Francesco Costantino per La Meta. Un bell’articolo davvero.
In Francia esiste la Direction nationale d’aide et de contròie de gestion. Un organismo che ha il compito di certificare che le squadre francesi del Top 14 e della ProD2 rispettino i parametri fissati per partecipare ai rispettivi campionati. Un garanzia nei confronti dei giocatori e del movimento intero. Chi non è a posto con i conti subisce pene durissime che vanno dalla penalizzazione in classifica fino alla retrocessione. Perché da noi questo
non succede?
IL PARADOSSO ITALIANO. Perché, prima di tutto, in Italia non esiste il professionismo, Con tutti gli obblighi che questo status impone alle gestioni delle società. I giocatori si lamentano dei mancati pagamenti e hanno ragione ma, dati alla mano, quante squadre sono a posto con i conti a oggi? Questo per dire che scommettere su una vita sostenuta dal rugby è pura follia. E se arrabbiarsi per un contratto disatteso è legittimo (oltre che legalmente inaccettabile) non è altrettanto capibile l’atteggiamento di chi fa finta che non esista un mondo reale atteggiandosi ancora adesso a “giocatore professionista”. (…)
E se ci si impegna a corrispondere un emolumento bisogna poi impegnarsi a farlo. Sembra un concetto lapalissiano ma in Italia non è così.
LA SITUAZIONE È PESANTE. Quante sono le squadre di Eccellenza che, a oggi 29 luglio, hanno saldato tutte le mensilità della passata stagione? Sarebbe bello rispondere ma qui ci troviamo nel campo delle ipotetiche della realtà.
L’unica cartina tornasole è quella legata ai giocatori. Che parlano e aspettano di vedere i soldi. Spero di essere smentito da un bilancio ufficiale e dalle lettere degli atleti che dichiarano di avere preso tutto ma sono pronto a dire che i Crociati, ad esempio, sono tra le società meno virtuose del campionato con emolumenti pagati fino al dicembre 2011! Ma stiamo scherzando? E per carità cristiana taccio di tutti quei club che si guardano bene dal
saldare il pregresso (premi compresi) pur allestendo senza grossi impedimenti la rosa per la nuova stagione. In tutto questo la federazione tace. E se ne frega. Anzi, diventa addirittura complice. Prendiamo il caso Aironi. Molti tesserati hanno lamentato pesanti ritardi (non ultimi, in una dura lettera mandata ai giornali, i dipendenti della franchigia) ma da Parma (sede della FIR fino al prossimo 15 settembre) nessuno ha mai considerato la possibilità di escutere la fideiussione (assicurativa e non bancaria…) che i Melegari avevano posto a garanzia. Perché quei soldi non sono stati pretesi e ottenuti?
(…) non è moralmente accettabile far partire sullo stesso piano le società che, con grandi sacrifici, hanno pagato tutti i loro “dipendenti” con quelle che, invece, continuano a proporre fantomatici piani di rientro.
(…) La matematica non è un’opinione mentre il rigore e la serietà, quando si parla di rugby italiano, paiono esserli.