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Soldato semplice

Creato il 01 aprile 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

22162_bigCevoli e l’incapacità di misurarsi con il cinema dei “grandi”

Film d’esordio del comico romagnolo Paolo Cevoli, Soldato semplice cerca di portare un po’ d’ironia tra gli avamposti alpini della Grande guerra, ma sembra eccessivamente fuori luogo.

Il maestro elementare Gino Montanari si arruola nell’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale. Le sue avventure lo portano a incontrare un cattivo sergente, un manipolo di soldati e Aniello, un giovane originario di Capri, che rivede in Gino la figura paterna che non ha mai conosciuto.

Il cinema non sembra proprio l’habitat naturale di Cevoli, inoltre il tema trattato (la Prima guerra mondiale) non pare terreno fertile per l’umorismo della Riviera. Dopo aver visto la pellicola le remore iniziali sono state confermate. Difatti Soldato semplice accatasta gag a drammaticità appena sussurrata ed esibisce un contesto eccessivamente gioviale, che cozza pesantemente con la disturbante realtà storica. La mente va immediatamente a un altro prodotto che è uscito recentemente in sala: il film in questione è Torneranno i prati di Ermanno Olmi (non il migliore Olmi, ma pur sempre un prodotto di livello). In questa pellicola l’immobilismo tragico è la cifra stilistica riconoscibile, mentre in Soldato semplice il dramma della guerra non è l’aspetto più importante. Anzi l’obiettivo principale del film di Cevoli è sdrammatizzare il più possibile ma, non sfociando nella comicità quasi sbraitata e parodistica, si rivela debole, sterile umorismo diversamente accattivante.

Esibendo un insegnante libertino, antimonarchico, pacifista e che rinnega Cuore di De Amicis (“bibbia” che classifica i valori fondamentali dell’italiano devoto), Soldato semplice racconta la guerra in modo troppo semplicistico, quasi come se il regista fosse poco interessato alla stessa. E questa affermazione si porta appresso una domanda che si pone alla base della realizzazione del film: perché parlare della Prima guerra mondiale? A pellicola conclusa Cevoli fuga ogni dubbio e dedica la sua opera al nonno Pietro (eliografista dell’esercito italiano). Di conseguenza l’intento finale di Cevoli è quello di omaggiare, di ricordare le gesta militari del suo progenitore. Peccato che Soldato semplice non sia più di questo. Un film inutile e che molto probabilmente non serviva.

Uscita al cinema: 2 aprile 2015

Voto: *1/5


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