interrompiamo per qualche giorno il nostro viaggio attraverso i romanzi di Jane Austen per dedicarci alla moda del suo tempo e in particolar modo agli abiti che le nostre indimenticabili eroine erano solite indossare: abiti stile impero. Ho il piacere di avere come ospite oggi Mauser, l'owner del fantastico blog Georgiana's Garden, che vi consiglio caldamente di seguire per i suoi interessanti approfondimenti, che ci parlerà di questi abiti, della loro nascita e diffusione e immancabilmente ci dirà anche a chi è sconsigliato o consigliato indossarli.
Buona lettura!
ABITI STILE IMPEROSi intende con la dicitura di stile impero una delle più importanti correnti dello Stile Neoclassico ed interessò moltissimi campi della vita: architettura, scultura, arti pittoriche, moda. Molti lo confondono con lo stile Neoclassico vero e proprio, ma in realtà nella dicitura di stile impero si fa espressamente riferimento ai canoni e allo stile, oltre che al periodo, sviluppatosi durante l’Epoca Napoleonica; usualmente lo stile impero viene citato per un periodo compreso tra il 1795 e il 1820, data dalla quale la vita degli abiti iniziò ad abbassarsi e la forma delle gonne mantenne poca somiglianza col predecessore.
La grande diffusione di questo stile è dovuta principalmente all’importanza che Napoleone, forse suo massimo sponsor, ricoprì nella politica e nell’economia europea, arrivando a dettare legge non solo in campo militare, ma anche nei canoni del costume. Napoleone era infatti ossessionato dall’idea di ricreare l’impero romano e riportare l’Europa alla grandezza di allora, facile quindi dedurne che spalleggiò volenterosamente uno stile ad esso ispirato. Altri importanti promotori di questo stile furono gli Illuministi, che fedeli alla loro razionalità, alla necessità di conoscere, capire e costruire al meglio secondo le nuove scienze, nuove scoperte e nuove linee, predilessero la modesta ma solida semplicità di questo stile allo sfarzo lussuoso che era invece tipico dell’Ancien Régime, che non si confaceva molto alle loro teorie filosofiche.
NASCITA E ISPIRAZIONELo stile impero è il classico esempio di uno stile che vive del passato, ovvero che si ispira nelle sue forme e nei suoi canoni a quelli di un determinato movimento artistico, ad una corrente, ad un periodo o ad uno stile preesistente, perlopiù è facile riconoscerli per la dicitura neo- che precede il nome (neogotico, neoclassicismo, neorococò,…).
Nella storia si riconoscono periodi di grande revival storico, nel caso dell’impero, il suo ispiratore è, naturalmente, lo stile classico proveniente dal periodo imperiale dell’antica Roma, col quale condivide la solidità della struttura portante, sia essa un’architettura o un corpo umano, ma anche la purezza della linea e del tratto, quindi pochi fronzoli, balze, volant e fiocchetti, si contano invece riccioli e foglie di acanto, colonnine doriche come sostegni dei mobili e rifiniture bronzee e dorate.
Come quasi tutti gli stili revival, la riscoperta fisica concorre efficacemente a riportare in auge certi stili e certi canoni e quindi, in aggiunta agli standard imperiali classici, che sono tipici anche del neoclassico, lo stile impero attinge a piene mani a quello che viene definito stile pompeiano, si riscontrano inoltre particolari influenze di altre civiltà antiche nelle decorazioni, in particolare egizi, etruschi, assiro-mesopotamici, ecc; questa particolare declinazione dello stile impero rispetto al neoclassico puro era dovuta ad un sempre maggiore interesse che si iniziò a dimostrare verso gli scavi di Roma e dei fori imperiali, così come le recenti scoperte archeologiche che hanno riportato alla luce la città sepolta di Pompei [città che, invece, noi posteri stiamo distruggendo lasciandola all’incuria e alla mercè degli agenti atmosferici nonostante la sua dichiarata sensibilità]; siamo anche nel periodo di isseppellimento della famosa stele di Rosetta, che permise finalmente di decifrare i geroglifici, così come anche i ritrovamenti della capitale ittita di Hattusa, situata sull’altopiano anatolico. Come vedete, i conti tornano.
