Speciale “I Figli della Terra” di Jean M. Auel: aspettando l’uscita di “La terra delle Caverne Dipinte”
Pubblicato da Vittoria L. A. Cari lettori,finalmente, a poco più di trent’anni di distanza dal primo libro, sta per arrivare in libreria il sesto e conclusivo capitolo della saga de "I Figli della Terra” di Jean M. Auel. Previsto per il 9 Febbraio, “La terra delle caverne dipinte” ha l’obbiettivo di chiudere il cerchio. Ayla e Giondalar, dopo aver attraversato mezza Europa, aver conosciuto genti di ogni dove, dagli usi e costumi molto diversi, hanno finalmente trovato il posto da poter chiamare casa, il posto in cui far crescere la propria famiglia. Un sesto capitolo di commiato, che non lascerà i numerosi fan insoddisfatti.
In occasione di questa uscita, Diario di Pensieri Persi, ha pensato di proporvi uno speciale. Ripercorreremo con voi la storia di questa meravigliosa ragazza dai capelli del colore dell’oro e dalla spiccata propensione per le lingue e la comunicazione con tutti gli esseri viventi. Grazie all’infaticabile team di traduttrici, vi regaleremo molti extra che l’autrice ha inserito nel suo sito ufficiale, così da non farvi perdere niente, anche se l’inglese non è il vostro forte.
Sei libri, Sei post dedicati alla saga, Sei giorni per seguirci nella Preistoria, sulle tracce di Ayla, figlia della terra!Sì, avete capito bene, sei giorni, perché questo speciale inizia oggi Sabato 4 Febbraio e si concluderà Giovedì 9, giorno dell’uscita di “La terra delle caverne dipinte”. Un libro per ogni giorno, un mare di extra e curiosità da associare ad ognuno di loro ed un finale imperdibile.
Scoprirete che non ho agito da sola in questo progetto e che, come al solito, avrò da ringraziare le traduttrici che alla velocità della luce hanno aderito e si sono rese disponibili a tradurre la mole di roba che proponevo. Oltre a loro, c’è chi si è occupato delle immagini che, per una poco abile come me, risultavano irrecuperabili, oppure ha fatto collage di cover o ha realizzato il logo dell’evento. Altre ancora hanno fornito idee, consigli e molto altro. Tenete conto quindi, che la firma dei post è la mia, ma che alle spalle c’è stato un lavoro di squadra. Iniziamo quindi a ringraziare. Oggi tocca a Claire Queen,Valentina Bettio, Valentina Coluccelli e a Gabriella Parisi ad essere nominate. Ragazze, come sempre ottimo lavoro e grazie! Ora però, basta dilungarsi e non indugiamo oltre. Iniziamo ufficialmente questo speciale parlando del libro che ha dato il via a tutto: “Ayla fglia della terra”
AYLA FIGLIA DELLA TERRA (The Clan of the Cave Bear)
Un devastante terremoto ha lasciato la giovane Ayla sola, ferita e sperduta in una terra selvaggia e popolata da animali ostili. Raccolta e cresciuta dal Clan dell'Orso delle Caverne, ben presto Ayla si distingue per la sua diversità: è alta, bionda, con gli occhi azzurri e, soprattutto, è intelligente. Lo scontro con i paurosi e retrogradi Testapiatta del Clan è inevitabile. Ma in Ayla gli altri riconoscono la donna prescelta dal destino, l'eroina che li guiderà nella lotta per la sopravvivenza, perché nel suo sangue scorre il futuro dell'umanità.Ecco cosa si dice del libro sul sito di Jean Auel: (traduzione a cura di Valentina Bettio, fatta in esclusiva per Diario di Pensieri Persi)
Il Clan dell’Orso delle Caverne
Primo libro della Saga dei Figli della Terra
"Fantasioso, eccitante." — New York Times Book Review "Jean Auel ha eseguito un piccolo miracolo." — San Francisco Chronicle
