Di Gabriella Maddaloni. Dopo un giorno esatto dall’annuncio della decapitazione del giornalista Usa Sotloff da parte dei suoi stessi assassini – i terroristi islamici Is – è la famiglia del giovane a prendere parola.
Barak Barfi, portavoce dei Sotloff, ha infatti comunicato un messaggio in arabo, diretto al leader del “Califfato” islamico, Abu Bakr al-Bagdadi: “Il mese di ramadan è il mese della misericordia. Dov’è la sua? Ha commesso un Wayluk (parola che in arabo significa “fare un grande peccato, ndr). Sono qui a discutere con gentilezza. Non ho una spada in mano e sono pronto per la sua risposta”.
Il portavoce ha poi rivolto la parola ai tanti cronisti che giovedì hanno affollato le vicinanze della casa dei Sotloff, a Miami: “Oggi siamo addolorati. Questa settimana piangiamo. Ma emergeremo da questo calvario. Non permetteremo ai nostri nemici di tenerci in ostaggio con la sola arma che hanno in loro possesso: la paura. Non dimenticheremo”.
Lo stesso presidente Obama ha ribadito più volte negli ultimi giorni – anche durante il summit Nato gallese – che “non ci faremo intimidire dalle minacce dell’Is”. Anche il segretario Nato Rasmussen, durante il vertice Nato di giovedì, ha fatto intendere che l’Alleanza Atlantica potrebbe valutare un intervento concreto contro lo Stato Islamico in Iraq: “Non ha ricevuto alcuna richiesta di impegno, ma sono sicuro che se il governo iracheno presentasse una richiesta di assistenza della Nato, gli alleati la valuterebbero seriamente”.