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Speciale vampiri: introduzione di alan d. altieri

Creato il 30 novembre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario

 

SPECIALE VAMPIRI: INTRODUZIONE DI ALAN D. ALTIERI

Foto: Wikipedia

Cari lettori, finalmente su queste pagine approda il tanto atteso "Speciale Vampiri" che vedrà come ospiti autrici internazionali che hanno accettato di intervenire e anche autori italiani più o meno conosciuti. Prima di lasciare la parola allo scrittore, traduttore e sceneggiatore Alan D. Altieri che ha gentilmente accettato il mio invito per presentare questo evento online dedicato ai vampiri, vorrei ringraziare tutte le case editrici che hanno aderito a quest'iniziativa e spero che i lettori apprezzino.
Vi invito a commentare numerosi e ad esprimere la vostra opinione in merito a questo articolo: PERCHE' SECONDO VOI IL VAMPIRO HA AVUTO QUESTO INCREDIBILE SUCCESSO LETTERARIO E CINEMATOGRAFICO NELL'ULTIMO PERIODO?
LA (NUOVA) ALBA DEL VAMPIRO ovveroIl fascino (Indiscreto & Eterno) dell’immortalita’ malefica
What the hell! Proprio quando ricominciavamo a sperare nella validita’ dei vecchi metodi. Ma sì, per cominciare santo martello & saKro pikketto. Piu’ crocefissi assortiti, aglio a grappoli, acqua pura (ce n’è ancora?) a damigiane, specchi (possibilmente non incrinati), etc etc etc. Insomma, tutta l’attrezzatura obbligata e obbligatoria del piccolo vampirista perfetto, tale da sbarazzarci di quegli invadenti salassatori.
Giusto?
Sbagliato.
Una nuova, radiosa alba popolata da orde si sukkiasangue è sorta su questo nostro pianetucolo dolente in attesa del liberatorio 2012. Discutibili facezie a parte -- pressochè in ogni forma della comunicazione scritta e iconografica (dal fumetto al videogame) -- l’intera mitologia vampirica sta vivendo una sua (ennesima) eterna giovinezza.
Leggendo da ragazzo l’immortale -- in senso di capolavoro letterario -- “Dracula” di Bram Stoker, nella fenomenale traduzione dell’ugualmente immortale Francesco Saba Sardi, mi schieravo tutto dalla parte del Principe delle Tenebre. E vi argomento anche perche’:
1. Dracula è solo, ma proprio solo, (R.M. Renfield non e’ nemmeno il suo garzone di bottega) contro un intero universo: sopravvissuto suo malgrado a un passato di orrori, costretto a fare i conti con un amore disperato e impossibile, condannato a coesistere con la propria mostruosita’ endogena. Ditemi voi se non e’ questo IL vero eroe romantico di tutti i tempi, letteralmente...;
2. Gli avversari di Dracula sono l’orgia dei perdenti: abbiamo il moscio rimbecillito (Jonathan Harker), il bullo farsesco (Quincey Morris), il demente tossico (Dr. Jack Seward), e, dulcis-in-fundo, il vittoriano sputasentenze sessualmente frustrato (Abraham Van Helsing). Come on, guys, get a life... no, even better: get a death!;
3. Le amanti di Dracula sono il meglio sulla piazza: a partire dalle tre sexy vampirelle su nella nera fortezza dei Karpazi (okay, ladies, let’s rock!), per passare alla spumeggiante Lucy Westenra (ready to jugular, old boy!), chiudendo in bellezza con la delicata (ma non troppo) Mina Harker (just suck me dry, my Prince!).
Insomma, Dracula Forever.
E’ il fascino inevitabile dell’immortalità. Esatto: transitare attraverso lo spazio e il tempo, osservando e studiando, testimoni occulti dell’umana fallacità senza perlatro farne parte. Al di sopra e oltre tutto e tutti. In sostanza, quanto di piu’ vicino si riesca ad arrivare alla divinità. D’accordo, c’e’ un prezzo da pagare: no immagini riflesse, no luce del sole, no cenette gourmet (che non siano emoglobiniche), ma in definitiva, come c’insegna il geniale John Milton nel suo capolavoro Paradise Lost...
“Servire in paradiso? Meglio regnare all’inferno!”
Ecco quindi i trend piu’ recenti di un filone mitico/ narrativo che si è già guadagnato l’immortalita’:
Trend #1) Vampiri “Classic”: un po’ come buon barolo invecchiato al punto giusto. Profetessa indiscussa di questa rivisitazione rimane la grande Ann Rice. Nei primi anni ’80, con il vampirismo erroneamente considerato materiale da biblioteca, il Lestat creato da Ann Rice -- e la sua intera saga susseguente delle “Vampire Chronicles” -- riporta in primo piano quelle facce livide e affilate, quelle marsine con svolazzante jabeau appena chiazzato di rosso;
Trend #2) Vampiri “Stylè”: o anche “vampiri Prada”. Difatti: alti ma non eccessivi, belli ma non sbracati, palestrati ma non ipertrofici, eleganti ma non azzimati, seducenti ma non ambigui, insomma le hanno proprio tutte, inclusa una loro millenaria societa’ parallela nemmeno troppo sotterranea rispetto alla corrotta societa’ umana. Ma si’, sono loro: la gang cromaticamente virata all’azzurrino di “Underworld”. Ipnotico okkione glauco-livido modello Ice 9 (Kurt Vonnegut for President!), magnifici spolverini di cuoio liscio e abbastanza volume di fuoco full-automatic da livellare Manhattan. Da un punto di vista visuale, quella del vampiro “stylè” e’ diventata una proposta dalla quale potrebbe essere difficile discostarsi;
Trend #3) Vampiri “Monstre”: passo evolutivo all’indietro rispetto a Dracula, il vampiro mostruoso è solamente una belva infame assetata di sangue, buono per una sola cosa: essere fatto fuori, se possibile nel modo piu’ orrido & splatter immaginabile.
Piccolo grande trionfo di come si affrontano i vampiri “mostre” rimane “30 days of night”, trasgressivo fumetto ideato da Steve Niles & Nigel Templesmith, diventato poi un inaspettato successo cinematografico da quasi ottanta milioni di dollari d’incassi diretto dall’abile David Slade. Ambientato nell’ultimo avamposto civilizzato dell’Alaska alle soglie di un intero mese di notte artica, “30 days of night” è una sorta di distillato di tutti i claustrofobici film d’assedio. Senza scadere nel clichè, dando ampio spazio al mattatoio, nel lavoro di Slade c’è almeno un passaggio magistrale. Marlow, capo dei vampiri “monstre” (un irriconoscibile Danny Houston, figlio del compianto maestro John Houston) sta per cibarsi dell’ennesima vittima implorante la grazia di dio. Quasi con rassegnata tristezza, Marlow indica verso il cielo, scuote il capo: “No god”. Dopo di che, slurp! Insomma, finalmente anche all’inferno ci siamo accorti che dio è morto;
Trend #4) Vampiri “Epidemic”: per i quali il vampirismo e’ generato un virus (in senso lato). Niente canini, niente grandi ali da pipistrello, potenziale capacita’ di affrontare la luce solare. In sostanza, il “virus vampirico” muta, distorce e inghiotte l’umano. Straordinario precursore di questa forse inevitabile variazione sul tema: Richard Matheson con il suo capolavoro della SF apocalittica “I am legend”. Portato in film ben tre volte, “I am Legend” affronta con incredibile maestria tutte le paure dell’uomo: solitudine, vuoto, alienazione, distruzione, autodistruzione... Non una sola sfumatura dello spettro emotivo e’ lasciata fuori da questo prodigioso apologo del lato oscuro.
Quello dei vampiri “epidemic” è il trend che contende ai vampiri “stylè” la supremazia del genere. Il vampiro “epidemic” potrebbe essere la saldatura di contaminazione con il genere zombi. Emblematici in questa sanguinaria terra di mezzo i due non indifferenti film “28”, giorni e settimane dopo. Quelle orde assatanate e urlanti sono zombi, sono vampiri, o sono qualcosa d’altro?
Well, qualsiasi cosa siano le creature di cui sopra, qualsiasi validita’ vogliate dare ai trend di cui sopra, almeno su un punto possiamo concordare. Eh, gia’, proprio come il rock & roll:
Vampire is here to stay, vampire will never die!
Alan D. Altieri
Ne approfitto per ringraziare di cuore l'autore per essere stato così gentile e disponibile da accettare di essere mio ospite.
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