In questo primo libro dell’amata Saga dei Figli della Terra, Jean M. Auel trasporta i lettori a tempi che risalgono all’alba del genere umano e li proietta nel magnifico ed emozionante mondo di Ayla, una delle più notevoli eroine mai immaginate. Oltre 30.000 anni fa, in un mondo che conosciamo ma che non potremmo mai riconoscere, una giovane bambina di cinque anni gioca da sola lungo la sponda di un torrente. Il suo mondo scompare improvvisamente, quando una catastrofico terremoto la lascia orfana in duro paesaggio dell’Era Glaciale. In un altro luogo, anche un gruppo di persone oggi note come Neanderthaliani scopre che il suo mondo è cambiato, poiché il terremoto ha distrutto la caverna che chiamava casa. Il gruppo deve, quindi, viaggiare alla ricerca di un nuovo luogo in cui vivere. E’ durante questa odissea che il Clan dell’Orso delle Caverne incontra Ayla, la bambina persa degli “Altri”, affamata e mezza morta a causa di un taglio alla coscia, infertole da un leone delle caverne intento a proteggere i propri cuccioli. Iza, una guaritrice del Clan, riceve il permesso di tentare di guarirla. Nonostante la gravidanza avanzata ed il pesante carico che sta già portando, Iza non lascerà la bambina in balìa degli elementi. La donna la porta con sé e il Clan, determinata a guarirla e a sopravvivere a questa prova.Iza e Creb, l’anziano Mog-ur (mago), iniziano ad amarla e, quando Ayla impara non solo a vivere secondo lo stile di vita del Clan ma anche l’arte curatrice di Iza, anche gran parte del Clan inizia ad accettarla. Ma il giovane selvaggio ed orgoglioso destinato a diventare il prossimo leader del Clan vede la sua diversità come una minaccia alla propria autorità. Egli sviluppa un odio profondo e persistente per la strana ragazza appartenente agli Altri che vive in mezzo a loro ed è determinato ad ottenere la propria vendetta.Così inizia la storia epica di Ayla – bionda, occhi blu, gambe lunghe e modi aperti – considerata bizzarra e poco attraente da parte del proprio Clan adottivo. I lettori possono trovare, nella storia di Ayla, quella che potrebbe benissimo essere la storia della sopravvivenza umana, in cui istinto, adattamento e conoscenze acquisite permettono ad Ayla di sopravvivere tra persone che non sono come lei, in una società che la vede come un’estranea, in un mondo in cui gli elementi, gli animali e l’inimicizia altrui trasformano la sopravvivenza giornaliera in una sfidaQuesto brano offre una visione chiara delle tematiche e della trama del libro, ma non rende in maniera ottimale quanto di più si nasconde dietro. Conosciamo Ayla sin dalla più giovane età, con lei sogniamo, piangiamo e impariamo. Per lei sentiamo un groppo alla gola quando deve lottare per farsi accettare in un gruppo di persone tanto diverso, di lei ci inorgogliamo quando si dimostra superiore ad ogni aspettativa del Clan, con lei ci immedesimiamo quando la bile corrode acida la sua gola, ogni volta che Brud la tormenta.
La Auel tratteggia la protagonista con straordinaria chiarezza: i suoi pensieri, le sue paure ci arrivano dritti al cuore, senza filtri. La descrizione del territorio, ma in particolare degli usi e costumi degli uomini del Clan, sono qualcosa di unico per accuratezza ed efficacia. Pare di vederla la Caverna del clan dell’Orso, con Iza intenta a curare qualche bisognoso, Creb immerso nelle sue meditazioni, Drug che fabbrica utensili, Brun e Brud che si apprestano a partire con il gruppo di cacciatori. L’uso di erbe a scopo medico, le tecniche di raccolta delle sementi o di caccia con la fionda, i rituali per la scelta dei totem e degli spiriti guida, vengono proposti naturalmente ed inseriti perfettamente nel loro contesto, risultando perfettamente verosimili. D’altronde Jean M. Auel ha studiato Archeologia, Paleontologia e Antropologia, materie che le hanno permesso di creare un lavoro sì di fantasia, ma di un’accuratezza storica invidiabile.
