Oggi vorrei proporvi un breve estratto del mio libro, spero che possa stuzzicare il vostro interesse!
Rut, la protagonista, decide di prendersi un attimo di pausa, mentre all'interno del castello i festeggiamenti per la sua incoronazione continuano. All'improvviso, un giovane le si avvicina, sbucando all'improvviso...
-Gran bella serata, vero? Ottima per celebrare un evento solenne come la vostra incoronazione, non trovate?
Il giovane dai capelli neri, che Sara aveva fatto notare a Jack all'inizio della festa, si avvicinò alla Principessa, sbucando apparentemente dal nulla. Rut sussultò per la sorpresa e si alzò di scatto, stringendosi Vera al petto. Il ragazzo mascherato si accomodò sulla lastra di freddo marmo.
- Vi prego, onoratemi con la vostra squisita compagnia almeno il tempo necessario per fare la vostra conoscenza. Vi ho vista più volte durante le danze, ma devo confessare che ciò non è stato sufficiente per comprendere la vostra natura.
Sebbene fosse restia ad intrattenersi con quel giovanotto sconosciuto, la ragazza ritornò al suo posto per paura di compiere un affronto ad una persona di molto valore. L'illuminazione era scarsa e la luna non era sufficiente ad aumentare il chiarore delle fiaccole, ma non poté fare a meno di notare i suoi occhi: gelidi, imperscrutabili ma indagatori, sembravano celare tremendi segreti. Erano attraenti e terribili al tempo stesso e Rut se ne sentì subito intimorita. D'istinto cercò le guardie che controllavano il varco da cui era uscita, quattro in tutto. Non erano troppo lontane per accorrere in suo aiuto, se fosse successo qualcosa.
- Non avete ancora risposto ala mia domanda - osò l'adolescente. Poteva avere all'incirca l'età di Jack. Guardava davanti a sè, senza timore di sbagliare, sicuro di quello che stava facendo.
- Non me ne avete dato la possibilità - si difese lei.
- Avete la parola pronta. Una qualità che senza dubbio potrete sfruttare molto nella vostra vita. Soprattutto con i tempi tumultuosi che corrono.
Rut rabbrividì senza volerlo. Avvertiva una strana energia nell'aria, potente e oscura. Non riusciva a capire di cosa si trattasse, dato la sua quasi nulla istruzione in materia, ma si convinse fin dal primo istante che proveniva dall'invitato. Divenne ancor più irrequieta.
- Come mai non siete dentro a svagarvi?
- Ho ballato così tanto che mi fanno male i piedi e non riuscirei a fare un altro passo a ritmo di musica - rispose lei.
- Non mi riesce difficile intendere cosa significhi volteggiare per ore intere.
- E voi?
- Mi annoiavo. E poi, qui fuori la compagnia è di gran lunga più piacevole - disse il giovane.
Rut si sentì gelare fin nelle ossa, esattamente come quando aveva avuto un incontro ravvicinato con Philibert. A giudicare dal linguaggio con cui si esprimeva, il turbatore della sua quiete doveva appartenere ad una classe molto alta.
- Siete un principe? Non vi ho visto questa mattina, al pranzo.
- Cosa vi fa dedurre che nelle mie vene scorra sangue reale? Non mi pare di fare sfoggio di gioielli o tessuti molto ricchi.
- Allora avete avuto un'istruzione molto accurata.
- Infatti. Mio padre mi ha insegnato tutto ciò che è buona cosa sapere e sono un sostenitore della diffusione della cultura.
"Un ragazzo bene educato come questo e con una qual certa avvenenza non può essere in grado di fare del male. Forse i recenti avvenimenti mi hanno resa più diffidente verso gli sconosciuti. Comunque è meglio non abbassare la guardia".
- Qual è il vostro nome? - chiese Rut, interessata a asapere con chi aveva a che fare.
Ma il ragazzo riuscì ad aggirare la domanda.
- Vi prego, non sprechiamo questo tempo in quesiti di scarsa utilità, anche se la vostra è legittima curiosità.Chi lo sa, magari ci rincontreremo ancora e allora, perché no? Potrei anche darvi una risposta.
- Almeno ditemi da dove venite - protestò lei.
- Avete ragione, questo ve lo devo - rispose lui ridendo. Quando rideva, non sembrava poi così cattivo come i suoi occhi davano a intendere.
- Ho vissuro nel Regno di Hyglia fin da quando ero poco più di un neonato.
Messa in soggezione dal modo in cui la studiava l'ospite, Rut si alzò per camminare un poco nell'erba, nel tentativo di distogliere l'attenzione dell'altro e potersi avvicinare liberamente all'arco del salone, dove le danze continuavano. Anche il ragazzo si alzò e prima che la Principessa potesse rendersene conto passeggiava al suo fianco.
