Che cosa faresti se ti restasse meno di un minuto da vivere? E se ne avessi solo otto?
Gli otto minuti di cui sopra sono lo spazio temporale in cui Colter Stevens deve agire. Colter è un militare americano che pensa di trovarsi in missione a Kandahar, invece si sveglia in una capsula dove, attraverso una piccola tv, un’ufficiale con il volto di Vera Farmiga gli impartisce degli ordini. Deve trovare, grazie al Source Code che crea una sorta di realtà parallela – che dura, appunto, solo otto minuti -, il responsabile di un attentato terroristico che ha sconvolto la città di Chicago poche ore prima. Durante la missione, Colter (si) farà tante domande e scoprirà cose che forse avrebbe preferito non sapere nonché nuove potenzialità e funzionalità del Source Code sconosciute persino al suo inventore, un cinico e arrivista professore.
Il film è fantascienza pura, ma è anche un profondo attacco al sistema militare statunitense, a come i soldati siano considerati carne da macello. E’, anche, un inno a salvare l’attimo, in tutti i sensi, e a non credere nei limiti. Tutto è possibile se ci crediamo veramente e se, dalla nostra parte, c’è l’amore. Quello, l’amore intendo, vince tutto. Sempre. Soprattutto nei film americani.