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Il sentiero lungo e buio si sta rischiarando.Ciao a tutti oggi è arrivato il mio turno,in questa prima settimana abbiamo deciso di proporvi alcuni dei personaggi, da brivido, realmente esistiti che hanno dato origine a libri, film ecc.. da spavento! Visto che Fine e Morna sono fissate con le figure maschili, io ho deciso di proporre una figura femminile.
A dimenticavo QUI troverete le altre puntate!
Una donna un po' discussa per la sua crudeltà, una donna che si ricorda per due cose, la prima è il soprannome che le è stato "affibbiato", creando una specie di leggenda attorno a lei, “Contessa Sanguinaria” o la “Contessa Dracula”, il secondo punto è quello di cui oggi ci occuperemo Erzsébet fu una leggendaria serial killer ungherse, considerata la più famosa assassina seriale sia in Slovacchia che in Ungheria. Erzsébet Báthory, conosciuta anche come Elisabetta Bathory (7 agosto 1560 – Čachtice, 21 agosto 1614) Lei e quattro suoi collaboratori furono accusati di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne. Le vittime oscillerebbero tra le 100 accertate e le 300 di cui era fortemente sospettata all'epoca; secondo un diario trovato durante la perquisizione in casa sua, le vittime sarebbero 650, e ciò farebbe di lei la peggiore assassina seriale mai esistita; ma gli storici tengono per vera la stima delle 100/300 vittime e sono scettici circa la veridicità e/o esistenza di questo diario.
Sono rimasta affascinata da questa figura da quando ho letto il primo romanzo dedicato a lei, tanto che ho fatto tantissime ricerche sul suo conto, chiamatemi sadica o pazza, ho cercato romanzi, biografie in generale, film ecc... Non sò perché ma io adoro questa donna, forse sarà il fatto che è del segno del leone come me? Nata un giorno prima di me, ma anche parecchi anni prima? Forse devo iniziare a preoccuparmi?!?
Il libro che mi mi ha portata a conoscere questa donna è:
Titolo: La Contessa Nera
Autore: Rebecca Johns
Editore: Garzanti
Pagine: 323
Descrizone
Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Murata viva in una stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Bàthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nàdasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sàrvàr è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini? La contessa nera si ispira alla figura della prima serial killer della storia, Erzsébet Bàthory, la contessa sanguinaria. Padrona spietata, torturatrice di centinaia di giovani donne, assassina crudele.
Ma non è l'unico che potrete leggere, se siete interessati a questo personaggio, eccovi altri due romanzi che mi attirano tantissimo:
Titolo: Elisabeth Bathory - la torturatriceAutore: Angelo QuattrocchiEditore: Malatempora
DescrizioneElisabeth Bathory, nata nel 1560 da una delle più illustri famiglie d'Ungheria e moglie di un grande condottiero, morì nel 1614 murata viva per decisione del massimo tribunale del tempo. Nel suo inaccessibile castello dei Carpazi, prigioniera di fosche magie, di assurde superstizioni, di solitudini sconfinate, di costumi e uomini a un tempo rigidi e crudeli, la contessa sevizia e uccide innumerevoli donne al suo servizio.L'autore ci conduce nelle sinistre camere di tortura dove perirono più di seicento fanciulle; ci mostra le infelici creature, con le carni denudate coperte di piccoli fori procurati dalle punture di spillo, bruciate da attizzatoi ardenti, tagliuzzate, morse dalle tenaglie; ci fa assistere a scene allucinanti durante le quali Elisabeth, aiutata dalle sue fatucchiere, urla di voluttà mentre sulle sue candide spalle scorre il sangue ancora caldo delle giovani e belle vittime...
Titolo: Erzsébet Bàthory - sangue e perfezioneAutore: Simona Gervasone
Editore: 0111 edizioniPagine: 220
Descrizione
La contessa sanguinaria, la contessa Dracula: chiusa nel suo castello, circondata da servitori senza scrupoli, alla continua ricerca del predominio assoluto. In un susseguirsi di passioni estreme che ne denotano la follia, si batterà ogni giorno della sua vita per annullare anche ciò che nessun essere umano può assoggettare al suo volere: il tempo.
Conosciamo il personaggio:Erzsébet nacque nel 1560 a Nyírbátor, un villaggio nel nord-est dell'attuale Ungheria, ma venne allevata nella proprietà di famiglia di Ecsed in Transilvania (odierna Romania). La sua famiglia, i Báthory-Ecsed, faceva parte delle casate protestanti ungheresi. L'albero genealogico dei Báthory comprendeva vari eroi di guerra, un cardinale e un re di Polonia. Nella sua famiglia, a causa della consanguineità (anche il padre aveva sposato una sua cugina), non mancavano malattie del sistema nervoso: molti suoi membri mostravano segni di epilessia, schizofrenia e altri disturbi mentali.
