by Francesca Lamperti
Zuppa e via? Macchè! Soup and go!
Avete presente quella bella sensazione che fa subito casa, ovvero il calore di una buona zuppa che si può assaporare con calma e ci puoi aggiungere anche i crostini?
Se sei in giro, non puoi di certo ricrearla così facilmente. Invece da Soup and go questo è possibile.
Puoi trovare zuppe e insalate composte da ingredienti naturali e genuini. Ci sono anche le torte dolci e salate.
Si trova a Torino in via San Dalmazzo 8/A, all’angolo con via Barbaroux, e se vai in bicicletta, ti offrono una bevanda analcolica.
Abbiamo fatto due chiacchiere con Fausto, il viaggiatore proprietario.
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Come è nata l’idea di creare un locale che fa le zuppe?
Il primo innamoramento è avvenuto a New York, quando studiavo al mattino mentre andavo alla Uni, mi prendevo una zuppetta ai corner shop e me le godevo proprio per benino,
anche quando faceva freddo! Poi ho vissuto in Austria e in Germania et voilà
les jeux sont faits!
Quali sono gli ingredienti segreti delle zuppe?
A livello di ingredienti “fisici” nessun segreto. Facciamo la spesa a Porta Palazzo come migliaia di torinesi seguendo semplicemente il principio:”Fai la spesa come se la stessi facendo per te”.
Ci sono però tanti altri ingredienti che sono MOLTO più importanti: il primo la semplicità.
La formula é semplice con 3 zuppe fresche fatte ogni giorno, non come in gelateria che hai 20 gusti e magari li hanno fatti mesi prima (e con ciò non voglio minimamente dire che siano meno buoni o genuini, solo che le nostre zuppe sono fresche, tutto qui). E poi paradossalmente più semplice é l offerta, più é semplice per il cliente effettuare l’acquisto sembra un ca va sans dire. Altro ingrediente: la gente. Direi che fondamentalmente nel nostro gruppo di lavoro siamo amici e poi si é venuto a creare un rapporto magnifico con MOLTISSIMI clienti con molti poi sfociato in amicizia per cui si respira proprio una bella atmosfera e secondo me si riflette un po’ su tutto.
Soupandgo
Se dovessi scegliere un luogo che rappresenti la tua passione culinaria, quale sarebbe?
Ce ne sono più di uno. Il ristorante preferito, dove ci ho lasciato il cuore, è Stomach a Vienna. Cibo sublime, sempre atmosfera di casa.
A Torino mi piace TANTISSIMO la Cucina di Lido e il Grande Maghreb a Porta Palazzo, un risto marocchino dove si divorano delle tajine fantastiche, e poi il mitico Ranzini dove mi rifugio a leggere e mangiarmi le acciughine con un bicchierino di dolcetto.
Le città che scelgo sono Vienna & Bruxelles. Mediamente ho sempre mangiato meglio che in qualsiasi altro posto. Poi adoro i mercati: a Firenze quello di Sant’Ambrogio e lo street food nel Sud Asiatico.
Il paese é Giappone. L’unico paese insieme alla Cina dove la cultura del cibo é superiore a quella italiana e ricordiamoci: in Giappone il sushi e’ un piatto direi quasi di nicchia
La cucina Giapponese e’ ricchissima, e non capisco perché in Italia quando si dice: “Andiamo a un ristorante giapponese?” si pensi solo al sushi. Sono stato in Giappone quasi un mese.
L’ho visto in lungo e in largo, accompagnato da giapponesi, e non mi hanno MAI portato a mangiare sushi. Stessa cosa il cinese. L’idea che abbiamo in Italia della Cina é spesso lontana dalla realtà e questa nostra percezione tocca anche la sfera del cibo.
In Cina ho mangiato cose molto particolari, cotte in modi molto originali, cose non necessariamente che rispecchiano i miei gusti, ma devo riconoscere davvero “sperimentali”
Su tutte 3 cose:
1) ciò che chiamano bird’s nest: e’ quella “saliva” che le mamme degli uccelli danno da mangiare ai piccoli (qui si aprirebbe un mondo solo su questo piatto…).
2) meduse al vapore: non sanno di niente, ma mi incuriosiva l idea di mangiare qualcosa che mi sa di una declinazione vivente di una massa d’acqua, cotta al vapore.
3) le zampe di gallina: piatto anche dei nostri nonni, completamente scomparso dalle nostre tavole. E’ che la cosa più disgustosa che abbia mai messo in bocca!
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