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SPECIALE ESORDI – BOOKUP. esordire ad ottanta anni

Creato il 17 novembre 2012 da Atlantidelibri

 

Come non segnalare un esordio letterario compiuto ad ottanta anni!  Viene da pensare alle parole di Hokusai: “Tutto quello che ho dipinto fino a 65 anni non ha valore”, disse il pittore giapponese Hokusai. “Solo a 73 anni ho cominciato a capire come sono fatti veramente gli animali, le piante, gli uccelli, i pesci e gli insetti. A 90 penetrerò il segreto di tutte le cose. A 110 tutto – ogni punto, ogni linea – prenderà vita”. Insomma, il tempo di imparare, di mettersi in gioco e sperimentare non ha mai termine. Jamil Ahmad, ex funzionario civile pakistano, offre al lettore un vivace affresco di un angolo di mondo che solitamente viene dipinto come “il luogo più pericoloso della terra”,un area compresa tra Iran, Pakistan e Afghanistan, una zona isolata e remota, in cui le varie tribù che vi abitano sono riuscite a resistere quasi completamente all’influenza della modernità. La scena è ambientata negli anni Cinquanta, e le forti vicende con cui affascina il lettore fanno da sfondo ad un nuovo scontro tra gli antichi ritmi e le nuove esigenze di vita.

 

Jamil Ahmad, L’acqua più dolce del mondo, Bollati Boringhieri

Era il 1893, quando Sir Henry Mortimer Durand tracciò con un bastone una riga sulla sabbia del deserto per segnare il confine tra l’Afghanistan e l’allora India nordoccidentale, ora diventata Pakistan: uno dei tanti lungimiranti interventi britannici forieri di ogni genere di disastro. E disastri verranno in quel territorio. Oltre a quelli noti, come l’invasione sovietica e l’attacco americano, ci sono quelli che Ahmad racconta qui, in forma di romanzo. La narrazione comincia negli anni Cinquanta, e finisce una ventina d’anni dopo. A condurre il lettore attraverso le incredibili vicissitudini delle tribù locali, per lo più nomadi, costrette dalle guerre e dall’avanzare della modernità a perire per mancanza di cibo e acqua, a raccontarci le loro storie, le loro affascinanti leggende e l’imperscrutabile saggezza di cui sono portatrici, è un bambino, Tor Baz, “il falco nero”. Tor Baz nasce sotto il più infausto degli auspici: figlio di una donna colpevole di adulterio, viene alla luce in un avamposto militare nel deserto dove la madre ha trovato rifugio insieme al padre. Quando il piccolo ha sei anni, arriva un drappello di guerrieri guidato dal nonno materno, deciso a vendicare l’onore offeso uccidendo la figlia e il suo amante. Non ha però il coraggio di uccidere anche il piccolo, che vagherà fino all’età adulta da una tribù all’altra, da una figura paterna all’altra, conducendo anche il lettore nei recessi più oscuri del territorio e in quelli più misteriosi delle anime che lo popolano.



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