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Apre oggi la Bottega del Mistero. Questa rubrica radiofonica metterà in vetrina, in ogni puntata di Siamo in Onda il tema della serata. Al bancone si alterneranno vari commessi che illustreranno misteri, storie e tradizioni locali e vi faranno ascoltare della buona musica.
Questa sera in vetrina abbiamo gli specchi.
Non c’è dubbio che gli specchi siano magici. Secondo la tradizione gli specchi sarebbero addirittura in grado di imprigionare l’anima perché la rifletterebbero. Così in alcune culture gli specchi sono coperti, alla morte di un congiunto, per evitare che l’anima possa rimanervi imprigionata invece di raggiungere l’aldilà.
Per lo stesso motivo le creature demoniache, come i vampiri e coloro che hanno venduto l’anima al diavolo, non rifletterebbero alcuna immagine, perché di anima non c’è più traccia nel loro corpo. Per contro, il micidiale Basilisco muore all’istante se il suo sguardo velenoso incrocia uno specchio.
Inoltre vari rituali magici si svolgerebbero mediante l’uso degli specchi, che non solo consentirebbero di vedere il futuro, ma anche di aprire porte su dimensioni “altre”. Un po’ come accade ad Alice nel romanzo di Lewis Carroll, “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”.
Un’altra credenza popolare, più conosciuta, è l’idea che rompere uno specchio porti sette anni di guai. Reminescenza questa del fatto che un tempo gli specchi erano costosissimi e solo i più ricchi potevano permettersi di tenerne in casa. E nelle tombe signorili vi era l’usanza di deporre specchi come corredo del defunto, per accompagnare la sua anima nel viaggio eterno.
Anche nella nostra zona abbiamo delle testimonianze interessanti di questo uso. Vicino a Borgomanero, sulla collina di San Michele alle Verzole, nell’Ottocento furono trovati degli specchi in metallo (all’epoca non si usava il vetro per gli specchi) di epoca romana. Non è chiaro se si tratta di deposizioni in tombe o di offerte alle divinità. Sempre dalla collina di San Michele viene infatti un’iscrizione alle dee Madri o Matrone. Di solito queste divinità femminili erano raffigurate in numero di tre. E sono sopravvissute nel folklore come fate o streghe, a seconda dei punti di vista.
Lo specchio è alla base anche di una famosa canzone di Michael Jackson “Man in the Mirror”.
Il 27 giugno 1992 a Monaco di Baviera, davanti a 74 mila spettatori Michael Jackson chiuse il concerto volando via letteralmente grazie ad una sorta di tuta spaziale con tanto di propulsori sulle note di una canzone scritta da Glen Ballard e Siedah Garrett.
«Se vuoi rendere il mondo un posto migliore dai uno sguardo a te stesso e fa' quel cambiamento» dice il testo, che si dice sia stato composto nel giro di una sola notte. Nel video si vedono passare immagini variamente legaste alla lotta per i diritti umani nel mondo: da Martin Luther King ai funerali di John F. Kennedy; dai Sudafricani che marciano per il rilascio di Nelson Mandela al Mahatma Gandhi.
C’è però anche un aspetto inquietante. La canzone è citata a proposito del pessimo rapporto di Michael con l’immagine riflessa dallo specchio. Per cambiarla si sottopose a numerosi interventi chirurgici e trattamenti medici, fino alla morte, avvenuta il 25 giugno 2009 in circostanze non ancora del tutto chiarite.
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