- Non avete una fidanzata da cui tornare? - lo interrogò, irritata: le aveva tagliato la strada.
- Sfortunatamente no. Non ancora. Se ce l'avessi non starei qui con voi, vi pare? - disse lui abbandonando un po' di quella gentilezza che era riuscita a calmare Rut.
- Devo andare, adesso. Sono sicura che mi staranno cercando, non vorrei che cominciassero a preoccuparsi. E' stato un piacere conoscervi.
Fece l'atto di superarlo e lanciarsi verso il varco luminoso, reggendo i lembi del superbo abito tra le mani, ma lui fu più veloce: l'afferrò saldamente per un braccio e la strinse con tanta forza da farle male. L'incanto era rotto.
- Oh no! Non manderete a monte il mio piano proprio adesso! - esordì con durezza.
- Cosa ...?!- esclamò Rut, colta alla sprovvista.
Tutta la galanteria, la cordialità e il rispetto che fino a quel momento lo avevano caratterizzato sembravano avere abbandonato il presunto nobile. Ora i suoi movimento erano freddi e violenti, privi di qualsiasi forma di calore.
- Lasciatemi andare! - intimò Rut decisa.
- Vi piacerebbe.- Lui la attirò a sé e le cinse l'esile vita con una presa d'acciaio, lasciandola senza fiato.
- Davvero pensavate che vi avrei permesso di andare senza prima avervi lasciato un mio ricordo?- le sussurrò nell'orecchio.
- La pagherete cara per quest'affronto. Lasciatemi andare. Guardie! - gridò.
In realtà aveva molta più paura di quella che volesse dimostrare. Non c'erano dubbi che i quattro soldati fossero abbastanza vicini per sentirla, ma stranamente nessuno si mosse. Sembravano statue di bronzo.
Il ragazzo sorrise, senza allentare la presa.
- Avete qualche altra brillante idea? Non ho impegni per il resto della serata, a meno che non accettiate un invito a cena.
Rut si sentì abbandonata. Se quello che aveva intuito era vero, e cioè che i cavalieri erano stto l'influenza di un incantesimo, ciò significava che era alla mercé di quell'individuò. Possibile che nessuno nella sala da ballo si fosse accorto della sua prolungata assenza, nemmeno sua madre?
- Non potete fare niente contro di me, cara principessina - sibilò aumentando la stretta.
Ormai la ragazza desiderava solo che il giovane la lasciasse libera di tornare nel Leheda; il suo cuore, per la paura e l'estrema vicinanza al corpo dell'altro, batteva troppo veloce. Se non si fosse calmato, Rut temeva che sarebbe svenuta.
Il ragazzo le accarezzò una guancia, impimendosi nella memoria quella sensazione e a nulla valsero i tentativi della fanciulla di evitare il contatto. POi l'aggressore passò le dita tra i capelli blu, obbligandola a guardare negli occhi.
- Seguitemi. A nessun'altra ho mai fatto una proposta del genere, ma per voi potrei chiudere un occhio.
Improvvisamente guardò alle sue spalle e si girò, mantenendo salda la presa su di lei, che si trovava ora al suo posto. Rut tentò di staccarsi nuovamente, senza successo.
- Chi siete? Perché state facendo ciò? - chiese con un filo di voce.
- Seguitemi, unitevi a me. Vi condurrò verso la salvezza.
- No, mai.
Lui avvicinò il proprio volto al suo.
- Se non sarà adesso sarà tra breve - ci tenen a specificare. Provò a baciarla, ma la reale voltò di scatto la testa.
Tuttavia l'assalitore non demorse, ma prima che riuscisse a dire o a fare qualsiasi cosa, Rut fece venire a galla la sua forza d'animo e il suo coraggio e sputò in faccia al suo aggressore. Fino a quella mattina, compiere un simile atto non era neanche lontanamente immaginabile, per lei. Un lampo di ammirazione balenò negli occhi dell'altro.
Successe tutto così in fretta che Rut non ebbe nemmeno il tempo di reagire. In un attacco di frenesia, il ragazzo le strinse i capelli i capelli sulla nuca e la baciò con determinazione, senza farsi troppi problmei, quasi fosse un suo diritto. L'aggredita non lo lasciò fare indisturbato: gli tempestò la schiena di pugni e cercò di toglierselo di dosso, ma lui sembrava voler prolungare quel primo bacio delal ragazza per l'eternità. Mentre cominciava a percepire le sue labbra diventare bollenti e bruciare, morsicò quelle del ragazzo con una forza che racchiudeva in sè tutta la gravità dell'offesa subita. Il giovane subito si staccò con un'esclamazione di sorpresa, tastandosi la bocca e poi osservando le dita macchiate di sangue.
- Maledetto - anche Rut si pulì le labbra con disgusto.
- Ci rincontreremo presto, piccola. Parola mia.