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Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30...

Creato il 22 settembre 2014 da Lazitellaacida
E’ passato esattamente un anno da quando ho ricevuto la prima mail relativa al progetto Cityrunners: era il 12 settembre, ero a Parigi e più precisamente ero dentro il Museo d’Orsay di fronte ad un quadro di Degas: “Adidas vorrebbe collaborare con te”. Mi misi a saltellare, a saltellare davanti ad un Degas, il giorno del mio 30esimo compleanno a Parigi.

Morivo dalla voglia di conoscere i dettagli del progetto e nel giro di pochi giorni Elisa, l’adorabile pr Adidas, mi chiamò per spiegarmi a grandi linee la loro idea e dopo nemmeno qualche secondo, nei bagni degli uffici, stavo di nuovo saltellando.  Le informazioni all’inizio erano poche ma bastarono per convincermi: maratona, staffetta, 10 km, allenamenti, Adidas. E le ho detto SI, perché mai una sfida mi sarebbe sembrata più sensata di quella. Avevo già corso delle 10 km nel 2008 e nel 2009 ma avevo mollato al primo dolorino al ginocchio, pensando chissà cosa quando invece capisco solo ora che erano le scarpe sbagliate (erano morbidissime quelle Asics, ma non avevano il sostegno giusto per la mia caviglia da pronatrice). Il progetto vero e proprio è cominciato poi a fine gennaio ma avendo avuto quei 3 mesi di anticipo ho cercato in tutti i modi di arrivare il più allenata possibile, salvo poi capire che non si è mai abbastanza allenati per il coach Rondelli quando ti guarda fare le ripetute sconsolato come una mamma chioccia che guarda schiantarsi i suoi pulcini.
Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... Ciao, io vado al saggio di danza Quando a luglio, alla presentazione della II fase dei Cityrunners, mi hanno fatto parlare di fronte A QUELL’IMMENSA PLATEA di ragazzi e ragazze (il 90% provenienti dall’università, contribuendo alla sensazione di imminente vecchiaia) ho anche scoperto di a) non saper parlare in pubblico e b) che il 12 settembre di quest’anno sarei stata impegnata in una corsa. Se un anno fa l’idea di trascorrere il mio compleanno indossando un paio di scarpe da ginnastica mi pareva fantascienza, quest’anno ho capito che tutto è possibile. Anche programmare il giorno del tuo compleanno minuto per minuto tra arrivi dall’aeroporto, riunioni, stazioni e borse della palestra e poi ritrovarsi in strada, alle 2 di notte, guardando il tetto del tuo palazzo bruciare tra le fiamme. Di quest’incendio, oltre all’incredibile fortuna che ho avuto di non subire alcun danno, mi rimarrà di certo quella brutta, orrenda sensazione di paura. Paura illogica e irrazionale, come quando scampi un pericolo e solo dopo una manciata di secondi il tuo corpo realizza cosa è successo e comincia a tremare.