“Era alta circa un metro e quaranta, tarchiata, robusta di ossatura, con le gambe arcuate, forti, muscolose, ma camminava eretta sui piedi piatti, nudi. Le braccia, lunghe in proporzione al corpo, erano curve come le gambe. Aveva un gran naso a forma di becco, mascelle sporgenti come il muso di un animale, e niente mento. La fronte bassa declinava in una testa lunga, larga, appoggiata su un collo corto, tozzo. Sulla nuca aveva una protuberanza occipitale molto sviluppata, che ne sottolineava la lunghezza.Una morbida peluria marrone, tendente ad arricciarsi, le copriva gambe e spalle, correndole lungo la parte posteriore della spina dorsale, e si infoltiva in una chima di capelli lunghi, piuttosto cespugliosi. L’abbronzatura estiva stava già cancellando il pallore invernale. Grossa, rotonda, intelligente, aveva gli occhi scuri affondati sopra le arcate sopraorbitarie sporgenti, animati di curiosità mentre affrettava il passo per vedere cosa evevano trovato gli uomini.”Una Neanderthaliana, ma non una qualsiasi: questa è Iza, la donna-medicina del Clan della Caverna dell’Orso, che alleverà Ayla come se fosse sua figlia e che le insegnerà tutto ciò che sa sulle piante officinali e sull’arte di guarire. Impresa non da poco, perché per questi uomini del Clan, tutto è memoria regressa, fatta di gesti e ricordi, passati, come corredo genetico, di generazione in generazione. Ayla invece è diversa, la sua razza non ha la testa grande piatta, in cui l’antico sapere si affolla in attesa di essere risvegliato, lei deve imparare tutto dall’inizio, come in una tabula rasa. Sarà con grande sforzo e fatica che, la ragazza riuscirà a compensare il divario e a distinguersi per le sue doti di donna-medicina. Sforzo che in futuro l’aiuterà, rendendola così versatile nella comunicazione e nelle lingue.
La lingua. Già, la lingua sembrerebbe una barriera da poco, facilmente superabile con un pò di tempo. Ma se non si trattasse solo di suoni e parole diverse, ma piuttosto di segni? Il Clan infatti comunica attraverso i gesti, di mani e corpo, e sporadici suoni gutturali. Operazione non da poco, dunque, quella di estirpare la naturale propensione alla parola per trapiantarvi questo nuovo modo comunicativo. Ma i bambini sono delle spugne, e Ayla lo è ancora di più, con la sua voglia di sapere e di integrarsi
Un libro, quello di “Ayla figlia della terra”, che non può lasciare indifferenti: per lo stile chiaro e fluido, la minuziosa ricostruzione storica, l’affascinante protagonista e per la tematica della diversità. Ciò che importa è che lo leggiate guardando non solo al romanzo, ma ai fattori che lo hanno reso qualcosa di unico nel suo genere. Prendete la paletta e il pennello, e da bravi archeologi della letteratura iniziate a togliere la polvere e guardare più a fondo, scoprirete cose che neppure sospettavate.
CURIOSITA' Tra i diversi extra che è possibile ritrovare nel sito ufficiale dell’autrice, questo è uno di quelli che va a pescare nel passato. Non è un mistero che siano passati ormai poco più di trent’anni da quando le avventure di Ayla hanno incontrato gli occhi di un lettore, e mi ha particolarmente commosso poter vedere il manoscritto di questo libro. Se ci pensate, queste poche pagine messe a disposizione, e ora sotto gli occhi di tutti, hanno avuto un tempo in cui l’unico sguardo che le frugava frenetiche era quello di chi le aveva ideate. Ho trovato particolarmente carino questo fatto, così qual modo migliore per aprire questo speciale se non tornando dove tutto è iniziato?
Il link che troverete di seguito vi porterà direttamente alla pagina in cui potrete sfogliare gli estratti scritti a macchina, e a seguire potrete leggere la traduzione dell’introduzione a questi ultimi, fatta da Gabriella Parisi in esclusiva per Diario di pensieri Persi.
