Chi mi conosce, anche solo superficialmente, saprà che una della mie passioni più grandi è cercare: cercare un lavoro, cercare la serenità, cercare una spiegazione, cercare il sole, cercare me stessa, cercare nuovi talenti. Mi si potrebbe definire una sorta di talent scout, per quanto il mio faccione non sia ancora comparso su una qualche rete televisiva, in associazione ad una gigantesca croce rossa. Provo un’immensa soddisfazione nella scoperta di personaggi apparentemente anonimi con una qualche peculiarità straordinaria, che si tratti di occhio artistico, voce da usignolo o mano shakespeariana; proprio per questo molti dei miei post hanno l’intento di ritagliare un piccolo spazio per coloro che si meriterebbero le luci della ribalta ma sono inevitabilmente schiacciati da mostri sacri che, il più delle volte, presentano più del mostruoso che altro. Il talento è ovunque, basta appunto cercarlo ed avere il coraggio di portarlo alla luce: esistono spazzini segretamente tangheri, casalinghe non così disperate con la passione del surf o, più semplicemente impiegati di una qualche casa editrice, con tante cose da dire ed un penna interessante con cui raccontarle. Daniele Colosimo è il mio “compagno di scrivania”, il povero ragazzo a cui da più di due settimane è stata addossata la responsabilità della mia preparazione, e, tra le altre cose, anche uno scrittore emergente; giuro, non sono assolutamente di parte, sarà stata la fortuna, ma le cose vanno ammesse e a me il suo libro è realmente piaciuto. “La chiave per la maturità” ha l’umiltà di raccontare l’adolescenza per quello che è, un periodo semplice, in cui combattiamo maggiormente con noi stessi che con gli altri, un momento nel quale veniamo sommersi dalla responsabilità della crescita, fisica e mentale: si è tutti dei bambini adulti o degli adulti un po’ bambini, dipende dal punto di vista con il quale si preferisce analizzare il tutto, ma il risultato non cambia. Nulla di noioso si intenda, tutto si può dire del testo tranne che manchino i colpi di scena, ma su questo non voglio esprimermi, che senso avrebbe raccontarvi la parte più bella?
Vi basti sapere che Daniele è una di quelle persone che, per quanto la vita ci faccia obbligatoriamente prendere strade differenti, ha avuto il coraggio di provarci, di credere nei suoi progetti, raggiungendo una meta che non sarebbe stato giusto relegare a semplice sogno irrealizzato.
Io continuo a dirlo da tempo, diamo spazio a chi ancora non ne ha conquistato abbastanza, crediamo nelle potenzialità di chi non ha un nome altisonante, perché il bello si nasconde dove meno ce lo aspettiamo.