Il giorno del mio compleanno l’ho poi trascorso cercando di ripigliarmi, cercando di dormire, aiutando i Vigili nei rilievi e dando una pulita al solaio che era inondato di acqua. Sapevo di aver quell’impegno preso con i Cityrunners e non volevo mancare per nulla al mondo, al costo di trascinarmi per 7 km.
Una settimana prima ci avevano consegnato il completino da Cityrunner della festa: un bel fuxia acceso per evitare il rischio di passare inosservate per le ragazze e una timida tonalità di arancio fluo per i ragazzi. Il nostro headquarter per la serata è stata niente meno che Villa Necchi Campiglio, solo una delle ville più belle di Milano, amano viziarci questi dell’Adidas. Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... Villa Necchi Campiglio
Per cercare di motivarci (o deprimerci, a seconda dei punti di vista), prima di partire per la 7 km intorno al centro di Milano, era prevista una seduta di riscaldamento con Federica Nargi e il suo indicibile culo personal trainer. Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30...
Parliamone di Federica Nargi. Non una donna, un cartellone della Golden Point. Non una donna, uno schiaffo in faccia ai carboidrati. Non una donna, un accecante abbaglio di denti bianchissimi. Ma noi ragazze siamo delle VERE sportive e abbiamo pensato solamente a correre, anche quando lei si è fermata dopo il primo km (lasciandoci con il dubbio: ma se questa nemmeno corre, come fa a essere così figa?). Sarà che sono una delle poche fan della città di Milano (mai come in questo periodo sembra che tutti amino sputare nel piatto in cui mangiano), continuo a credere che se ami la corsa e ami questa città, poter correre nel mezzo del Centro Storico di notte renda tutto più magico, come se Milano fosse più bella, come se il Duomo, Corso Garibaldi, i grattacieli di Porta Nuova, il Castello e i giardini di Palestro fossero lì solo per noi che stiamo correndo. Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... (Siamo oneste: sembriamo un grosso, grasso addio al nubilato) Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... Non provate a cercarmi, non mi si vede. Ciò non toglie che siamo tutti fighissimi.
Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30...  Io e la lotta impari con i meccanismi tecnologici di monitoraggio del passo Sarò romantica, sarà la vecchiaia o sarà che correre mi rimette in contatto con la parte meno artefatta di me stessa: sto correndo mentre penso intensamente ai cazzi miei, ascoltando o non ascoltando la musica (sto provando ad eliminare la dipendenza da Beyoncé o meglio, sto finendo i GB del telefono sempre più spesso e Spotify è una droga), spesso sudata e nemmeno con l’outfit migliore (anche se sto cominciando a chiedermi: mi sento più a mio agio in tenuta da corsa o con una full skirt addosso?). Sono solo io e i miei piedi che si aggrappano alla strada per fare un passo in più. Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... SONO FIGA, YEY!
Dopo la nostra sfilata per il centro città siamo tornati verso Villa Necchi dove lo chef Oldani ci ha impartito una lezioncina sull’arte del risotto facendomi ricordare che non ne mangiavo uno dal 2002. Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... Antonio Conte Chef Oldani Dopo il recovery meal a base di risotto Oldani, pistacchi e taralli io e l’impavida Veronica abbiamo sfidato la sorte e nel mezzo della nostra Golden Mezzora (che, per chi non ha letto le puntate precedenti, sono i 30 minuti seguenti la fine dell’allenamento in cui i muscoli stanno ancora bruciando come altiforni e le endorfine non ci fanno sentire più la fatica ma solo l’euforia, una grande enorme E U F O R I A) abbiamo chiesto a Federica Nargi di fare una foto con noi. Il mio ragazzo poi ha avuto l’ingrato, ingratissimo compito di scattare la foto sapendo che doveva far apparire cessa lei e delle fighe accettabili NOI, quando insomma adesso con tutto il rispetto per Veronica ma in effetti, è piuttosto impossibile. Ma poco male, la foto ce l’abbiamo, i denti della Nargi sono stupendi e forse sono solo io che mi fermo su questi dettagli insignificanti ma che sia figa e che abbia un bel sedere è abbastanza ovvio e alla portata di tutti quindi preferisco soffermarmi sulle sue sopracciglia e sui suoi denti.
Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... Sarò anche più alta ma non posso fare a meno di notare l'altezza delle tette della Nargi rispetto alle mie.  Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30...
Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30...Il mio fidanzato mi ama tantissimo perché in questa foto solo io sono a fuoco.
La festa poi è proseguita a base di musica incredibilmente tamarra -e per questo splendida- a cura di Andrea Delogu ed Ema Stokholma che hanno fatto scatenare anche il nostro temibilissimo coach.
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Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30...  Diciamolo, di solito non è così felice il coach Rondelli quando ci allena Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... Sì, capelli da Cityrunner Insomma, il primo compleanno dei Cityrunners è stato festeggiato, il mio pure (con forse troppe candeline), tra poco ricominceranno gli allenamenti (verso gennaio, perché correre quando ancora c’è un po’ di sole ci fa schifo, ci fa) ma ciò non toglie che una piccola rappresentanza di Cityrunners ormai sia presente ad O G N Imanifestazione sportiva della zona. Purtroppo nonostante la mia fedeltà a Radio Deejay e al culto di Linus alla Deejay 10 non potrò esserci ma sarò presente all’imminente Midnight Run, venerdì 26 settembre perché dio non voglia ch’io abbia una vita sociale al venerdì sera ma una vita sportiva sì.

Visto che di leggings stampati fuxia non vi è mai l’armadio sufficientemente pieno, ecco esattamente la nostra divisa da Cityrunner e dove acquistarla (online amiche, evviva l’e-commerce, evviva le e-commerce manager evviva me!). Sporty Post: Un anno da cityrunner, gli altri 30... Reggiseno - Leggins (questi sono sold out ma abbiate fede) - T-shirt - Scarpe
Non vi sono bastate le foto? Qua il video dove potete godere della mia prima interpretazione da attrice (quella che corre storta nel buio, quella che corre da sola sui marciapiedi, quella con lo sguardo perso alla fine).

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