Un film che sicuramente gli appartiene di meno rispetto a Moon perchè l'ha già trovato scritto e preparato però dal canto suo ci ha messo il suo talento visivo per renderlo più accattivante.
Dicevamo della domanda del povero Jake: credo che passeremmo buona parte di quel minuto a imprecare contro la mala sorte più che a pensare a qualcosa di costruttivo.
Un minuto, sessanta miseri secondi.
Se per Nicolas Cage bastavano per rubare una fuoriserie qui non basterebbero neanche per cercare di scendere da un treno.
E invece bastano per diverse cose e si sa che una telefonata allunga la vita.
I cari vecchi,gloriosi paradossi temporali. In più ci mettiamo anche delle belle porte girevoli che non guastano quando si parla di destino.
Source Code è un film sempre in equilibrio sul filo del paradosso temporale di cui sopra, miracoloso per tre quarti (perchè nonostante rivediamo in continuazione i soliti 8 minuti la tensione viene mantenuta alta) ma poi si accartoccia proprio sul più bello.
Perchè spiegare tutto ma proprio tutto e regalare una salvezza inopinata che non fa altro che aggrovigliare inutilmente quanto visto prima?
Credo che sia lo scotto da pagare a Hollywood (la regola non scritta che il successo al box office passa necessariamente per il lieto fine) a cui il talentuoso Duncan non si è potuto sottrarre.
Il protagonista vive gli 8 minuti più sfiancanti della sua vita, gli 8 minuti della marmotta con bomba da disinnescare per salvare quelle poche centinaia di persone e impedire una catastrofe nucleare.
E questi 8 minuti della marmotta si susseguono senza requie nel film ma almeno Jones è molto attento a cambiare le prospettive e ad aggiungere nuovi piccoli particolari ad ogni giro.
Quindi la visione risulta sempre stimolante e ciò permette al film di elevarsi dallo status di giocattolone tecnologico meccanico e ripetitivo a fantascienza perlomeno ombrata del grigio delle cellule nervose.
Ma il regista si ferma un pò a mezza strada laddove Nolan ha rischiato il tutto per tutto.
Source Code rispetto agli scritti di Dick e a meccanismi perfetti come Inception fa la figura del figlio di un dio minore . Ma è un bel figliolo, visivamente sempre all'altezza nonostante sia girato in pochissime ambientazioni (e perlopiù in interni accentuando la sensazione di claustrofobia già presente nel film precedente).
Come in A serious man dei Coen è citato il paradosso del gatto di Schroedinger ma se nel film dei Coen il gatto non si sapeva se fosse vivo morto o X, qui il protagonista addirittura manda una mail a una presumibile dimensione parallela e si specchia in una scultura stile Arnaldo Pomodoro.
Una sfera metallica lucida che lascia presagire chissà quali scenari futuri per due che teoricamente dovevano essere già morti.
O forse è solo un'altra delle dimensioni parallele che compongono l'universo.
Source Code è un film dal budget ristretto ma che vince la battaglia contro la fantascienza tutta effetti speciali e niente cervello che viene dal cinema americano.Un action thriller che gioca di sponda con la fantascienza nutrendosi delle sue stesse suggestioni.Inoltre un protagonista perplesso come quello che ha e che non è malato di rambismo lo rende ancora più simpatico.
Il nuovo film di Duncan Jones è forse un passo indietro rispetto a un esordio fulminante come era Moon ma non la debacle che di solito si prospetta per i giovani autori reduci da un'opera prima di successo.
E'comunque un film che incuriosisce e tiene incollati alla poltrona. Anche se poi il retrogusto è amarognolo perchè ha il sapore di un'occasione mancata.
(VOTO : 7 / 10 )