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Speciale Kennedy – 22 novembre 1963: cinquant’anni fa l’assassinio di JFK

Creato il 25 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Kennedy

Photo credit: NASA on The Commons / Foter

Ci sono molti eventi che hanno segnato la storia, alcuni anche in maniera drammatica. Si pensi all’invasione della Polonia da parte delle milizie naziste, o lo scoppio delle due atomiche in Giappone.

Il 22 novembre 1963, però, è una data diversa dalle altre. Per la prima volta dopo l’attacco a Pearl Harbour,  gli Stati Uniti, che stavano vivendo con trasporto il “sogno americano” e si stavano presentando al mondo come garanti della pace internazionale, si sentirono fragili, vulnerabili.
Quel giorno videro morire il Presidente degli Stati Uniti sotto gli stessi occhi.

L’uomo più potente del mondo, il simbolo vivente della forza crescente dell’America quel giorno venne brutalmente ucciso, per la prima volta dovettero rendersi conto che era soltanto un uomo.

Quello che l’America vide lo sanno tutti: il dramma di un uomo brutalmente ucciso mentre salutava una folla in festa, il dolore e l’amore di una moglie che si getta a raccogliere inutilmente i frammenti del cranio del marito ormai trasfigurato, come se sperasse che gli sarebbero serviti per salvarsi.

L’immagine di Jackie Kennedy ancora col vestito insanguinato (conservato ancora oggi nel National Archives in un’apposita sala climatizzata) che presenzia al giuramento del vice presidente Lyndon Johnson è impressa nella memoria dei cittadini americani, a cinquant’anni esatti di distanza.

Quel giorno Kennedy era impegnato a preparare la campagna elettorale per ottenere la rielezione a secondo mandato dell’anno successivo. La candidatura non era ancora stata annunciata, ma JFK aveva già deciso.

A settembre aveva fatto tappa in nove stati dell’Ovest, a ottobre si era recato a Boston e a Filadelfia. A novembre si era concentrato su Florida e Texas. Il 21 novembre aveva iniziato un tour di 48 ore, in cui avrebbe toccato ben cinque città texane. Aveva iniziato da San Antonio, poi Houston. Il 22 novembre sarebbe stato il turno di Dallas, ma quel giorno il 35° presidente degli Stati Uniti, il primo dichiaratamente cattolico della storia, fu assassinato.

Lee Harvey Oswald fu poi immediatamente identificato come unico responsabile, ma le indagini frettolose effettuate sulla vicenda si rivelarono spesso lacunose, e molti sono gli aspetti da chiarire


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