Fin da bambina, ella dava segni di squilibrio passando repentinamente dalla quiete alla collera. All'età di circa sei anni fu testimone di un fatto che lasciò su di lei una traccia indelebile: un gruppo di zingari venne invitato nella sua casa per intrattenere la corte; uno di essi venne però condannato a morte per aver venduto i figli ai Turchi. Le sue grida lamentose giunsero fino al castello, attirando l'attenzione di Erzsébet, la quale, all'alba, fuggì dal castello per vedere la condanna: dei soldati tagliarono il ventre di un cavallo legato a terra, il condannato venne preso e infilato nel ventre, rimase fuori solo la testa, poi un soldato ricucì il ventre del cavallo con il condannato al suo interno. Nel 1571, all'età di 11 anni, si fidanzò con Ferenc Nádasdy, di sette anni più grande di lei, e andò a vivere nel castello di Nádasdy di Sárvár nell'Ungheria centrale, presso il confine austriaco.
All'età di 13 anni, incontrò un suo cugino, il principe di Transilvania, il quale, sotto i suoi occhi, fece tagliare naso e orecchie a 54 persone sospettate di aver fomentato una ribellione dei contadini. L'8 maggio 1575 sposò, quindicenne, il promesso Ferenc Nádasdy a Vranov nad Topľou (Varanno), presso Prešov, nell'attuale Slovacchia nord-orientale. Al matrimonio fu invitato persino il sovrano del Sacro Romano Impero Massimiliano II, il quale, tuttavia, causa la lontananza, non poté partecipare, ma inviò una delegazione con un costoso regalo di nozze. Il marito, persona crudele e spietata, aveva studiato a Vienna, dove si era dimostrato un buon atleta (ma non un bravo studente); inoltre faceva all'epoca parte di un gruppo di spadaccini noto come il "Terribile Quintetto". Amava torturare i servi, senza però ucciderli: una delle sue torture preferite consisteva nel cospargere di miele una ragazza nuda e lasciarla legata vicino alle arnie di sua proprietà. Essendo Nádasdy quasi sempre lontano da casa per combattere i Turchi, la responsabilità del castello di Sárvár era affidata ad Erzsébet.Erzsébet amava vestirsi da maschio e verso i 18-19 anni ebbe una figlia illegittima che venne affidata ad un contadino. Nella leggenda popolare si dice che questa bambina sia la progenitrice di alcune delle famiglie più antiche della zona, quali i Mansfeld,i Riddler e i Helbinger. Nei primi dieci anni di matrimonio non ebbe figli, ma nei nove anni seguenti partorì tre figlie e un figlio. Fu una madre molto protettiva.Per passare il tempo quando il marito era lontano da casa, Erzsébet cominciò a far visite alla contessa Karla, sua zia, ed a partecipare alle orge da lei organizzate. Conobbe nello stesso periodo Dorothea Szentes, un'esperta di magia nera che incoraggiò le sue tendenze sadiche. Dorothea e il suo servo Thorko insegnarono a Erzsébet la stregoneria.Ecco cosa scrive in una lettera al marito:
Erzsébet riteneva un affronto intollerabile la fuga di una serva e la punizione era quasi sempre la morte. Una sera, una ragazza di 12 anni, Pola, riuscì a fuggire dal castello con indosso solo una lunga camicia bianca. Venne presa poco dopo e condotta dalla contessa, la quale la costrinse ad entrare in una gabbia cilindrica troppo stretta per sedersi e troppo bassa per stare in piedi. La gabbia venne quindi sollevata da terra tramite delle carrucole e spinta contro dei paletti appuntiti. Il nano al servizio di Erzsébet, Fizcko, manovrò le corde in modo che la gabbia oscillasse: in questo modo, il corpo venne fatto a pezzi. In un'altra occasione, in pieno inverno, fece condurre nel cortile, sotto la sua finestra, delle ragazze denudate. Ordinò quindi di versare acqua su di loro. Le ragazze morirono per assideramento.Suo marito non era da meno: una volta ai due sposi venne il sospetto che una serva si fosse finta malata, le fecero così infilare tra le dita dei pezzi di carta impregnati d'olio a cui fu poi dato fuoco; dopo questo fatto ben pochi osarono dichiararsi ammalati. I segni della sua pazzia si palesavano sulle sue serve, punite sempre più duramente per i loro errori.
Si dice che un giorno, dopo averne schiaffeggiata una, alcune gocce di sangue colarono dal naso di questa sulla mano della contessa. La Báthory credette, in seguito, che in quel punto specifico della mano la sua pelle fosse ringiovanita. Chiese agli alchimisti delucidazioni. Costoro, pur di compiacerla, si inventarono la storia che raccontava di una giovane vergine il cui sangue aveva avuto effetti analoghi sull'epidermide raggrinzita di un aristocratico. La Báthory, finì con il convincersi che fare abluzioni nel sangue di vergini giovani (in particolare della sua stessa classe sociale), o di berlo, quel sangue, quando queste fossero state particolarmente avvenenti, le avrebbe garantito la giovinezza eterna.
