E anche feste sono passate, lasciandoci satolli e sfranti.
Devo dire che sono stata bene al di là di ogni previsione, davvero.
Tanto per cominciare, sabato mattina ho ricevuto una chiamata da Nipotonzolo Numero Uno che mi chiedeva se lui e Numero Due potevano passare il pomeriggio e la notte da me. Numero Tre, ad un anno di età, è troppo piccolo per i bagordi con la zia. Neanche a dirlo, l’ offerta mi ha fatto fare la ruota come i pavoni e mi sono sentita la zia più ganza del mondo. Poi, parliamoci chiaro, loro hanno già quasi dieci e quasi otto anni. Ancora pochi anni e avranno ben di meglio da fare che passare il fine settimana con la zia. Me li godo alla grande finché posso. Dopo aver passato il pomeriggio a sudare sui libri (una ricerca sul significato dei fiori di ciliegio per i giapponesi per Numero Uno e tre pagine più tre problemi per Numero Due) siamo andati al cinema e poi al MacDonald’s. Ti rendi conto che i tuoi nipoti stanno crescendo quando ti distrai un attimo e loro non mangiano più l’Happy Meal, ma il Big Mac.
Grande soddisfazione anche quando sono voluti rimanere con me anche il giorno di Pasqua, sono stati davvero bravissimi, specialmente se si considera che non avevano giochi o videogiochi. Hanno giocato con mezzi di fortuna: hanno costruito una centrale idroelettrica con le mollette, una padella e gli stampini per i muffin. La corrente che ricavavano doveva servire per far partire degli autobus elettrici (le pirofile di pirex). Gli operai erano delle bottiglie mignon di profumo. Una fantasia sfrenata, è stato bellissimo vederli giocare. Mi ha fatto molto piacere anche il fatto che la tv sia rimasta sempre spenta. Quando non hanno giocato, è perchè stavamo leggendo insieme delle storie.
La pasquetta ha visto riuniti me, mio padre e mia sorella, cosa che capita di rado visto che io e papà abitiamo ai capi opposti di Roma e mia sorella sta a Viterbo. Riuscire a coordinarci non è sempre facile.
Da quando mamma e nonno sono morti, non entro volentieri in quella che è stata la mia casa fino quattro anni e mezzo fa. Mi sembra di entrare in un castello diroccato. Vedo le rovine di quella che era la mia vecchia vita. Mi fa un brutto effetto. Ma oggi non è stato così. Diciamo che in quella casa è tornata una mano femminile che ha portato di nuovo il sorriso, l’allegria, i fiori freschi sul tavolo e le candele profumate. Si respirava aria nuova.
Ora, però, sono stanchissima e me ne vado a dormire che domani ho cose importanti da fare. Sapete com’è, nell’uovo di Pasqua ho trovato una sorpresa inaspettata e meravigliosa: UN LAVORO!