Era la primavera del 1932, a Berlino, quando Walter Benjamin andò letteralmente a sbattere, per strada, contro il suo vecchio amico Felix Noeggerath. Cominciarono a parlare e Noeggerath informò Benjamin che si stava preparando a partire per Ibiza. Andava a trovare il suo unico figlio, Hans Jakob, che studiava le lingue e le storie di quell'isola e, ben presto, invitò Benjamin ad unirsi a lui. Non era un buon posto, Berlino, per Benjamin. I nazisti gli avevano già requisito l'appartamento ed aveva perso il posto al giornale per cui lavorava, ed anche il programma di radio-storie per bambini stava per essere chiuso. Ibiza era lontana e meravigliosa, ed era anche un posto decisamente a buon mercato, di quei tempi. Accettò, cominciando così l'esilio che sarebbe durato fino alla sua morte. Ci rimase due mesi, su quell'isola delle Baleari, e poi ci tornò per altri sei mesi, intorno all'estate del 1933. Miserevolmente triste, sotto quel sole abbacinante non seppe fare di meglio che seppellirsi nel suo proprio passato remoto - o almeno così sembrava a lui - raccontandosi e scrivendo della sua infanzia a Berlino. Ma scrisse anche di dove si trovava, di quella sorta di "avamposto" dell'Europa, apparentemente non toccato dalla modernità, dove avrebbe potuto affrontare a testa alta la sua idea centrale: che la modernità atrofizzi la capacità di conoscere il mondo e di raccontare storie. E proprio a Ibiza, finì di mettere a punto quelle che poi sarebbero diventate le idee intorno a cui ruotano i suoi testi "importanti". E proprio in quello splendore allucinatorio, inventò una nuova forma di saggio, fatto di incroci e attraversamenti. Sogni, etnografia, icone, racconti. In poche parole, Benjamin, sotto il sole di Ibiza, "spiaggiato come una balena", perse la sua oscurità. Aveva cominciato già da prima, sul lungo viaggio in terza classe sulla "Catania". Undici giorni, da Amburgo a Barcellona, prima di imbarcarsi per Ibiza. Assorbito dai suoi racconti, fertilizzati dalla monotonia della vita di nave. Finiranno dovunque, anche nelle sue lettere, scritte sull'isola, a Gretel Adorno, e al suo amore, Jula Cohn.
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