L’anteprima di Annozero, Rai 2 è stata inaugurata con il discorso di Muammar Gheddafi, leader della Libia, nazione protagonista della rivolta del popolo contro il colonnello. “”I giovani vengono manipolati attraverso l’uso di droghe. Quando la gente smetterà di utilizzare la droga dovrà rispondere degli atti che hanno portato ai danni nel Paese. I ragazzi sono la vergogna delle famiglie, non dovete permettere loro di comportarsi così. Dovete vergognarvi, avere rimorso per quello che sta succedendo, tutto ciò non ha senso”. “ I giovani sono convinti dagli occidentali…dategli la caccia, allontanateli, sono viscidi ratti… o volete che l’America occupi il vostro Paese…chiunque sarà punito con la morte, consegnate le armi o vi massacreremo…”
Parole spaventose che fanno venire i brividi per la violenza del linguaggio utilizzato, la tracotanza e la mancanza totale di una lucida visione politica.
Annozero è cominciato.
“C’è il rischio di un esodo biblico verso le nostre coste” avverte il Ministro degli Esteri Franco Frattini. La Lega chiede una strategia europea per
far fronte all’emergenza immigrati. Quali saranno le conseguenze per l’Europa e per l’Italia? Come sta affrontando il governo italiano questa crisi internazionale senza precedenti nell’area mediterranea? E l’efficacia della sua azione è condizionata dalle tensioni interne e dall’impatto politico e giudiziario del caso Ruby”? Cosa è cambiato, rispetto alle rivolte del passato? Oggi, c’è internet e un ragazzo con il computer può battere “Golia”! Ora le informazioni ci sono e ognuno di noi deve decidere da che parte stare, non si può più fingere di non vedere o sapere. Ospiti di Michele Santoro: il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, i giornalisti Ilaria D’Amico e Federico Rampini, il politologo Edward Luttwak.Dall’Egitto alla Tunisia alla Libia, la rivolta contro i regimi infiamma il Nord Africa e potrebbe cambiare gli equilibri internazionali. La Libia insorge. Il popolo sta prendendo coscienza dei propri diritti. La libertà prima di ogni cosa. In nome della speranza di essere uomini liberi, in grado di scegliere, riflettere, capaci di immaginarsi parte di un mondo dove la dittatura non è sinonimo di prosperità, il popolo libico sta lottando con la vita, nella speranza che si possa costruire una strada che conduca alla democrazia.
Questi giovani sono morti in nome della libertà, il loro coraggio deve essere un esempio, nonostante il terrore, la morte, il fuoco, i militari che terrorizzano; resistono, e lottano. La loro voce si diffonde attraverso le immagini, le testimonianze, gli avvenimenti.
Di fronte a questi fatti il governo italiano che in passato aveva avuto un eccesso di accondiscendenza con il Muammar Gheddafi, deve prendere posizione. L’accordo di amicizia tra Italia e Libia era stato firmato da Berlusconi liquidando in questo modo le incertezze del governo Prodi. Il nostro Premier ha incontrato parecchie volte Muammar Gheddafi, dichiarandosi “suo amico”.
Intanto gli aerei stanno bombardando la folla e il Colonnello ha dato disposizioni affinché l’insurrezione venga fermata con ogni mezzo.
Probabilmente il Presidente del Consiglio è spinto da motivi molto pratici: la Libia è il primo fornitore di petrolio
per l’Italia. Questo giustificherebbe la titubanza del Premier nel prendere una posizione decisa nei confronti del bagno di sangue libico. Gli interessi dell’economia italiana e il conseguente innalzamento del prezzo del petrolio giustificano gli atteggiamenti compiacenti e il suo “baciamano”?L’attuale situazione è in rapida evoluzione e anche se in ritardo l’Italia deve unirsi al coro di indignazione che pervade ormai tutto il mondo occidentale, deve manifestare una decisa condanna contro la violenza libica verso i civili e prepararsi ad un intervento umanitario.