Il SISTRI funziona ed è pronto dal 2010. La sospensione del SISTRI, annunciata nei giorni scorsi dai Ministri Passera e Clini, non è dunque da imputare all’operato di Selex Sistemi Informatici, la controllata di Finmeccanica che dal 2009 si occupa della messa a punto del sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti (leggi anche SISTRI sospeso, la conferma anche dal Ministro Passera).
In un comunicato stampa, la Selex Sistemi Informatici si sfila dall’affaire SISTRI, decisa a non essere considerata come l’unica colpevole del fallimento del sistema.
Ricordiamo che la sospensione, che a questo punto si ipotizza essere sine die, è stata decisa a seguito della relazione di DigitPA, l’ente nazionale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, che aveva sollevato dei dubbi sulla regolarità nell’aggiudicazione della gara d’appalto indetta dal Ministero dell’ambiente e vinta dalla Selex.
Senza entrare nel merito dell’inchiesta, il comunicato diffuso dai vertici della controllata di Finmeccanica si limita a respingere al mittente tutte le accuse di cattivo funzionamento del SISTRI. “i test effettuati sul sistema, anche con la supervisione di terzi, su un carico di utenti contemporanei di 4 volte superiore a quello contrattualmente definito, non hanno evidenziato anomalie”, si legge nella nota.
Nel comunicato la Selex Sistemi Informatici puntualizza anche che le numerose proroghe (sette) alla partenza del SISTRI in questi anni sono sempre state causate da “fattori esterni”.
Tramontato il SISTRI, la società di Finmeccanica fa notare come il “ritorno” (se di ritorno si può parlare, visto che il sistema informatico non è mai partito) al cartaceo con i registri di carico e scarico e i formulari impedirà un’efficace azione di contrasto contro il traffico illecito di rifiuti.
“La gestione e il controllo di un settore tanto delicato per la vita dei cittadini come quello dello smaltimento dei rifiuti speciali (secondo i dati di Legambiente solo nel 2010 sono state sequestrate 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi gestiti illegalmente; il volume di affari stimato da Legambiente è di 3,3 miliardi di euro nel solo 2010 e 43 miliardi negli ultimi 10 anni)” non potrà essere monitorato e pianificato con la dovuta efficacia tramite la gestione cartacea, conclude Selex.