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Sondaggi. Pdl primo, Pd secondo, M5S terzo in calo di due punti. Scelta Civica, prefisso telefonico. Seguono gli altri in ordine sparso. E oggi tutti a Brescia, c'è il Silvio-Day.

Creato il 11 maggio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Sondaggi. Pdl primo, Pd secondo, M5S terzo in calo di due punti. Scelta Civica, prefisso telefonico. Seguono gli altri in ordine sparso. E oggi tutti a Brescia, c'è il Silvio-Day.Era nell'aria ormai da settimane, ma gli ultimi sondaggi di Swg sembrano delineare una situazione destinata a durare nel tempo e che, se non cambia la legge elettorale, ci porterebbe a secoli di governi senza una maggioranza definita. Lo scarto fra il Pdl è il Pd (seppur in leggera crescita), è sempre di tre punti: non bastano. Se dovesse cadere LettaLetta, e restare la Porcellum, assisteremmo alla stessa pantomima di queste settimane, ma a ruoli invertiti. A chi giova? Bersani dice: “Vèh... ragassi, il Pd non è così caotico”. Ormai la macchietta di se stesso, il galantuomo che ha dilapidato in un amen il patrimonio di primarie trionfali con una campagna elettorale demenziale (lo spot “lo smacchiamo” è degno di un creativo da elezioni di capoclasse al liceo), sta rivivendo come un incubo i giorni da presidente incaricato. E pensa, perché Piergigi pensa anche, che se fosse riuscito ad avere la compiacenza del M5S, avrebbero provveduto i 101 zozzoni a trombarlo in parlamento. E allora si sente un po' più sollevato, anche se continua a chiedersi come fa, lui uomo di sinistra, a militare in un partito come il Pd. E che il Pd sia un partito di sinistra molto sui generis, lo si è visto in questi giorni di scelta del nuovo segretario. Praticamente, alla carica di primo pidino d'Italia, dopo Carlo De Benedetti, hanno concorso tutti e, ci scommettiamo, pure Silvio nel segreto di trattative immorali e contronatura con il leader dei 101 zozzoni. Alla fine la scelta è caduta su Guglielmo Epifani. Dopo un ex comunista e un ex democristiano, finalmente un socialista, un compromesso storico a tutto tondo e a tutto campo. Il Pdl gongola. Se non fosse per i guai giudiziari del suo leader, oggi sarebbe un primo partito da Guinness dei primati. E non è un fatto di coerenza del suo elettorato, è che dall'altra parte c'è il nulla assoluto, una camera d'aria sgonfia posata per terra, in attesa di trovare l'eterno riposo in una discarica eco-compatibile. Diciamolo, Grillo non sa più che pesci pigliare e il risultato sono i due punti in meno nei sondaggi. Nel momento in cui si fa sul serio, si insediano le commissioni, iniziano i lavori parlamentari a pieno regime, il leader dei 5S si sente messo all'angolo. E allora reagisce da par suo: insultando e cercando di smarcarsi a tutti i costi, dopo aver appreso da Casaleggio le linee di tendenza e di pensiero degli italiani. Che poi le sue posizioni coincidano con quelle di Gnazio La Russa, a Beppe non frega una mazza e dice: “Lo ius soli può essere deciso solo da un referendum popolare”, ignorando che in Italia i referendum propositivi non esistono e che ci sono le petizioni, ma quelle fanno la fine che fanno, e lui dovrebbe saperlo. Ignaro di Costituzione e di storia patria, Grillo è il miliardario che dice: “Con tremila euro al mese si campa”, a casa propria sì, anzi, si fa vita da benestanti. Ma fuori casa, in una città come Roma, dove devi dormire, mangiare, spostarti, vestirti e cambiarti almeno una volta alla settimana le mutande e i calzini, è dura. Poi, l'ultima, felicissima uscita. Rivolto ai giornalisti ha detto: “Stiamo preparando dei dossier su di voi. E non è una promessa ma una minaccia”. Avete capito perché Grillo vuole la presidenza del Copasir, cioè del comitato che si interessa principalmente dei cazzi degli altri? Vuole i dossier, peggio del Sifar del generale golpista De Lorenzo. Comunque, a parte Grillo in piena crisi d'identità che finalmente concede il diritto di parola ai militanti del suo movimento, c'è da registrare che oggi, a Brescia, mentre il governo sarà in ritiro nell'abazia di Spineto, i berluscones scenderanno in piazza per manifestare contro la magistratura. Da una parte, i ministri e i sottosegretari pidiellini, giurano fedeltà alla Costituzione condividendone i contenuti, compreso quindi il rispetto per le istituzioni, dall'altra scendono in piazza per delegittimarne una. Questa è una schizofrenia tipica del Popolo delle Libertà (loro), e se non fosse per i figuranti che pagano tanto a ora, però il viaggio e il cestino sono a parte, a quelle manifestazioni parteciperebbero solo loro, i beneficiati e i miracolati di Silvio Primo, imperatore di Arcore. L'obiettivo, come sempre, sono i giudici del tribunale di Milano. Berlusconi dovrebbe accettare il consiglio che gli ha dato Maurizio Crozza ieri sera: “Silvio smettila di delinquere a Milano, cambia città”.

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