Premettendo che la mamma dei cretini è sempre incinta, purtroppo non si arresta l’assurda rivalità tra i tifosi del Bari e quelli del Lecce. In questo caso che vi raccontiamo, poi, il paradosso è così grande che ci verrebbe da sorridere, se non fosse per la serietà della questione. Nel tacco d’Italia, infatti, gridare a qualcuno ‘Sporco barese’ è un’offesa peggiore di quella razzista perpretata a causa del colore della pelle. Lo ha sperimentato oggi pomeriggio il difensore del Lecce Souleymane Diamoutene, nato nel Mali.
Un gruppetto di teppistelli, uniti dall’amore per il giallorosso e dall’odio per i ‘cugini baresi’, dopo aver scavalcato la recinzione del campo di allenamento di Calimera ha affrontato a tu per tu il giocatore e gli ha rinfacciato i trascorsi in maglia biancorossa, quella del ‘nemico’. “Non c’é stato alcun insulto razziale – ha spiegato poi il giocatore, costretto ad abbandonare la seduta con i compagni e a rifugiarsi negli spogliatoi – ma solo offese personali per il mio passato a Bari”. Perché Diamoutene, nel pazzoide mercato dei trasferimenti, dopo aver disputato cinque stagioni collezionando 142 presenze a Lecce (con una breve parentesi di quattro presenze nella Roma), l’anno scorso è stato ingaggiato dal Bari dove, peraltro, ha trovato lo stesso clima ostile per i trascorsi nel Salento.
Chiuso da Bonucci e Ranocchia, il maliano alla corte di Giampiero Ventura ha disputato solo tre gare. Così quest’anno è tornato a Lecce dove, nonostante discrete prestazioni e un gol fatto dieci giorni fa con la Sampdoria, qualcuno continua a non perdonargli il passaggio a Bari. “Sono dispiaciuto per quanto è successo – racconta il difensore – mi sono venuti contro, mettendomi le mani addosso e cercando di sfilarmi la maglia di gioco. Ma nonostante l’accaduto sono molto sereno. L’unico mio cruccio è che oggi non mi sono potuto allenare regolarmente con i miei compagni. Sono andato in palestra, anche per stare un po’ più tranquillo. Ora pensiamo solo alla gara di domenica contro il Genoa. Poi avremo modo e tempo di parlare con la società. Io qui a Lecce sto bene: volevo rimanere e voglio rimanere. E’ normale che tutte le valutazioni del caso, anche alla luce di quanto è accaduto questo pomeriggio, dovrò farle con la societa”. La quale, in una nota, dopo aver stigmatizzato le violenze, si dice “sconcertata del fatto che si sia arrivati a tanto nei confronti di un calciatore che, tra l’altro, si è sempre contraddistinto per la sua serietà e professionalità, al quale va tutta la solidarietà”.
Ma domenica, per Lecce-Genoa, ci sarà Diamoutene? La risposta del calciatore non ammette repliche: “Spero di essere convocato, ma credo che questa vicenda possa, inconsciamente, condizionare le scelte del mister (Luigi De Canio ndr). Io, forse, al suo posto, la penserei così”.