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Speciale romance 2010: le autrici italiane

Creato il 13 settembre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Care lettrici,
nel secondo giorno dedicato al Romance conosceremo le opinioni delle stesse autrici italiane del genere, le loro preferenze e i loro progetti. Leggeremo gli interventi di autrici italiane che da anni regalano alle lettrici storie appassionanti ma anche autrici più giovani che stanno emergendo come nuovi talenti letterari.
Lettrici ora tocca a voi! Cosa ne pensate? Fateci sapere le vostre opinioni!
ROBERTA CIUFFI
SPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Certo non negherò l’esistenza di una letteratura ‘alta’. Nessuna di noi scrittrici di romance si sogna di vedere un giorno i suoi libri affiancati a quelli di Dostoevskji o Kafka… se non per sbaglio, sugli scaffali di una libreria!
Quello che mi disturba è che il romance sia denigrato nell’ambito della stessa letteratura di genere, e cioè quella che comprende anche il thriller, il fantasy, la fantascienza, il noir. Cioè tutti quei tipi di letteratura legati a dei canoni, alla cosiddetta ‘gabbia’ narrativa. Apparteniamo alla stessa famiglia, ma ne siamo le figlie neglette. Credo che tutto origini dal fatto che il romance è una cosa ‘da donne’. E vista la considerazione in cui le donne sono state tenute per secoli, forse era inevitabile che una narrativa identificabile come femminile nascesse con una sorta di marchio d’infamia.
Va bene, che ci vogliamo fare? Andiamo per la nostra strada e infischiamocene. Magari verrà anche il nostro momento.
Ci tengo però ad aggiungere un appunto. Talvolta sento fare una distinzione tra un romanzo ‘vero’ e un romance. È una linea di demarcazione che non ha alcun valore. Personalmente ho letto decine di romanzi ‘veri’ che ho trovato noiosissimi, abbandonandoli attorno a pagina 50. E d’altra parte ho letto tantissimi romance che mi hanno tenuta incollata alle pagine fino alle ore piccole. E non per scoprire come andava a finire, perché in questo genere il finale è noto; il plot, come dicono in tanti è scontato; i personaggi sono prevedibili… E nonostante tutto questo, quei romanzi mi hanno stregata facendomi dimenticare il tempo che passava. Riuscite a immaginare la bravura di un’autrice che con un materiale così risaputo riesce comunque a creare qualcosa di emozionante, avvincente e che fa palpitare il cuore? Quanti romanzi ‘veri’ riescono a fare lo stesso? Assai pochi, tanto è vero che assistiamo ad una deriva nel sempre più improbabile, sempre più efferato e violento, sempre più strampalato, per mascherare con il fumo dell’originalità la carenza di abilità narrativa.
2. Qual'è la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
C’è un’idea che mi accompagna da anni, una sorta di time travel condito di magia, che spazia tra il periodo della seconda guerra mondiale e il rinascimento. Non l’ho ancora affrontato per mancanza di tempo, e sempre per mancanza di tempo ho solo l’inizio e la fine della storia. Per il resto, credo di aver sempre scritto quel che mi saltava in testa al momento, senza preclusioni se non quelle dettate dal buon senso.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Bè, da sempre le lettrici e le scrittrici sono affascinate dal binomio Lizzy-Darcy, così verrebbe da pensare che una coppia formata da una lei intelligente e arguta ed un lui ombroso e volitivo sia quella vincente. In realtà si è visto di tutto, fino alle peggiori aberrazioni del femminile e del maschile. Io credo che ci siano romanzi che vengono trainati dai personaggi, ed altri dalla storia. Nei primi, è più probabile che i protagonisti si adeguino agli archetipi dell’eroe e dell’eroina classici, perché devono solo riproporre, tramite l’abilità dell’autrice, un plot già conosciuto ed amato. Il secondo tipo consente di abbozzare dei personaggi più vari, che magari non si adattano perfettamente ai canoni del genere ma non sono per questo meno affascinanti. Almeno per chi li crea!
ELISABETTA BRICCASPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Penso che finché le autrici continueranno a scrivere di amplessi e coiti, il genere non potrà mai uscire dal ghetto. E' vero che non è facile disabituare a un certo approccio al romance, ma si può scrivere anche d'amore in modo poetico e sensuale, senza fare un trattato di ginecologia.
