Shane’s expression morphed into that sorrowful look that I had recently seen from so many when they were trying to think of the right thing to say to me. The truth was, there was nothing he could say—or needed to say—and I didn’t want him to try. And I wasn’t about to offer details of what had happened.
“Pulled beneath” è il nuovo libro di Marni Mann, una scrittrice che ho conosciuto lo scorso anno e che ho imparato ad apprezzare tantissimo e che mi regala ogni volta un’esperienza di lettura completa e affascinante, di cui avevo presentato qui la copertina. Le sue storie non sono mai semplici, sono sempre multistrato e sempre assolutamente sconvolgenti e straordinarie. Primo volume della serie “Bar Harbor”, è talmente bello che pur leggendolo in maniera discontinua mi è rimasto dentro e mi ha dato molto su cui riflettere… insomma l’ennesima meraviglia firmata Marni Mann.
Che cosa accade quando riveli anni di segreti e scopri che tutto quello che pensavi vero è una bugia?
Drew Stevens si ritrova con il suo mondo sconvolto quando i suoi genitori vengono brutalmente assassinati. Subito dopo, scopre di aver ereditato una proprietà a Bar Harbor in Maine, dai nonni recentemente deceduti e che lei credeva morti fin da quando era bambina.
Drew viaggia verso nord per sistemarsi nella villa dei nonni, ma scopre più domande che risposte mentre la verità inizia a dispiegarsi davanti ai suoi occhi. Quello che non si aspetta di trovare è Saint, la cui reputazione è tumultuosa quanto il suo passato. Ma quello che li porta a conoscersi è quello che li tiene emozionalmente imprigionati. Con le cicatrici di Saint così profonde e quelle di Drew così recenti, può la coppia guarire dalle sue ferite dolorose o saranno spinti nell’oscurità del loro passato?
Questo libro va affrontato con un certo spirito, di certo non è una semplice storia d’amore, dietro c’è un mondo, costruito sulla sofferenza, la pena e il concetto di liberarsi, di sfuggire alle catene, vere o figurate di un’esistenza che sta troppo stretta. A prima vista potrebbe sembrare una storia banale, come se ne leggono tante, ma ad ogni pagina, ad ogni riga, veniamo trasportati in una storia che assomiglia ad un millefoglie, con tanti strati sovrapposti, ognuno ricco di avvenimenti e di emozioni che non è facile da digerire, va assaporato, lentamente, con cognizione di causa, con una mente aperta e con il cuore traboccante. La storia si dipana in maniera lineare, a livello di azione, ma emozionalmente equivale ad un giro sulle montagne russe che non lascia un attimo di tregua. È la stesa Drew che racconta la sua storia in prima persona, che ci rivela cosa le succede, con i suoi ritmi e i suoi sentimenti. Una tragedia di immani dimensioni la colpisce, lasciandola sola e senza un punto di riferimento importante. Il mondo, come lo aveva conosciuto fino a quel momento, con i suoi ritmi predefiniti le sue situazioni chiare e i ruoli sedimentati dalla consuetudine si spezza, per lasciarla in balia di una corrente che la trascina alla deriva. Drew è una ragazza forte, con la sua indipendenza, e la storia ci dimostra che anche se la vita ti prende a bastonate si può e si deve andare avanti, anche se nel percorso si incontrano molti ostacoli. Drew affronta un viaggio che non è solo un viaggio fisico, dalla Florida al Maine, è anche un viaggio spirituale attraverso il suo dolore, non tanto a livello di rielaborazione del lutto, ma proprio a livello della sua intimità, di quello che prova e di quello che vuole. Drew allora si muove, e come unica compagna ha il suo cane, Bella che io ho adorato dal primo all’ultimo momento, non solo perché con il cane ha un rapporto affettivo molto intenso, ma perché mi ha fatto pensare al mio cane, alla sua empatia, a come riesce a percepire le mie emozioni. Bella diventa allora una sorta di salvagente, non solo perché Drew riversa su di lei tutto il suo bisogno di affetto, ma anche perché è il tramite attraverso cui passa dalla sua vecchia vita e si adatta alla nuova. Un sostegno, un bastone a cui sostenersi nei momenti più difficili. Ma ovviamente la vera svolta per Drew arriva con l’incontro con Saint, il vicino di casa, l’affascinante, oscuro, sexy, tenebroso e rude, che incanta la ragazza dal primo momento, non solo per il suo aspetto fisico, che pure sconvolge e attira, ma anche per la connessione emotiva che si sviluppa dal primo istante, quegli occhi che le parlano in un istante, che le regalano emozioni mai provate, che la sconvolgono.
I had witnessed his pain in motion;
the way he had stroked over the sea fueled
by something so similar to what fueled me.
The agony he couldn’t hide from his caramel-colored eyes.
I was drawn to whatever was broken in him,
probably in the same way that he was drawn
to what was broken in me.
