La guerra viene inculcata dentro di noi attraverso l'educazione e la propaganda mediatica (che ne è parte integrante) e ci rende strumenti al suo servizio e molto opportunamente in Warology si afferma che "se ciascuno di noi decidesse di non far più guerra a quelli che ha intorno, probabilmente la cosa risulterebbe favolosamente contagiosa."
Ma le guerre del futuro non contempleranno necessariamente le azioni militari e l'uccisione del nemico, al fine di ottenere la conquista dei territori. Saranno anche guerre condotte da eserciti invisibili che usano l'arma della manipolazione di massa, per soggiogare, anziché uccidere, i nemici/consumatori e conquistare sempre nuove fette del mercato globale. Sostituendo così il rischio di perdere la vita di fronte ad una baionetta, con quello di perdere la capacità di giudizio e la libertà di scelta di fronte ad uno schermo lcd.La sfida rimane sempre quella di riuscire a liberarci dal nostro destino di vittime sacrificali, acquisendo conoscenza e consapevolezza dei fili invisibili che guidano la nostra esistenza, affinché essa sia funzionale agli interessi dei burattinai. E' possibile reagire ai condizionamenti, anche qualora ci tempestino fin dalla più tenera età, ma l'operazione costa sudore e fatica e svestire i panni di vittima è difficile almeno quanto svestire quelli da soldato, soprattutto per noi che vittime e soldati lo siamo contemporaneamente.L'umanità è infine in guerra anche contro la biosfera che la ospita. La natura, il clima, gli animali, sono nemici da soggiogare e piegare alla nostra volontà, attraverso l'arma della tecnologia. E più la tecnologia diventa potente e sofisticata, più l'uomo acquisisce il convincimento di avere vinto sempre nuove battaglie, senza rendersi minimamente conto che sta perdendo l'unica guerra che conti, quella per la sopravvivenza.Ma anche la natura, attraverso il controllo climatico e la manipolazione batteriologica, può diventare un'arma micidiale, dal momento che cicloni, terremoti ed epidemie hanno potenzialità distruttive superiori a quelle degli ordigni atomici. Facendo si che ogni percorso circolare ci riporti al punto di partenza, a quella guerra che ci hanno addestrato a vincere, pur sapendo che all'interno di ogni guerra si cela solamente la sconfitta.
Warology
di Marco Cedolin
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