2. Qual'è la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Tutte quelle che la mia fantasia non ha ancora partorito, con una predilezione per un intreccio ambientato all'epoca della Roma Imperiale.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Ma Rhett Butler e Rossell O'Hara, chi altri?
BARBARA RISOLISPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Ne penso male, mai negato. Credo che in fondo tale discredito sia un esempio lampante di cosa può essere l'ipocrisia, nel senso che siccome si amano i sentimenti (a volte fini a se stessi e mirati al sesso esplicito), la cosa potrebbe far scadere la propria immagine. E' più chic dire che si leggono i saggi, i classici, le cose impegnate, mentre magari di nascosto ci si lascia prendere il cuore da scene d'amore profondo e pure di sesso (perchè no?). Non amo l'ipocrisia e quindi condanno questo atteggiamento, io stessa dichiaro apertamente di leggere il romance, come anche alcuni classiconi che amo e basta, senza voler far la splendida. Personalmente il romance lo scrivo anche, ho iniziato con un esperimento e sembra che la cosa mi riesca. Visto che il genere rosa resta il più venduto nel mondo (dico, nel mondo!)... perchè non contrubuire a far sognare i lettori?
2. Qual'è la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Sto lavorando su un romance pseudo-paranormale. Dico pseudo perchè chi mi conosce sa che non è mai come sembra, quindi... Tuttavia, il periodo notoriamente difficile che sto vivendo ha bloccato la mia produzione (temporaneamente), ma resta un progetto che certamente poterò a termine. Ambientazione? Transilvania. Ma niente vampiri, si sappia.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Va bene, mi si invita a nozze e io accetto l'invito, come non potrei? Le mie eroine sono due, come due sono i miei eroi. Rossella e Angelica incarnano ciò che io intendo per eroina romantica, donne con gli 'attributi' che tuttavia mantengono una femminilità forte, potente, incrollabile e inimitabile. La loro freddezza di base mi affascina perchè contrapposta a un languore e auna passione che abbattono gli ostacoli di vite ovviamente piene di ostacoli (siamo nel mondo dei romanzi, non potrebbe essere altrimenti). Tra le due, un punto in più lo concedo a Rossella, il motivo è futile: è mora e io preferisco i capelli neri.
I due eroi romantici per antonomasia sono quindi i compagni di Rossella e Angelica, vale a dire Reth e Goffredo. Di Reth amo quella sisimpatia e quel disincanto che gli permettono di sopportare i cambiamenti repentini di Rossella. Di lui amo anche quella pazienza sicura e scanzonata dell'uomo che la sa lunga e che non teme il rifiuto perchè capace di trovare in un 'no' un granse 'si'. Goffredo, uomo zoppo, sfregiato, neppure giovane ma abile in tutto, persino tacciato di stregoneria, pirata e signore è il mio ideale di uomo e sorrido pensando a Elisabetta Bricca. Perchè la Bricca? Durante i primi contatti che ho avuto con lei, al mio nominare il signore in questione, lei mi chiese 'La sindrome di Peyrac?'. Compresi di somigliarle e da questo forse è nata l'estrema stima che adesso riservo a una delle nostre scrittrici migliori. Comunque, è vero... ho la sindrome di Peyrac... l'uomo zoppo piace!
THERESA MELVILLESPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Il fatto è purtroppo incontestabile. All’origine ci sono responsabilità da spartire su più fronti. A mio avviso, responsabili sono in primo luogo quegli autori/autrici che credono basti farcire di melensaggini e banalità una storia d’amore a lieto fine per poterla definire un romance. Il Romance prende spunto dagli scritti delle sorelle Brontë, della Austen, del grande precursore Defoe, di Byron, Hugo, Hawthorne, Zola e molti altri. In questi testi, non c’è solo l’amore: ci sono sentimenti incerti, ambigue passioni e la sofferenza da cui spesso l’amore non prescinde. Sto citando i “classici”, d’accordo, i “mostri sacri”, ma, a parte il linguaggio narrativo, le vicende trattate sono permeate di realismo, scavano nell’animo umano per esaltarne i molteplici aspetti, perciò raggiungono il cuore del lettore e lì restano. Mi spiace dirlo, ma tra coloro che si accingono a scrivere un romance, molti presumono che un simile approfondimento psicologico non sia necessario. E a questo punto parlerei del pubblico, una fetta di pubblico, che predilige la lettura del disimpegno; reclama a gran voce il romanzetto d’evasione e l’editore, per ovvie logiche di mercato, lo accontenta. Io credo che lo scenario stia cambiando. Credo che le lettrici di romance comincino ad apprezzare un prodotto di qualità superiore. Gli editori non potranno che adeguarsi alla domanda, e questo comporterà una scrematura degli autori. Almeno è ciò che spero. Sottolineo che, con vero piacere, vedo crescere giovani scrittrici nostrane di tutto rispetto.