Il loro rapporto non è semplice, sia per il loro inevitabile legame, che si instaura immediatamente, sia per i problemi e le difficoltà che entrambi si portano dietro a livello emotivo. Se Saint ha paura dell’abbandono e cerca in tutti i modi di stare lontano da Drew, lei vive un conflitto profondo tra ciò che sente e ciò di cui ha bisogno, e quell’enorme vuoto che si trascina dietro come una zavorra. Come fai a vivere quando hai perso le radici della tua famiglia? E cosa fai quando scopri che quelle radici erano false? L’instabilità di Drew è infatti doppia. Non solo i drammatici eventi presenti, ma anche il passato della sua famiglia nasconde un marasma di situazioni inespresse e di segreti che rischiano di minare ancora di più la sicurezza della ragazza. Una storia dentro la storia, che si evolve attraverso ricordi, lettere e diari che aumentano il senso di tradimento che Drew prova. Non solo il suo bisogno di tornare indietro, ma anche quello di andare avanti, cozzano inevitabilmente con il castello di bugie che le è stato costruito intorno. E mentre cerca di accettare tutto questo, Drew si ritrova a compiere passi che non avrebbe mai pensato.
“Don’t judge me just
because I needed a break.
We can’t all be Saints…”
Una pausa, mettere in standby la propria vita, cadere in un circolo vizioso di idee e artifice che non lasciano tregua, se non in acqua, se non quando Drew nuota e può spegnere i continui ricordi che la investono ad ondate continue e micidiali, con un senso di profonda sconfitta.
The salt stung my eyes. Knowing the freedom that was waiting for me in the water,
I hadn’t taken the time to grab my goggles or a cap.
Freedom from my thoughts, moments that weren’t disrupted
by the snapshots of my parents…
their blood pooled on the floor…their lifeless bodies heaped in the positions they’d fallen in.
With each exhale, their blood seemed to slowly evaporate,
their bodies began to lift, their skin turned pink. Time reversed.
With this pause came an increased heart rate, burning muscles.
I purged my emotions, emptied them into the ocean.
In a place where I felt—and could be—truly weightless.
La soluzione non è semplice, il percorso lungo e laborioso, ma alla fine c’è sempre qualcosa di più di quello da cui siamo partiti, e la Mann con il suo stile unico e inconfondibile riesce a spezzare il nesso tra ciò che sembra inevitabile e quello di cui Drew ha davvero bisogno, creando una storia che non è facile da dimenticare.
Ci sono pochi personaggi secondari, ma tutti egualmente importanti per creare una storia emozionante e dare spessore ad alcuni passaggi. Tra questi voglio sicuramente citate Gianna, la migliore amica di Drew, che non ha paura di dire le cose come stanno, che fa sempre di testa sua, ma allo stesso tempo è un vero sostegno per Drew, l’accompagna per mano nei momenti più disperati e riesce ad esserci davvero per lei.
Una delle cose più interessanti del libro è l’ambientazione. Il Maine, con questa cittadina, Bar Harbor, che sorge sull’oceano, con i pescatori di aragosta, la sua frugalità, le camice di flanella, il freddo acuto, per cui Drew si ritrova a soffrire, che in Florida se lo sogna, ma soprattutto l’acqua salata dell’Atlantico e la notte, con la piccola insenatura dove Saint e Drew si ritrovano a nuotare, a confessarsi, a comunicare, a incontrare le proprie anime. E l’autunno che sembra emergere e personificarsi nelle cose e nelle persone, con quel freddo impetuoso che penetra le ossa, quella sensazione che solo il cambio del colore delle foglie può dare e l’idea di cambiamento, di addormentarsi per risvegliarsi più forti. Insomma una lente che permette di mettere a fuoco meglio i personaggi, e uno sfondo ideale su cui possono muoversi con una fluidità che ritrovi solo in certe storie.
Il particolare da non dimenticare? Una macchina per fare il caffè…
La Mann è riuscita a creare una storia universale, con un tono fresco e serio, che punta più all’emotività che all’apparenza. Una romance, in cui la vera protagonista resta comunque Drew, con la sua crescita emotiva e il suo turbolento viaggio nel dolore e nel lutto, da cui esce purificata, anche attraverso l’acqua. Dal simbolismo speciale, e dai paesaggi mozzafiato, descritto con la bravura di una scrittrice che si contraddistingue per le sue storie complesse ed emozionanti, “Pulled Beneath” finisce di diritto tra i miei libri preferiti, con la consapevolezza di aver letto una storia speciale. In uscita il 18 marzo per Booktrope ve lo consiglio caldamente e potete aggiungerlo su Goodreads e preordinarlo su Amazon.
Dal sito dell’autrice ho scoperto che sono previsti altri due libri nella serie Bar Harbor:
- PULLED WITHIN scritto dal punto di vista di Rae e in uscita in estate
- PULLED APART scritto dal punto di vista di Gianna e in uscita ad autunno
A detta della Mann vedremo ancora tanto Saint! XD
Io aspetto di poter mettere le mani sui due libri… voi intanto preparatevi, perché non vorrete di certo farvi sfuggire questo libro!
Buona lettura guys!
Ringrazio immensamente Marni Mann per avermi dato l’occasione di leggere in anteprima questo libro in cambio della mia onesta opinione. Marni è una delle persone più dolci, entusiaste e piene di talento che abbia mai conosciuto. Sono onorata di avere il piacere di conversare con lei e poter leggere e amare i suoi libri. Grazie infinite.