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Speciale Cinema – Recensione The Session di B. Lewin

Creato il 21 febbraio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

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La frase chiave del film: “Padre, ho bisogno di un’abbraccio”

E’ tanto che non si sentiva parlare di lei. Helen Hunt, icona degli anni ’90, il suo periodo di massimo splendore artistico (ricordiamo il Premio Oscar del 1998 come Migliore Attrice Protagonista per il film Qualcosa è cambiato), ritorna in grande stile alla ribalta con la sua ultima performance: Cheryl Cohen Greene, l’assistente sessuale di The Sessions, l’ultimo film del regista Ben Lewin. Potremmo aggiungere in gran forma, la bella cinquantenne Helen Hunt infatti per interpretare questo ruolo ha sostenuto egregiamente anche alcune scene di nudo integrale.
Tratto da uno degli episodi del diario (best seller negli Stati Uniti) della Dr. terapeuta del sesso Chery T. Cohen Green, il film ambientato in California negli anni ’80, è basato sulla storia vera del giornalista e poeta Mark O’Brien (interpretato da John Hawkes), costretto a causa della poliomielite a trascorrere la maggior parte della sua vita in un polmone d’acciaio, paralizzato dal collo in giù. Desideroso di sperimentare la sua sessualità e di perdere la verginità all’età di 38 anni, Mark assume una “partner surrogata”, la terapista del sesso Cheryl Cohen Greene, e si sottopone alle “sessions”, incontri che l’aiuteranno a risvegliare alcune parti del suo corpo non immuni all’istinto e al piacere. Ad accogliere la confessione del protagonista c’è poi l’amico sacerdote Padre Brendan, vicino spiritualmente al suo parrocchiano, che lo incoraggerà a conoscere se stesso.
The Sessions fa sorridere e commuovere, con intelligenza e sensibilità, senza sbavature, ipocrisie e falso pietismo. La pellicola esplora con analisi lucida e puntuale le paure, le esigenze, i limiti, la forza e la ricchezza interiore dei diversamente abili. Il sesso viene raccontato come uno strumento di conoscenza del corpo e dell’ essere, ben distinto dall’amore che non manca nella storia dei protagonisti ma non come unico elemento di lettura. Bravi i due interpreti principali.
Ora non ci resta che aspettare la notte del 24 febbraio e scoprire se Helen Hunt, in lizza per l’Oscar, farà sua la statuetta come Miglior Attrice non protagonista. Good luck.

A cura di Katya Marletta


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