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Sono porci questi romani, e le ghiande di Bossi

Creato il 28 settembre 2010 da Abattoir

Piccola storia della Lega e grande Ictus di massa

Umberto Bossi, nato nel 1941, da un operaio e una portinaia che non avevano niente di meglio da fare, quella maledetta notte.
Umberto Bossi è un politico, è il fondatore della Lega Nord, quel simpatico partitello politico sul quale si regge l’attuale maggioranza di governo, e che vanta tra i suoi sostenitori mostri della laguna come il Senatur Ictus, per l’appunto, Borghezio, Maroni, Castelli, Calderoli, Cota, e il famoso Trota, figlio pluribocciato di Ictus.

La storia di Bossi, e quella della Lega in generale, è una storia strana, fatta di volta faccia, cambi di direzione, inclusione ed esclusione, razzismo, destra-centro-sinistra, sardine e pan carrè, pretese di autonomia, e dipendenza politica, ma vediamole insieme.

Il nostro caro Ictus vive una gioventù piuttosto movimentata, conseguisce il diploma di perito elettronico presso la scuola Radio Electra, che è una scuola per corrispondenza, che pensavo esistesse soltanto nei miei sogni di bambina. Dopo questa faticaccia intellettuale, fa diversi lavoretti e si iscrive alla facoltà di Medicina di Pavia. Nel frattempo scrive canzoni e posie, delle quali per fortuna non ho trovato attestazioni, milita nei movimenti di sinistra contro Pinochet, e nei movimenti ambientalisti, incredibile ma vero, ottenendo anche, grazie al suo attivismo, la tessera del PCI. A 34 anni sposa tale Gigliola Guidali, ma è disoccupato e ancora iscritto a Medicina. Un divertente aneddoto racconta che la moglie lo abbia lasciato dopo aver scoperto una minuscola bugia che ogni giorno il buon Ictus le raccontava prima di uscire: prendeva la sua valigetta da dottore, e la salutava con le dolci parole “ciao amore, vado in ospedale”, ma in realtà  non si era mai laureato, soltanto 11 materie lo separavano dalla laurea (si spiegano molte cose, povero Trota).

Inizia la sua carriera politica per pagare i debiti del giornale del movimento autonomista della Valle d’Aosta, dopo la morte del leader Salvadori, nel 1980 fonda l’ Unione Nord Occidentale Lombarda per l’Autonomia, ma poi, dato che il nome era troppo lungo e difficile anche per uno che non aveva ancora avuto alcun ictus, due anni dopo, fonda la Lega Autonomista Lombarda, assieme a Roberto Maroni (l’attuale Ministro dell’Interno, che ha iniziato la sua carriera politica militando in un gruppo marxista-leninista di Varese, e suonando in un gruppo musicale locale, tutto questo prima di essere posseduto dal demone che gli causa quella strana postura da stitico cronico, e che sceglie il colore dei suoi occhiali). Da questo piccolo nucleo, alla fine degli anni Ottanta, nasce la Lega Nord. E poi dicono che gli anni Ottanta erano da buttare, mah!

Da qui in poi la storia la conoscono tutti, o quasi. Bossi viene condannato per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ma non sconterà mai la pena. Siamo nel 1994, e questa sua condanna attira le simpatie di un altro grande burlone della storia politica italiana, indovinate chi? Bravissimi, proprio lui, Silvio Burlesquoni. Creano un’alleanza (anche con AN) e vincono le elezioni. Qualche mese dopo, però, Bossi presenta una mozione di sfiducia e fa cadere il primo governo Berluscaltro. In quest’occasione Bossi accuserà il suo ex alleato di avere collusioni con la mafia: dirà che la Fininvest è nata dai soldi di Cosa Nostra (e Cosa Nostra è cattiva perchè sono dei terùn).  Ma si sa che Bossi è bravo a cambiare idea, e infatti quando gli spiegano che Cosa Nostra non è roba solo da terùn, riallaccia i rapporti con lo sputtanatissimo Silvio, e vengono magicamente rieletti.

Nel 2004 viene ricoverato per un ictus cerebrale, ictus che dichiarerà: “E’ da vent’anni che abito questo cervello, cazzo volete adesso?”

Negli ultimi anni la Lega ha aumentato i suoi consensi, tanto che un articolo di questi giorni su Repubblica afferma che mentre tutti i principali partiti politici di maggioranza e opposizione perdono consensi, e mentre l’Italia è spaesata, la Padania cresce, il consenso per la Lega aumenta. Nel frattempo il suo esponente principale, l’Ictus, si lascia andare ad affermazioni sempre più libere su Roma (“Sono porci questi romani”), sul tricolore (usato come carta igienica), sull’attuale situazione politica, della quale probabilmente sghignazza in privato.

Non riesco a smettere di chiedermi perchè esistano persone del genere, e come abbiano fatto a lavare i cervelli di altrettanti elettori.  Mi chiedo come sia possibile che i colleghi di Bossi non lo prendano a randellate al primo vicolo solitario. Ma ancora peggio, mi chiedo come sia possibile che esista un Movimento per l’Autonomia Siciliana, portato avanti dal caro Lombardo, e “vicino” alla Lega, tanto da aver manifestato simpatie e addirittura aver stipulato un accordo nel 2006. Mi chiedo come il Partito Democratico abbia potuto appoggiare il governo regionale di quest’uomo vicino alla Lega ma anche indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Mi chiedo come tutta questa gente possa accettare di essere paragonata a un suino, e comunque continuare a lavorare fianco a fianco a chi dispensa sentenze come fossero ghiande. Come se oltre ad accettare la nomina di porci, grufolassero anche, rotolandosi nel fango.

La risposta probabilmente è nella spasmodica ricerca di potere, nell’uccisione dei principi che dovrebbero regolare la vita politica, nell’assenza quasi totale di reazioni di fronte a queste offese. La risposta è nel compromesso tra vecchi ideali e bassi bisogni presenti, che ti fanno preferire il tradimento delle promesse alla coerenza, perchè altrimenti vieni messo da parte.

La risposta è in un probabile ictus di massa, che non abbiamo il coraggio di chiamare col suo vero nome, dittatura.


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