2. Qual’é la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Non c’è una storia che avrei voluto scrivere e che non abbia scritto, e sono grata agli editor di Mondadori per avermi sempre agevolata in questo senso. Ci sono stati alcuni soggetti, effettivamente atipici per il genere, per i quali ho dovuto penare, ma alla fine tutti sono stati sviluppati. Ogni mio romanzo nasce da un’esigenza del cuore e dello spirito, da un istinto che, per mia fortuna, non ho mai dovuto soffocare e che non mi ha mai tradito. A parte le trame, riguardo la scrittura sono invece perennemente insoddisfatta. Le mie revisioni sono estenuanti e interminabili; se non fosse per la scadenza del termine di consegna, correggerei a oltranza.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
I nomi sarebbero molti, ognuno significativo. Nomi di donna soprattutto, come quello di Hester Prynne, la coraggiosa adultera di Hawthorne, o di Therèse Raquin, la disperata uxoricida di Zola. Due figure controverse, me ne rendo conto, eppure intrise di quell’indomita, bruciante passione che supera il comune sentire. Tuttavia, quando penso a un’eroina in senso classico, penso a Jane Eyre: alla sua forza, alla sua indipendenza, alla sua capacità di donarsi e fare proprie le sofferenze dell’uomo che ama. E passando per Charlotte Brontë, arrivo ad Emily e a colui che rappresenta ai miei occhi il personaggio romantico per eccellenza: Heathcliff. Egli è l’incarnazione dell’amore primordiale e demoniaco, vittima di se stesso quanto di un sentimento devastante e ingestibile, tuttavia irrinunciabile. È un uomo senza tempo, un protagonista assoluto, scaturito senza mediazioni dall’immenso talento di Emily Brontë. Cime Tempestose è tra i pochi romanzi che, ad ogni rilettura, mi incanta e mi emoziona più della volta precedente.
Mi fermo ora o mai più. Ringrazio Alessandra per la splendida iniziativa e abbraccio lettrici e colleghe con sincero affetto.
MARIANGELA CAMOCARDISPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Io penso che la migliore smentita è fornita dai numeri: negli USA i romanzi d’amore raccolgono un fatturato annuo di circa un miliardo e mezzo di dollari, cifra che equivale al 13,5 per cento degli incassi di tutta l’editoria statunitense. In Italia solo Harlequin-Mondadori dichiara 6 milioni di copie vendute all’anno. Credo siano dati che offrono lo spunto per una seria riflessione che dovrebbe fare chiunque discrimina tale genere. Tre quarti della letteratura mondiale è strutturata su storie romantiche: opere celeberrime quali Orgoglio e pregiudizio della Austen e Anna Karenina di Tolstoj rendono superfluo ogni ulteriore commento in proposito. Solo, mentre altri generi sono stati ampiamente rivalutati, vedi giallo e noir, da sempre purtroppo il romanzo popolare è snobbato dalla letteratura classica perchè colpevole di non inventare narrazioni originali ma di proporre clichè già assodati e amati dal pubblico. Voglio però ricordare che scrittori del calibro di Honoré de Balzac, che vi si ispirò per la Comédie Humaine, e Giovanni Verga, hanno firmato narrativa romantica. Forse in Italia il romance uscirebbe dal ghetto in cui è confinato se si incominciasse a riabilitarlo come meriterebbe. Come? Puntando sulla qualità, a partire dalla copertine.
