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Paco, che ha assunto il nome d'arte di Pino Dynamite , costretto a suonare una musica che detesta e a esercitare una professione per la quale non è tagliato, cercherà di disimpegnarsi al meglio.
Non c'entrerà nulla ma mentre vedevo questa ultima opera dei Manetti bros ( che più vado avanti e più ci voglio bene) mi veniva in mente Ninotchka, un grande film di Ernst Lubitsch con Greta Garbo, che continuo a ripetere per non essere accusato di essere blasfemo non c'entra nulla, ma soprattutto mi veniva in mente la sua locandina in cui campeggiava vicino al titolo un ben evidente " la Garbo ride!"
Ecco io ho visto Song ' e Napule proprio mentre sto affrontando la visione della serie televisiva Gomorra e la cosa che mi veniva in mente, anche stupidamente, anzi soprattutto stupidamente, è "Gomorra ride!"
E questo perchè il mondo descritto da Saviano nel suo romanzo , nel film e nella bellissima serie televisiva a prima vista è lo stesso tratteggiato nell'ultimo film dei Manetti ma in realtà è come se fosse stato rivoltato come un calzino.
Nella Napoli dei Manetti si ride dei boss che hanno figlie un po' chiatte e che amano cantanti
neomelodici che oltre la tangenziale di Napoli e l'uscita autostradale di Caianiello già non conosce più nessuno, si ride della loro brutalità che passa sempre in secondo piano quando si tratta di rispettare la tradizione ( rischiando anche di farsi catturare a un matrimonio di un amico), si sta con dei poliziotti tutti di un pezzo che sembrano quasi dei Superman sotto mentite spoglie, si sorride di altri che poliziotti non vorrebbero essere tali ma sono costretti loro malgrado a vestire la divisa di tutori della legge, si guarda con un moto di disapprovazione l'ipocrisia che si nasconde nelle alte sfere e nei miseri , viscidi, burocrati del piffero, sepolti negli uffici a dispensare favori e raccomandazioni a destra e manca seguendo le istruzioni del politico o del potente di turno.
Ma soprattutto ci si sganascia a vedere la caratterizzazione di un cantante neomelodico napoletano, creatura quasi mitologica sotto il Vesuvio e proprio per questo mai sbeffeggiata a dovere.
Il personaggio di Lollo Love a cui dà volto e voce ( anche nelle canzoni) un bravissimo Giampaolo Morelli, amico di lunga data dei Manetti e autore anche del soggetto, da solo vale il prezzo del biglietto.
In lui ci sono tutte le contraddizioni di una città come Napoli, colorata , pittoresca ma con un rapporto irrisolto con la raccolta differenziata dei rifiuti e con un sottobosco in cui emergono delle star come Lollo, che sogna di fare il grande salto e avere successo anche al di là dei confini comunali ma si trova impegnato a matrimoni, cresime e comunioni solo perché taglieggiato da un manager delinquente.
E si trova a essere quasi un consulente delle pene d'amore delle sue fans a cui risponde al telefonino che suona in continuazione.
I Manetti bros, da buoni borgatari romani, catturano tutta l'ironia e la buffoneria che si nasconde tra le pieghe della napoletanità e sono aiutati da una sceneggiatura di precisione oserei dire svizzera e da un gruppo di attori che si presta egregiamente allo scopo.
Come al solito giocano con i generi perché francamente Song ' e Napule sembra quasi un poliziottesco del nuovo millennio contaminato con influenze disparate che vanno dalla commedia di colore al melodramma partenopeo, quello in cui Mario Merola e Nino D'Angelo erano reucci incontrastati.
Tutto però riletto dalle lente grottesca e dissacrante dei fratelloni romani che riportano tutto al loro concetto di cinema trasversale e transgenere.
Song ' e Napule è una bella commedia italiana e all'italiana ma che non ha bisogno di eccessive dosi di volgarità per lasciare il segno.
E quella canzone sui titoli di coda non ti abbandona tanto facilmente, ti frulla per la testa per giorni e giorni....
( VOTO : 7,5 / 10 )
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