l’illusione del miracolo spagnolo riflesso dallo spread nei confronti del nostro Paese prima o poi avrebbe portato ad un ravvedimento dei mercati, troppo concentrati esclusivamente sulle dimensioni del debito pubblico, miopi ed incapaci di comprendere come non si possa prescindere dal debito privato e da quello delle banche e delle regioni spagnole, per non parlare poi del tessuto economico.
Ma come spesso accade la verità è figlia del tempo e i mercati si sono accorti del madornale errore di valutazione in attesa che ciò avvenga anche per altre realtà europee!
Se qualcuno credeva che la double dip del mercato immobiliare fosse una esclusiva americana ben dovrà ricredersi!
Continua ad approfondirsi la crisi del settore immobiliare iberico. Nel quarto trimestre dello scorso anno i prezzi delle case sono crollati in media dell’11,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel terzo trimestre, tale variazione ammontava al -7,4%. Nello stesso periodo, i prezzi delle case esistenti hanno perso il 13,7%.Lo riporta il Wall Street Journal, che cita le cifre diffuse dall’Agenzia nazionale di statistica (INE) nella giornata di ieri. Si tratta dei dati peggiori che siano mai stati registrati a partire da quando l’INE ha iniziato il monitoraggio su scala nazionale. Vale a dire dal 2007, anno in cui si è raggiunto il picco del boom immobiliare spagnolo, durato per un decennio. Fino ad allora, a partire almeno dagli anni settanta, secondo gli analisti era molto raro che i prezzi del mattone scendessero di anno in anno. Il calo più consistente registrato finora è stato il -7,7% del 2009. Di fatto – spiega il quotidiano finanziario – si sta replicando il fenomeno verificatosi negli Usa dopo la crisi finanziaria del 2008. E il trend potrebbe continuare almeno per quest’anno. La domanda di case, infatti, rimane molto debole rispetto all’offerta, a causa del limitato accesso al credito da parte delle famiglie e dell’altissima disoccupazione. L’anno scorso sono state vendute poco più di 361 mila abitazioni; meno della metà rispetto al 2007. Supera i 400 miliardi di euro, attualmente, il volume di prestiti relativi al real-estate e alle costruzioni che pesano sui bilanci delle banche iberiche. Il mese scorso il ministro delle Finanze spagnolo Luis de Guindos ha presentato un piano che obbligherà gli istituti ad accantonare in tutto 50 miliardi di euro, nel corso di quest’anno, per coprire le perdite relative ai mutui. VALORI
Torno a ribadire come condiviso nel post di inizio anno dedicato ai sostenitori di Icebergfinanza che la Spagna è il rischio principale realtivo al 2012, un Paese che sta per essere nuovamente travolto dalla sua stessa illusione, un’illusione della quale negli ultimi giorni il mercato sembra sempre più consapevole non solo in relazione a spread e CDS ma anche per le dinamiche nascoste dell’ influenza spagnola.
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