2. Qual'è la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Sarò forse banale, ma un romanzo con lo spessore di un classico, tipo I promessi sposi di Alessandro Manzoni, mi attira parecchio. Lo farei in versione moderna, ovviamente. Resta implicito che adoro la Storia, tutta, anche quella altrui: conosco perfettamente il periodo Tudor, i cupi scenari del seicento spagnolo, la Rivoluzione francese, con i suoi sviluppi e personaggi, ecc. Anche il Risorgimento e i Savoia, soprattutto le lotte sociali antecendenti che sfociarono nell'Unità di Italia, di cui si celebra il 150° nel 2010.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Ho sempre avuto un debole per Ulisse, l’eroe di Omero. Il re di Itaca fu un guerriero dotato di brillanti strategie belliche e di formidabili astuzie che si antepongono alle sue curiosità umane e alle sue debolezze psicologiche. L'avventura lo attirava al punto da cedere a tentazioni di vario genere, incurante delle traversie cui andava incontro. E tuttavia ciò non intacca minimamente il fascino virile di questo mitico condottiero. Un fascino che fece strage di cuori, dalla dea Minerva alla Maga Circe, da Nausicaa alla fedele moglie Penelope, che continuò a rimpiangere e a desiderare il suo sposo. Anche Robin Hood è un tipo che mi piace particolarmente, ma, se è permesso, vorrei citare l'affascinante e patriottico Furio Altieri, protagonista del mio romanzo di esordio Nina del Tricolore. Confesso apertamente che è un uomo che avrei tanto voluto incontrare... Tra le eroine che prediligo c'è Anna Karenina, che si innamora di Aleksjej Vronskij e asseconda questa passione senza nessun calcolo, se non seguire l'impulso del cuore, nè si lascia frenare dalle conseguenze che deriveranno dalle sue scelte esistenziali e dall'ineluttabilità del proprio destino. Ci sono altre donne speciali nella letteratura che apprezzo molto, tra le quali Francesca da Rimini e Lucia Mondella. Ritengo inutile spiegarne il perchè, vista la popolarità di cui godono entrambe.
LAURA GAY
SPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Non sono d'accordo con questa teoria. Come se parlare d'amore e di sentimenti significhi essere sciocchi, o peggio, ignoranti. Perché? L'amore non è qualcosa che fa parte della vita di tutti noi? Ci sono romanzi d'amore che hanno appassionato i lettori di tutto il mondo e resteranno per sempre nella storia della letteratura.
2. Qual'è la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Mi piacerebbe scrivere qualcosa che tocchi profondamente il cuore di chi legge, che lo faccia commuovere fino alle lacrime e gli faccia dimenticare ogni altra cosa, al punto da perdersi totalmente nella trama e nei personaggi che ho creato. Non so se sarò mai in grado di scrivere un romanzo così, però lo spero.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
L'eroe romantico, secondo me, deve essere un uomo forte e coraggioso, ma allo stesso tempo tenero e dolce con la sua donna. Qualcuno su cui si possa sempre contare. Qualcuno in grado di sfidare anche la morte per amore.
L'eroina invece deve incarnare femminilità, purezza di sentimenti e una totale devozione al suo eroe, senza però lasciarsi schiacciare o umiliare da lui. A volte si legge di personaggi femminili che vengono maltrattati dall'eroe di turno, ma appena lui si ravvede lo riaccolgono a braccia aperte, all'istante.
Ecco, questo non mi piace. Il messaggio che viene trasmesso al lettore è che la donna debba essere sottomessa all'uomo fino a perdonare ogni suo colpo di testa. Preferisco quelle eroine che, prima di concedere il proprio perdono, fanno riflettere un po' l'eroe e lo lasciano a macerarsi nel suo senso di colpa. Lui deve essere in grado di riconquistarle, dimostrando loro quanto sia grande e profondo il suo sentimento nei loro confronti.
KATHLEEN MCGREGOR
SPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Penso che il romance, come ogni altro genere, abbia una sua dignità letteraria e debba essergli riconosciuta; in ogni genere vi sono opere pregevoli e opere mediocri, il pubblico e soprattutto gli editori, dovrebbero iniziare a giudicare le opere in base alla loro qualità intrinseca senza discriminarle in partenza a causa della loro appartenenza a questo genere.
Il mercato attesta che il romance, nelle sue molteplici espressioni, è uno dei generi più venduti, ma questo successo commerciale purtroppo non si rispecchia in una pari considerazione dal punto di vista letterario.
Credo anche che a contribuire in certa misura al pregiudizio comune che vede il romance come un genere di serie B siano state le stesse case editrici, con la ricerca della semplicità e dell’immediatezza, nonché del perseguimento della quantità a volte a scapito della qualità, che se da un lato soddisfa un mercato mai sazio di nuove storie, dall’altro alimenta anche l’idea del romanzo un po’ usa e getta. Gli stessi paletti imposti alle autrici di romance costituiscono a mio avviso delle limitazioni che si basano soprattutto su parametri strettamente commerciali (per fare un esempio il n. di cartelle) che di certo non aiutano per quel che riguarda il lato puramente creativo e letterario.
