di Alfonso Nannariello
Nella foto di Giovanna con la matrigna c’era anche mamma, che aveva solo un paio d’anni in più.
Erano vicino al mare, durante una vacanza, tutte e due curate nell’aspetto e ben vestite. Giovanna con una veste a fiori, sbracciata e con una collana, mamma con un vestito a maniche lunghe e un bel colletto bianco, come la cravatta.
Mamma sembra un agnello mansueto. Ispira dolcezza e affetto con quel corpo esile e fragile e quella spontanea e naturale inclinazione a reagire all’avvallamento dell’umore e alla debolezza.
Nel breve viaggio tra le sue foto, quella reazione la si nota spesso, a cominciare da quelle che più inclinano alla tenerezza, quella del ‘39 e quella del ‘40, di quando era con la maestra Carola in quarta e quinta elementare, e finire alle altre di quando era molto più grande fatte sotto il cielo di Roma col sole o quello piovoso di Cagliari, o da qualche altra parte in gita con i suoi fratelli.
Ha sempre solo un principio di sorriso. Nonostante si togliesse di torno le cose di ogni giorno e si permettesse qualche svago, mamma sembra sorreggere involucri, scatole e fardelli che non lasciava con il resto, a casa. Sembra portarsi dentro, quasi da sempre, più di qualche peso, qualcosa di doloroso.