ABITO ALLA "JANE AUSTEN"Jane Austen è sicuramente il personaggio storico che, più di ogni altro, ha contribuito a rendere famoso e apprezzato questo stile nella moda e l’ha fatto nella maniera più efficace, cioè vestendovi le sue sempiterne eroine: Lizzie, Emma, Anne, Jane, Elinor, Mariane… non sono poche e ce n’è una per ciascuno di noi, forse con la stessa filosofia delle Guerriere Sailor o degli Orsetti del Cuore, sei io mi ritrovo particolarmente nel pragmatismo della maggiore delle sorelle Dashwood, Elinor, e un po’ anche nell’intrigante personalità di Emma Woodhouse, per altri la combinazione potrebbe portare ad avere affini l’emotivo trasporto di Marianne, oppure ci si può riconoscere nell’irruente quanto acuta intelligenza di Lizzie, nella compassionevole, pia e dolcissima Jane Bennet, nell’incoscienza un po’ infantile di Lydia, nella passione per l’arte e la musica (purtroppo non condivisa) di Mary Bennet.
Insomma, non c’è Napoleone che tenga e neppure Paolina Bonaparte o Josephine Beauharnais che tenga, il vero motivo per cui ancora ci si ricorda di
questo stile, quando invece ci si è dimenticati del neogotico, è il fatto che lo portino disinvoltamente personaggi che ancora amiamo ed apprezziamo e con cui ci immedesimiamo anche dopo trecento anni di storia.Secondo me, se fosse stato solo per Napoleone, questo stile sarebbe finito nel dimenticatoio come accaduto al georgiano. Chi si ricorda di lui? Provate a scrivere “georgiano” su Google e vi usciranno immagini provenienti dalla Georgia. Ma c’è anche un altro motivo se lo stile indossato dalle ragazze Austen, l’interminabile truppa dei suoi romanzi, ha avuto tanta presa sul pubblico ed è la disinvoltura e la semplicità dell’eleganza con cui si abbigliano: l’abbigliamento stile impero si presta infatti alla perfezione nella rappresentazione eterna (usata già nell’antica Grecia) del confronto tra bellezza interiore/bellezza esteriore, tra semplicità nel vestire e nell’apparire e ricchezza di spirito, basti vedere il caso di Persuasione, dove la nostra protagonista sembra quasi vestita come una stracciona, tiranneggiata da ogni parente di passaggio, eppure la sua bellezza di spirito, il suo carattere, appaiono oltre la miseria decorativa delle sue vesti e dei suoi cappelli e anche della sua scarsa avvenenza. Le eroine più modaiole di zia Jane sono certamente le sorelle Bennet, con buona concorrenza della frivola e sognatrice Catherine, partecipano a balli e rinfreschi in giardino, fanno vita sociale e si incontrano a casa di questa o quella persona, sfoggiando mise che l’autrice ci tratteggia. Lo stile impero nell’abbigliamento femminile prevede vestiti dalle linee morbide, spesso drappeggiati, vita alta, tessuti leggeri, candidi e quasi impalpabili, maniche corte alla juliette e scollature, rotonde o quadrate, piuttosto profonde che mettono in evidenza un bel decolté. Anche il canone di bellezza femminile muta insieme allo stile: il neoclassico e l’impero sancirono un assoluto ritorno alla naturale bellezza delle donne, poche costrizioni (i corsetti non sono ancora delle trappole come in epoca Vittoriana), tinte pastello, capigliatura raccolta ma colore assolutamente naturale, preferibile se di un insignificante castano chiaro, pettinati in modo da lasciare scoperto il volto. La moda si rifece in maniera evidente alle sagome che il corpo femminile assumeva quando fasciato nel peplo o nel chitone. Curiosamente, nella foggia originaria, il chitone non prevedeva la vita alta, ma una cintura in vita che serviva per accorciare i due metri di tunica dell’abito femminile, creando il classico drappeggio; solo successivamente venne aggiunta una seconda fettuccia, questa