tentativi di sua moglie, di suo figlio Arturo e di sua figlia Gina, volti a spazzar via quella che considerano una sciocca superstizione. Il giorno annunciato da Dante, però, la famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli sono gli ultimi momenti di vita del padre di famiglia, anche perché Pasquale sostiene di sentirsi molto male. Si attende soltanto l’ora stabilita (le tredici) e, al suo scoccare, Pasquale, preso dal terrore, sviene ed è considerato morto. Entra quindi in scena il medico, il quale si rende conto immediatamente che Pasquale è vivo e vegeto. Questi, preso dall’euforia, invita il medico a pranzo per festeggiare lo scampato pericolo, ma il medico declina l’offerta sostenendo di avere un impegno proprio alle ore tredici. Pasquale e la famiglia lo invitano a rimanere, convinti che le tredici siano ormai passate, ma il medico è implacabile: alle tredici mancano ancora cinque minuti.

DI Eduardo De Filippo | REGIA Andrea Palestra | COMPAGNIA La Combriccola Bianco-Verde | TEATRO Auditorium ITC M. Della Corte – Cava de’ Tirreni | DATA 09/04/2011


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