Per fortuna ultimamente in Italia sembra essersi risvegliato un certo interesse da parte di alcune case editrici che speriamo preluda a una riconsiderazione del genere. Sono segnali tenui ma degni di nota in un mondo editoriale che fino ad ora ha tenuto sbarrate le porte delle librerie tradizionali al romance, con rarissime eccezioni d’oltreoceano.
2. Qual'è la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
C’è una quantità di storie in coda alla mia porta in attesa di essere raccontate, a prescindere da trama e ambientazione, direi che sono tutte meritevoli di essere scritte, per questo quando verrà il loro momento cercherò di farlo al meglio. Storie che esplorano il paranormale e l’urban fantasy, storie medievali e celtiche… come ho detto molte più d’una, e di una cosa sono sicura: dopo il romanzo cui sto lavorando, non saranno storie di pirati per un bel po’ di tempo.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Non ho un modello preciso di eroe o di eroina, e non credo riuscirei neppure a individuare quello che dovrebbe incarnare l’archetipo romantico. L’idea in sé a mio parere è piuttosto riduttiva, se consideriamo la miriade di splendidi personaggi che la letteratura romantica ci ha regalato a partire da Jane Austen e Georgette Heyer, fino alla Woodiwiss e alle autrici più moderne, oltretutto io sono tendenzialmente rivolta all’avventura, quindi ad essi si aggiungono tutta una serie di personaggi, forse un po’ meno romantici nel senso stretto del termine ma che io considero eccezionali esempi di eroi ed eroine, le cui passioni mi hanno fatto sognare come pochi.
Posso dire che qualunque esso sia, non importa se sia nobile o povero, onesto o fuorilegge, deve essere un personaggio credibile, possedere fondatezza storica ed essere quanto più vicino alla realtà, con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue debolezze, le sue paure, i suoi sbagli... Preferisco l’imperfezione alla perfezione, dato che niente è perfetto nella vita, perché possa avere davvero l’illusione di vivere e sentire la storia, sia come lettrice che come scrittrice.
ELEONORA SEGATORISPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
E’ vero che per lungo tempo il Romance è stato considerato un genere letterario minore, il genere per antonomasia letto da donne prive di una profonda cultura, bistrattato in pubblico e letto voracemente di nascosto, quasi fosse una colpa. Credo però che le cose stiano cambiando, le lettrici stanno uscendo allo scoperto e se ne fregano di presentarsi alla cassa della libreria con un bel romanzo d’amore. Ed è un bene, perché in realtà a questo tipo di lettura si dedicano donne di qualsiasi cultura e strato sociale, sbaragliando ogni pregiudizio. Perché nel Romance ci sono tutti gli ingredienti che servono per viaggiare con la fantasia, ridere e piangere di commozione allo stesso tempo, staccarsi momentaneamente dalla routine quotidiana alle volte grigia. E l’aggettivo rosa che spesso viene abbinato a questo genere è piuttosto riduttivo, poiché in realtà nel Romance ci sono un’infinità di sfumature, proprio come in un arcobaleno, la cui visione può dare solo gioia e ottimismo.
2. Qual'é la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Ci sto lavorando. Amo le storie tormentate, quelle piene di spessore, ma non a tinte troppo fosche. Mi piace alternare luce e ombre, momenti di introspezione a sprazzi di ironia. Perché in fondo è così che è la vita.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Leggo tanto, eppure non mi vengono in mente protagonisti che hanno incarnato alla perfezione il mio ideale. Certamente, però, debbono essere entrambi forti, avere profondi valori morali ed un forte sense of humor. Adoro l’ironia abbinata alla sensualità, trovo irresistibili i personaggi maschili che sono dotati di questi requisiti. Per i personaggi femminili vale lo stesso discorso, ma non devono essere assolutamente stucchevoli. Insomma, all’eroina leziosa, svenevole e taciturna preferisco quella coraggiosa, sfrontata e che dice sempre la sua. Magari sarà anche un po’ anacronistica, però facilita una certa immedesimazione.
