La ragione per cui quando nevica spesso si avverte meno freddo è un’altra: quando l’acqua, sotto forma di goccioline mediamente di 50 -100 micron, comincia a ghiacciarsi, cede calore all’ambiente, le molecole diminuiscono la loro quantità di moto permettendo legami idrogeno più forti e dunque la solidificazione. Poiché il processo comincia prima che cominci la nevicata perché prima i cristalli di ghiaccio devono unirsi e raggiungere un peso che consenta loro di cadere verso terra, è abbastanza normale che si avverta una sensazione di diminuzione di freddo mentre si prepara a nevicare.
E’ un tipico caso di inversione di causa ed effetto comprensibile fino a un secolo e mezzo fa, ma divenuta frase fatta e rituale che viene pari pari ribadita ad ogni occasione, anche se la spiegazione non spiega nulla ed è con tutta evidenza, assurda. Ma d’altronde non sentiamo dire con altrettanta certezza e sicumera che togliendo l’articolo 18 daremo lavoro ai giovani e che togliendo le poche tutele rimaste, si tutelerà meglio il lavoro? Meglio sarebbe dire, come si sta facendo in queste ore: non mettevi in viaggio perché le nostre strutture di trasporto non reggono alla “bianca visitatrice”. Cioè togliamo i diritti perché questo è il favore che ci chiedono i potentati di questo Paese e perché questa panzana la diciamo da trent’anni senza che sia mai stata provata o che si sia indagato sul significato reale del lavoro che si otterrebbe. Forse l’euro l’ora dei servizi di utilità sociale che in Germania sono serviti a far comparire un’improbabile record statistico di occupazione?
Ma per carità, allora tanto vale dire che sotto la neve pane, anche se mi gioco un milione di euro che i “tecnici” sanno da cosa deriva il vecchio detto. E infatti stanno mettendo il pane sopra la neve.