Si stima che abbia cominciato ad uccidere nel periodo tra il 1585 ed il 1610. Il marito ed i parenti sapevano delle sue inclinazioni sadiche, ma non intervennero. Cominciò a torturare e ad uccidere barbaramente giovani contadine, ed in seguito, anche le figlie della piccola nobiltà. Infatti, nel 1609 Erzsébet istituì, nel suo castello, un'accademia che aveva come fine (ma solo formale) l'educazione di ragazze provenienti da famiglie agiate. Le sue vittime, venivano spogliate, incatenate a capo in giù, quindi, seviziate. Le loro gole venivano recise ed il sangue scorreva lungo i corpi, pronto per essere raccolto e usato da Erzsébet. Si narra che la Contessa abbia fatto costruire da un orologiaio svizzero un marchingegno chiamato "Vergine di Ferro" (simile alla futura Vergine di Norimberga), la quale aveva la forma di una donna dai lunghissimi capelli biondo argenteo (probabilmente appartenuta a qualche fanciulla uccisa da lei stessa) che arrivavano fino quasi ai piedi. Ogni qualvolta una ragazza le si avvicinava, la Vergine di Ferro alzava le braccia e stringendola con una morsa mortale la uccideva, trapassandola con dei coltellacci acuminati fuoriusciti dal petto.Quando le denunce per le sparizioni delle signorine aristocratiche arrivarono alla Chiesa cattolica, l'imperatore Mattia II intervenne ordinando un'indagine sulla nobildonna. Gli inviati dell'imperatore entrarono di nascosto nel castello e colsero sul fatto la Báthory mentre torturava alcune ragazze; trovarono anche in molte stanze e nelle prigioni diversi cadaveri straziati e donne ancora vive con parti del corpo amputate. Fu incriminata e murata viva nella sua stanza con un foro per ricevere il cibo. Morì suicida quattro anni più tardi, lasciandosi morire di fame in cella. Altre quattro persone, tra cui la fedelissima badante Ilona Joo e l'amante Laszlo, un esponente della piccola nobiltà locale, suoi complici furono condannati e torturati con le seguenti sentenze: Fizkco, venne decapitato e gettato nel fuoco, Ilona Joo ebbe le dita amputate e bruciata viva assieme a Dorko. Non si sa invece che fine abbia fatto Katalyna Beniezky, la meno cattiva del gruppo della Contessa Bathory.
Non è mai stato chiarito il numero esatto delle sue vittime, ma dai suoi diari e i suoi appunti emergono 650 nomi accuratamente trascritti. Questo farebbe di lei la più efferata e prolifica serial killer della storia. Ma, come indicato sopra, gli storici hanno portato le vittime in una soglia compresa tra le almeno 100 e le circa 300. La sua storia sfuma nella leggenda ed è condita di tradizioni popolari. Erzsébet Báthory è infatti diventata un personaggio di culto dell'immaginario vampiresco, quanto il celebre principe Vlad III Dracula di cui fu anche parente.
(Biografia tratta Wikipedia)
Ci sono molte pellicole dove la figura della contessa è stata "sfruttata",un esempio è il film: Hostel: Part II, diretto da Quentin Tarantino, una certa "Sig.ra Bathory" tortura una ragazza tagliandole la schiena, la gola e facendosi bagnare dal suo sangue colante.Nel 1973 ci fu una trasposizione cinematografica (produzione spagnola-italiana) ispirata alla leggenda della contessa con titolo: Le vergini cavalcano la morte.
Purtroppo non ancora portati in Italia:
Báthory diretto da Juraj Jakubisko, nel quale è impersonata da Anna Friel.
Una costosa co-produzione europea in lingua inglese.Un affresco storico dell’Europa centrale del sedicesimo secolo, quando la Slovacchia stava combattendo una dura battaglia contro i turchi che cercavano di penetrare attraverso l’Ungheria nel cuore dell’Europa cristiana. E il ritratto dell’orgogliosa, bellissima e spietata contessa Erzsebeth Bathory, ovvero colei che la leggenda ricorda come sanguinaria assassina di vergini nel cui sangue faceva il bagno per preservare la sua giovinezza.
The Countess, diretto e interpretato da Julie Delpy. L’attrice nota soprattutto per Prima dell’alba e Prima del tramonto di Richard Linklater interpreta in The Countess la terribile Erzsèbet Báthory
Vissuta nel 1600, la Contessa era letteralmente ossessionata dal mito della giovinezza, tanto che secondo le leggende era quotidianamente alla ricerca di sangue di vergini per mantenere inalterata esempre giovane la sua bellezza.
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