Non circolano soltanto neutrini nel lungo tunnel da Ginevra al Gran Sasso. Ma anche tipacci che approfittano delle tenebre di ottusa protervia con cui l’opera è stata realizzata dal ministero dell’Istruzione in poche sciaguratissime ore di demenza. Nella galleria si aggira anche Brunetta, l’uomo dei tornelli e dei risparmi miserabili, il fannullone sguaiato.
Attraversato dai neutrini che quasi non si vedono in quel buio, acquattato nelle piazzole di sosta di emergenza, ha pensato che lo sviluppo economico possa dipendere dall’abolizione di qualsiasi certificato per gli appalti, per i concorsi, per le domande, per le pratiche. E se questo può apparire troppo banale visto che erano semplicemente promesse non mantenute, ci ha voluto mettere anche il pezzo forte, quello a cui tengono il suo padrone diretto e il suo estimatore Tremonti: eliminare la noiosa documentazione volta a impedire le scorrettezze negli appalti e persino la penetrazione della criminalità dovunque, nel commercio, nella vita del Paese che ormai appare troppo etica a questo governo. In pratica eliminare il certificato antimafia.
Poi si è accorto di averla sparata troppo grossa per uno del suo calibro e ha fatto una smentita nello stile Gelmini:”Non scompare il certificato, ma l’obbligo di presentazione”. E ‘ la prima volta che la criminalità organizzata ha la possibilità di autocertificare la sua onestà. “Siete un’azienda con legami mafiosi”? ” Ma che dice vossia eccellenza Brunetta, la mafia non esiste.”
Visto l’acume delle sue proposte non c’è dubbio che dopo questo accertamento si darebbe da fare per comunicare la grande novità al Paese: la mafia non esiste, è un invenzione dei comunisti. E del resto già il Ministro delle Interiora, Maroni ha fatto più o meno le stesse dichiarazioni per quanto riguarda il nord. Anche se ha una scusante: la manutenzione della bambola gonfiabile che sostituisce Bossi è così costosa che a qualche piccolo compromesso bisogna pur arrivare.
Dunque il certificato antimafia esiste ancora, ma non c’è bisogno di presentarlo, tanto ci si deve fidare della gente d’onore: Brunetta è riuscito a battere la Gelmini, perché le sue cavolate, al contrario del tunnel non sono costate 45 milioni, ma sono totalmente gratuite.
Dispiace che un tipo del genere non sia riuscito a prendere il premio nobel: ma sapete Brunetta è stato irremovibile con il comitato di Stoccolma che glielo voleva assegnare a tutti i costi per la prodigiosa scoperta che ci si può arricchire senza mai fare un cavolo. E lui a dire, ma guardate che qui in Italia è una cosa comune, c’è tanta gente che ha fatto la stessa scoperta. Pazienza, lo daranno al Trota prima o poi.
Insomma diciamolo, Brunetta è davvero una persona di impareggiabile modestia: sotto al tunnel sfida persino la Gelmini.