volta a vista, posta sotto il seno che conferì al chitone la foggia poi ripresa dallo stile impero.Gli abiti da giorno, fabbricati in batista, cotone, lino, mussolina, lana più o meno pesante, erano candidi, adorni di fiorellini ricamati e di fattura semplice, lunghi oltre la caviglia e, ci dice l’illustratore satirico Thomas Rowlandson, talmente chiari e trasparenti che si riconoscevano le natiche e le giarrettiere delle calze, la scollatura, inoltre, era piuttosto profonda, tanto che nei casi più eccessivi arrivava addirittura a lasciar scoperti i capezzoli […E poi dicono che in passato erano pudici…]. Accessorio imprescindibile era il cappellino, il classico bonnet a forma di budino così famoso tra gli appassionati, legato sotto il mento con un nastro e realizzato in paglia o su supporti di stoffa.L’abito da sera, invece, era piuttosto diverso: satin e sete, damaschi e stoffe pregiate, anche velluti e bordature erano consentite, così come colori caldi o carichi (bordeaux, prugna, senape, mattone). Le stoffe scelte erano lucenti e frusciavano ad ogni passo e, dove lo si poteva permettere, le rifiniture erano impreziosite con passamaneria di pregio, ricamate o guarnite di perle. Se l’acconciatura era quasi standard per tutte le fasi del giorno (la solita crocchia riccioluta), di certo le signore non perdevano occasione di addobbarla con piume chilometriche e altrettanto fosforescenti o nastri. PRO E CONTRO DI QUESTO VESTIARIOInutile raccontarci frottole, questo stile, per quanto bello e indossato con grazia ed eleganza dalle eroine austeniane e dalle modelle anoressiche, non è portabile da tutti. Qualche anno fa, quando tornò di moda la vita alta nelle maglie e nelle camicie, si vedevano per strada scempi di dubbio gusto, ecco quindi che bisogna fare molta attenzione alla propria scelta.In generale, la vita alta, quasi considerata il simbolo degli abiti stile impero, va molto in disaccordo con un seno prosperoso, rischiando di farlo risultare volgare: su una maglia a collo alto lo fa sembrare ancora più maggiorato, mentre su una a scollatura la rassomiglianza con Poppea è notevole (Poppea quella del film di Quo vadis? Non quella vera…) La vita alta, inoltre, prevede che sotto il seno il tessuto scenda libero e scampanato, andando allargandosi, questo genera begli effetti con le stoffe e permette di mascherare un punto vita non proprio perfetto, ma crea anche pessime riuscite se indossato dalle persone sbagliate, come la sensazione perenne che l’indossatrice sia incinta o abbia i fianchi largi e non solo sulla ragazza di turno, ma anche sulle esili ed eteree mannequin delle sfilate Armani.In definitiva, sì allo stile impero se portato da persone con un seno non troppo generoso, di corporatura non troppo robusta e di statura alta (ideale per giocatrici di pallavolo). Per le persone basse questo tipo di abito rischia di farle apparire come delle nanerottole, lo stile impero, infatti, ha la pecca di far sembrare il busto e l’intera figura più tozza e a meno che non si vogliano impersonare i nani di Biancaneve, i puffi o Memole, sarebbe meglio darsi ad altro. Se siete alte un metro e ottanta, di hobby praticate canottaggio e avete i muscoli di Yuri Chechi, ebbene, potete metterlo, abbinando, magari, alle ballerine, che come scarpa nacquero proprio in questo periodo. Se però avete il fondoschiena da segretaria, una quarta di reggiseno o le spalle leggermente curve, secondo gli stilisti è meglio lasciar perdere. Il che mi porta a chiedere come mai abbiano spinto tanto questo stile, allora, talmente tanto che perfino io ho una maglia del genere nel cassetto e… sì, anche io sembro incinta, figuratevi un po’… Mauser