Sotto la neve, pane

Creato il 03 febbraio 2012 da Albertocapece

“Fa troppo freddo perché nevichi” o “nevica perché fa più caldo”. Questa è la sorprendente spiegazione che i media italiani stanno dando in questi giorni di rigore, utilizzando la stessa svagata sicumera con cui affrontano le spiegazioni “tecniche” del governo su i nostri guai, che peraltro non paiono avere una maggiore consistenza. Ma naturalmente non è vero, altrimenti non nevicherebbe mai in  Antartide o al Polo Nord o in Siberia, in Alaska, in Scandinavia. E neppure nelle stazioni sciistiche dove si consuma il rito della settimana bianca.

La ragione per cui quando nevica spesso si avverte meno freddo è un’altra: quando l’acqua, sotto forma di goccioline mediamente di 50 -100 micron, comincia a ghiacciarsi, cede calore all’ambiente, le molecole diminuiscono la loro quantità di moto permettendo legami idrogeno più forti e dunque la solidificazione. Poiché il processo comincia prima che cominci la nevicata perché prima i cristalli di ghiaccio devono unirsi e raggiungere un peso che consenta loro di cadere verso terra, è abbastanza normale che si avverta una sensazione di diminuzione di freddo mentre si prepara a nevicare.

E’ un tipico caso di inversione di causa ed effetto comprensibile fino a un secolo e mezzo fa, ma divenuta frase fatta e rituale che viene pari pari ribadita ad ogni occasione, anche se la spiegazione non spiega nulla ed è con tutta evidenza, assurda. Ma d’altronde non sentiamo dire con altrettanta certezza e sicumera che togliendo l’articolo 18 daremo lavoro ai giovani e che togliendo le poche tutele rimaste, si tutelerà meglio il lavoro? Meglio sarebbe dire, come si sta facendo in queste ore: non mettevi in viaggio perché le nostre strutture di trasporto non reggono alla “bianca visitatrice”. Cioè togliamo i diritti perché questo è il favore che ci chiedono i potentati di questo Paese e perché questa panzana la diciamo da trent’anni senza che sia mai stata provata o che si sia indagato sul significato reale del lavoro che si otterrebbe. Forse l’euro l’ora dei servizi di utilità sociale che in Germania sono serviti a far comparire un’improbabile record statistico di occupazione?

Ma per carità, allora tanto vale dire che sotto la neve pane, anche se mi gioco un milione di euro che  i “tecnici” sanno da cosa deriva il vecchio detto. E infatti stanno mettendo il pane sopra la neve.


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