MIRIAM FORMENTI
SPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1.Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Guarda, è qualcosa che io non ho mai capito e che mi fa anche arrabbiare. E’ stato riabilitato il giallo, che ora si è raffinato diventando Noir, così come la fantascienza, ormai tanto di moda; ma il romance no.
Di certo c’è un pregiudizio su questo genere, poiché molti pensano che non siano letture… signorili. Come se l’amore non fosse quello che vivono tutti i giorni anche le persone che si sentono superiori a questi racconti.
2. Qual'è la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Ho un Fantasy nel cassetto. Una storia che fino a qualche tempo fa mi pareva molto originale. Ci sono 50 pagine scritte in questo cassetto, e il resto è tutto quanto riposto nella mia mente.
Il problema è che sta lì dal ‘90, quando ancora il genere non era tanto di moda; e ora come ora, che è stato scritto di tutto, non mi pare più così originale.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Cominciamo con l’eroe maschile.
L’uomo che mi piace descrivere e che le lettrici vogliono, è sicuramente forte, coraggioso e intelligente. E’ un nobile, di solito abbastanza facoltoso. Trovo indispensabile la cosa perché così la protagonista non sarà costretta a fare la fame. E nei tempi passati la fame era proprio brutta. Difficilmente descrivo personaggi troppo tormentati, ma piuttosto uomini dal sorriso facile. Voglio che anche gli occhi ridano. Devono essere belli, anche se magari non sempre bellissimi. Spesso sono bruni con gli occhi chiari, e adoro aggiungere la fossetta sul mento (è un particolare che mi piace tantissimo). Il loro eloquio deve essere lievemente ironico. Non li voglio crudeli, nemmeno quando c’è un motivo grave, anche se mi piace molto farli arrabbiare e anche diventare un po’ violenti. Non desidero che la protagonista accetti un uomo fondamentalmente cattivo. Forse perché io non ne sarei capace.
La protagonista femminile, per me è fisicamente delicata, quasi sempre bella, anche se spesso il mio lui si chiede come mai lei lo attragga tanto, dal momento che ha avuto donne anche più belle. S’intende, poi, che la vede bellissima poiché ne è innamorato.
E’ spesso orgogliosa, ma infine ammette sempre i suoi torti. E non si fa abbattere dalle tegole che io le faccio regolarmente cadere in testa.
Anche lei è nobile, magari decaduta. Anzi, meglio se decaduta.
E’ colta e intelligente. Lo so che la donna del Medioevo o del Rinascimento, anche se nobile, era tutt’altro che colta; nonostante questo la mia protagonista deve saper leggere e scrivere, come del resto credo, le protagoniste delle mie colleghe.
CRISTINA CONTILLI
SPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE
1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Penso che sia poco considerato perché i protagonisti maschili sono in parte realistici in parte idealizzati in quanto si tratta di libri rivolti al pubblico femminile, ma anche perché c’è sempre l’amore che vince su tutte le difficoltà con l’immancabile lieto fine… credo tuttavia che sia un pregiudizio perché anche se questi due elementi che ho ricordato fanno parte della natura del romance quest’ultimo si è sviluppato negli ultimi anni in diverse direzioni dallo storico (anche molto accurato come ambientazione) al paranormale (quasi al limite con il fantasy) fino all’erotico… Perciò è riduttivo considerarlo almeno secondo me un genere minore…
2. Qual'é la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Qualche mese fa volevo provare a scrivere un rosa paranormale ambientato nel Risorgimento italiano con un protagonista che fugge dal carcere trasformandosi in unicorno, però, io mi trovo più a mio agio con il genere storico che con quello paranormale perciò, credo che per ora non se ne farà nulla… anche se potrei anche ripensarci!!!
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
Beh, non è facile indicare una sola tipologia, l’uomo comunque deve essere coraggioso, leale, affascinante sia come modi sia fisicamente, se è un libertino, non esserlo troppo o almeno cambiare atteggiamento nel corso del romanzo, se è un militare (o anche un cavaliere medievale) non essere troppo violento, anche se verosimile per l’epoca in cui è ambientato il libro… se è una donna io distinguerei due tipologie quella che si fa salvare e quella che invece prende in mano le situazioni e collabora attivamente con il protagonista maschile del libro… tra le due io preferisco la seconda… se poi parliamo di caratteristiche tradizionali la protagonista classica dei rosa è vergine e al primo amore, anche se oggi questa tipologia si è evoluta e si incontrano nei rosa anche vedove, cortigiane, modelle di pittori, piratesse, etc.