http://www.jeanauel.com/manuscripts.php
(Jean M. Auel sul Manoscritto Originale) Il manoscritto originale della Ayla, figlia della terra, che fu inviato era lungo oltre le 850 pagine, all’incirca più di 200.000 parole dattiloscritte su fogli di carta da 20 libbre, perché era ciò che si richiedeva per presentare un manoscritto, se si voleva essere considerati dei professionisti. Esso includeva anche una bibliografia dei libri utilizzati per le ricerche, e una sinossi degli altri libri della serie, perché sapevo già prima di finire il primo che ci sarebbero stati sei libri. La ragione per cui lo sapevo era che dopo aver finito di leggere i primi cinquanta libri, o qualcosa del genere, che avevo portato a casa dalla biblioteca, mi ero seduta alla macchina da scrivere ed avevo cominciato a raccontare a me stessa la storia che si stava formando nella mia mente. Ne venni completamente ossessionata, e non riuscivo a pensare a nient’altro. All’epoca chiamavo la storia I Figli della Terra* (* il titolo del romanzo in inglese è The Clan of the Cave Bear, ovvero Il Clan dell’Orso delle Caverne, mentre in italiano titolo richiama il nome che la Auel voleva darle originariamente. N.d.T.). Avevo abbandonato il lavoro, preso la mia laurea e i miei figli erano ormai cresciuti. Non avevo molti altri impegni impellenti, e così mi ci dedicavo per circa sedici ore al giorno, sette giorni su sette, talvolta facendo ricerche, ma per la maggior parte del tempo scrivendo. Prima di finirlo, meno di un anno dopo, era diventato un mostro di 450.000 parole, in sei parti. E poi lo lessi. Era tremendo. Tutto il cuore, l’emozione e l’amore che credevo di averci messo dentro non c’erano. Mi resi conto di non saper scrivere. Sapevo come metter una parola dietro l’altra per creare una frase, ma non sapevo come scrivere un romanzo. Che ne dovevo fare di quel mostro? Allora tornai in biblioteca e presi dei libri che spiegassero come scrivere, specialmente come scrivere narrativa. Pensai di prendere lezioni, ma avevo preso lezioni per quindici anni e sapevo che avrebbe significato andare a scuola per due o tre sere alla settimana, per un paio d’ore e scrivere ciò che qualche insegnante mi avesse richiesto di scrivere. Non ne avevo il tempo. Volevo ritornare sul libro che avevo scritto e dargli una sistemata. Dopo circa sei settimane di studio intenso, ritornai sul libro e cominciai a scriverlo di nuovo. Ora avevo un’idea di cosa bisognasse fare, ma il problema era che, inserendo il dialogo e le descrizioni necessarie per rendere la storia ‘viva’, essa cresceva. Non stavo tagliando testo, ne stavo aggiungendo. Giunta a metà della revisione della prima parte, avevo aggiunto altre 100.000 parole. È stato allora che ho capito che non avevo scritto un libro in sei parti, ma una serie di sei libri. Riscrissi il primo libro della serie dei Figli della Terra, Ayla la figlia della Terra (The Clan of the Cave Bear) quattro volte, battendo a macchina di nuovo l’intera storia ogni volta. Alcune parti le ho riscritte cinquanta volte, sempre battendole a macchina. Ma scrissi a macchina anche la prima bozza di 450.000 parole, che divenne lo schema per l’intera serie, e spesso battevo a macchina anche le annotazioni delle mie ricerche. Dopo il primo libro scrissi a macchina anche La valle dei cavalli (The Valley of Horses), più o meno nello stesso modo. Usavo una macchina dascrivere elettrica Smith-Corona; a dire il vero, ne usavo due. La prima incominciò a “mangiarsi il nastro” lasciando pezzettini di gomma masticata sul retro della macchina. Avrei dovuto andare il giorno successivo al negozio per farla riparare, il che significava perdere un giorno di lavoro, o meglio, per me si trattava di una notte. Ho sempre lavorato di notte – spesso vedo sorgere il sole e poi vado a letto. In realtà, quando la macchina si guastò, perdevo spesso due o tre notti di lavoro, cosicché acquistai una macchina da scrivere identica alla prima, tranne che nel colore, con l’identico font. In questo modo, quando una delle due si guastava, potevo passare all’altra. Mi spostai dalla macchina da scrivere al computer quando iniziai Gli eletti di Mut (The Mammouth Hunters). Il mio primo computer fu un Comucorp 685, da ufficio, con apposito programma di videoscrittura, programmi incorporati nell’harddisc Winchester e una stampante Diablo. Ed ora, trent’anni dopo, finalmente ho finito.SERIE I FIGLI DELLA TERRA
1. Ayla Figlia della Terra 2. La Valle dei Cavalli
3. Gli Eletti di Mut
4.Le Pianure del Passaggio
5. Focolari di pietra 6. La terra delle Caverne Dipinte Questa prima tappa dello Speciale I Figli della Terra è giunta al termine. Spero che vi sia piaciuta e che sia risultata utile per riportare alla mente un po’ di fatti che col tempo potevano essere diventati nebulosi. Lo scopo di questo tour è arrivare pronti alla lettura dell’ultimo e tanto agognato capitolo della serie. Vi aspetto per la seconda tappa, che troverete postata sempre su Diario di Pensieri Persi domani. Come avrete intuito, il protagonista sarà “La valle dei Cavalli”, libro in cui fa la sua comparsa Giondalar.
Non mancate!