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Sotto er sole de Ostia

Creato il 05 luglio 2010 da Riprendiamociroma
Sotto er sole de Ostia
Auto incolonnate, grovigli di lamiera, ore di calvario in macchina, in fila indiana, per raggiungere il mare. E' il classico teatrino domenicale, dal vago sapore fantozziano, che il romano medio mette in scena ogni estate. Cento metri ogni mezz'ora, a passo d'uomo, ammirando cartelloni e cartelletti ficcati ai lati della strada e sullo spartitraffico, e la corona di palazzoni che umiliano, stuprano, devastano i pochi scampoli di campagna romana rimasti integri. Tutto questo per andare a Ostia. Località di mare nata con le migliori intenzioni ma rapidamente trasformatasi in borgata di periferia, quartiere dormitorio, orrore palazzinaro. Un "non luogo" raccapricciante, un pezzo di Tuscolana trapiantato sul mare, una cancrena sterminata di schifo. Questa è la tanto agognata meta dei romani aggrovigliati nel carnaio della Colombo. Questo è quello che i romani spacciamo al turista per luogo di villeggiatura, la Lloret de Mar de' noantri. Al posto del lungomare c'è un'autostrada con uno spartitraffico ricoperto da erbetta bruciacchiata. Potresti benissimo stare a Torbellamonaca, perchè il mare c'è ma non si vede. Quel che si vede è solo un lungo, lunghissimo muro intervallato da casotti e stabilimenti cadenti a pezzi. Dopolavoro ferroviario, dopolavoro Istat, dopolavoro Carabinieri. Un panorama desolante. Poco più giù, qualche stabilimento più carino, intervallato dai soliti buchi neri di nulla. Il porto turistico tra le baracche dell'idroscalo e i palazzoni scrostati di Via Forni. Dall'altra parte della Colombo ci stanno i cancelli, con i suoi 7km di spiaggia libera. L'unico pezzo di costa scampato alla furia dei barbari palazzinari. Un paradiso di dune e macchia mediterranea a perdita d'occhio. Se non fosse per i canali, la mancanza di depuratori, l'acqua a metà tra il verde e il marroncino, sarebbe un luogo bellisismo. Ci pensano i parcheggiatori abusivi a farti passare la voglia. Se non gli dai un'euro ti rigano la macchina. E il panzone di guardia ai cancelli sbraita peggio di un pesciarolo al mercato. Ai romani sta bene così.

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