ORNELLA ALBANESE
SPECIALE ROMANCE 2010: LE AUTRICI ITALIANE1. Cosa ne pensi del fatto che il romance è considerato come letteratura minore e molte volte anche pesantemente screditato?
Cerco di essere obiettiva. Da ragazzina ho letto gli splendidi romanzi di Jane Austen, delle sorelle Bronte, ma quando poi ho cercato romanzi contemporanei proposti in Italia mi sono imbattuta in opere non all’altezza. Quelle straniere venivano tradotte male ed erano tagliate in modo da danneggiare persino la trama, quelle italiane spesso troppo ingenue. Così per un lungo periodo non ho letto Romance, poi è capitato che acquistassi per caso La dama col mantello di un’autrice che non conoscevo: Mary Balogh. Mi si è spalancato un mondo. In quegli anni il Romance in Italia aveva fatto passi da gigante, belle traduzioni, linguaggio forte o deliziosamente ironico, storie mai banali. Autrici italiane brave come le loro colleghe straniere. Così mi è venuta una gran voglia di cimentarmi anch’io nel genere. La mia scoperta deve essere stata quella di molte altre lettrici, perché è innegabile che il Romance si stia pian piano riscattando (ci vuole tempo per superare la diffidenza di anni) e questo anche grazie al lavoro di bloggers preparate ed entusiaste. Io sono ottimista. Se riusciremo a proporre sempre lavori di qualità, il Romance in Italia non sarà più considerato un genere “minore” (all’estero non lo è mai stato, forte di grandi vendite e di recensioni prestigiose)
2. Qual'é la storia che ti piacerebbe scrivere e che non hai ancora scritto?
Una storia forte e innovativa, che dia inizio a un genere. A me piace sperimentare, ho provato a scrivere romance con più storie importanti (L’avventuriero che amava le stelle), un romance che si tinge inaspettatamente di giallo (L’alba di un nuovo giorno), ma mi piacerebbe fare qualcosa di veramente innovativo, scardinando completamente certe regole. Come i tasselli di un puzzle. Disordinarli e poi ricomporli senza seguire la figura guida, ma scoprendo che con gli stessi tasselli si può creare qualcosa di assolutamente diverso.
3. Quali sono i personaggi maschili e femminili che a tuo avviso incarnano il topos dell'eroe e dell'eroina nella letteratura romantica?
D'istinto per il personaggio maschile direi Heathcliff di Cime Tempestose, che incarna l’idea di un amore potente, possessivo e anche crudele, che va al di là dei confini terreni. Ma, riflettendoci, mi viene in mente un romanzo che non appartiene alla letteratura prettamente romantica, ma piuttosto al genere avventuroso. Eppure è stata proprio la componente sentimentale di quel romanzo a coinvolgermi moltissimo. Parlo di The Scarlet Pimpernel di Baronessa Orczy, in italiano La Primula Rossa. Il rapporto tra i due protagonisti è magnifico: lei è un’attrice francese, bellissima, orgogliosa, combattiva, intelligenza vivace e battute taglienti, che ha sposato un aristocratico inglese, sir Percy Blakeney. Lui è indolente e vuoto, un damerino superficiale, assolutamente indifferente al disprezzo che lei gli dimostra, ma allo stesso tempo irremovibile nel tenere a distanza quella bellissima moglie, costringendola a un matrimonio di facciata. Il rapporto tra i due, così diversi e lontani, è quanto mai intrigante e si risolve col lieto fine obbligato. L’inettitudine di lui è solo un paravento per nascondere un uomo coraggioso che rischia la vita in imprese che salvano dalla ghigliottina i nobili francesi. Questo romanzo è stato considerato l’antesignano della letteratura di spionaggio, ma, nel mio ricordo, l’aspetto sentimentale è talmente forte e coinvolgente da prendere il sopravvento.
Per concludere in bellezza questo secondo giorno dedicato al romance, ascoltiamo le interviste fatte a due autrici romance italiane Sylvia Z. Summers e Samanta Catastini che ci raccontano un pò di loro e dei loro romanzi.
VIDEOINTERVISTA A SYLVIA Z. SUMMERS
Sylvia Z. Summers from Alessandra Zengo on Vimeo
VIDEOINTERVISTA A SAMANTA CATASTINI
Samanta Catastini from Alessandra Zengo on Vimeo

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