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Speciale Cinema Il rosso e il blu

Creato il 21 settembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Pubblicato il 21 settembre 2012 con Nessun Commento

Dobbiamo credere nella scuola, malgrado tutto, questo è il messaggio che con energia emerge dall’ultimo film di Giuseppe Piccioni dal titolo Il rosso e il blu.
Ordine e caos, illusione e disillusione abitano i protagonisti di questa storia, romantica e amara. La scuola con le sue le sue disfunzioni e imperfezioni, le sue crepe che non sono solo quelle delle pareti ma soprattutto quelle del suo sistema, sempre più inadeguato e vecchio, che si sbriciola nell’ambizioso tentativo d’essere solo il tempio della conoscenza quando semplicemente dovrebbe innalzarsi a luogo di crescita e di scambio. La scuola di Piccioni è un palcoscenico nel quale si alternano e intrecciano le storie di adulti e adolescenti, tutti legati da un comune malessere: la solitudine. Ma spesso le posizioni ribaltandosi mettono alla luce soluzioni nuove, il sapere non procede solo dall’alto verso il basso, dalla cattedra verso i banchi, quello che nel mondo degli adulti sembra assodato per gli adolescenti diventa occasione di critica e rivoluzione. E così Fiorito, il professore di storia dell’arte, che ha perso la passione per il suo lavoro, grazie ad una sua vecchia alunna, ritrova la scintilla per continuare a fare l’unica cosa che ha fatto per tutta la sua vita: insegnare; il professore Prezioso, giovane supplente di lettere, imbarcato nello speranzoso tentativo di salvare una sua studentessa si ritrova ad affrontare la sua ostinata abnegazione ed infine la preside Giuliana, rigida e inappuntabile, costretta ad occuparsi di un suo alunno, si lascia andare ad un affetto materno che va al di là del suo ruolo sconfessando il suo stesso dogma “nella scuola c’è un dentro e un fuori e noi ci dobbiamo occupare di ciò che è dentro”. La scuola non è solo il tema centrale del film ma anche l’occasione per analizzare l’esistenza. Margherita Buy (nel ruolo della preside); Riccardo Scamarcio (nel ruolo del professore Prezioso); Roberto Herlitzka (nel ruolo del professore Fiore) hanno dato vita a quella ordinaria quotidianità che palpita nelle aule e che va al di là dell’insegnamento regalandoci la percezione che il loro non è solo un mestiere ma una missione indissolubilmente legata al bene di tutti.

La frase chiave del film: “Sapere aude, abbi il coraggio di conoscere”

La recensione
Nolente o volente, ricordata spesso con rabbia o con nostalgia per un passato che non torna e per le occasioni vissute e perdute, la scuola nella sua idea istituzionale e fisica rimane un microcosmo pulsante e vivo a cui attingere idee ed emozioni. Tanti sono le pellicole che hanno tentato di scardinare tutte le possibili varianti che si diramano all’interno di un edifico che rimane scolpito nel vissuto di ognuno di noi. Pensiamo a La Scuola di Daniele Lucchetti, pluripremiata opera che analizza lo scontro dialettico tra corpo docente ed alunni, o a Notte Prima degli Esami, dove l’amarcord non è solo legato all’ultimo anno di un liceo ma ad un decennio cardine per la società odierna. In una memoria cinefila, però, il titolo più lampante rimane L’attimo fuggente di Peter Weir in cui lo studio del rapporto tra insegnante ed allievi va di pari passo con una adeguata caratterizzazione psicologica e con una drammaturgia da manuale.
Il bravo Giuseppe Piccioni, in questa sua ultima fatica, decide di puntellare in maniera solida ma allo stesso tempo discreta l’argomento scuola, senza rinunciare allo studio profondo e accurato delle solitudini umane. Sensibile e attento, il regista regala allo spettatore tre bei ritratti di personaggi “fuori dal mondo”, ricchi di una umanità spiazzante e carichi di un forte empatia.
Consapevole dei rischi dell’argomento e di tutti i clichè che comporterebbe, Piccioni, in maniera saggia, preferisce soffermare il suo sguardo su quella linea sottile che intercorre tra il dentro e fuori le mura di una formazione, non solo culturale, ma anche e soprattutto umana.
I tre protagonisti, professore, supplente e preside, sono esseri umani irrimediabilmente soli che desiderano però aprirsi, ognuno a modo loro verso la conoscenza dell’altro, in questo caso degli alunni. Con uno stile asciutto ma non per questo meno elegante, Piccioni gira un piccolo gioiellino di semplicità e umanità, dove lo sguardo rimane sempre partecipe ed accorato. A dar man forte a quello che si può definire uno dei migliori film del regista romano c’è un trio di attori affiatati e aderenti ai personaggi. Se Margherita Buy cesella con la classica misura il ritratto di una donna ligia al dovere ma che desidera qualcosa di più nel suo privato e Riccardo Scamarcio appare a suo agio nel ruolo di un giovane insegnante che vive il suo lavoro come una missione, è Roberto Herlizka che regala una interpretazione d’applauso nel rifinire i contorni di un uomo insoddisfatto e scoraggiato dal suo lavoro.

A cura di Katya Marletta e Gabriele Marcello


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