Contrariamente a quanto girato nel web e nelle pagine dei quotidiani romani, la Delibera approvata dall’Assemblea Capitolina “Sposarsi a Roma” non prevede alcun rito nuziale al Colosseo…
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Su proposta del Consigliere Panecaldo (PD) il 29 maggio scorso l’assemblea Capitolina ha approvato una Delibera battezzata “Sposarsi a Roma” (1), che prevede “che siano individuati, con deliberazione di Giunta, i luoghi da destinare in tutto o in parte alle celebrazioni dei matrimoni civili, oltre ai luoghi attualmente utilizzati”. Quindi si offrirà a tutti coloro che si sposano nella Capitale la possibilità di celebrare il matrimonio in locations suggestive, come previsto dalla Circolare n.10/20014 del Ministero dell’Interno, che riporta il parere del Consiglio di Stato (2) che stabilisce che “l’esternalizzazione del rito matrimoniale in siti a valenza storico- artistica o paesaggistica rappresenta un’opzione coerente con i valori protetti dalla Carta Costituzionale“. Una possibilità che, se applicata con i necessari “paletti”, permetterebbe alla gente di “vivere” la città e gli spazi non solo come luoghi da difendere e tutelare (necessità prioritaria e indiscutibile) ma anche come luoghi dove stare insieme e festeggiare. Naturalmente ci sono molti aspetti da valutare attentamente: primo fra tutti l’impatto su luoghi strutturalmente “fragili” e il rischio di danni all’ambiente e all’archeologia, il mantenimento dell’accesso pubblico dei siti aperti ai visitatori, lo stravolgimento dell’identità dei luoghi al servizio delle esigenze del “business”, l’alta possibilità che l’iniziativa possa diventare un Cavallo di Troia per altri “eventi” commerciali ancora più impattanti.
Come al solito si tratta di stabilire le regole e di farle rispettare, soprattutto per i luoghi storici e archeologici o di pregio ambientale. Sono comunque assolutamente da escludere il Colosseo e tanti altri monumenti importanti della città, e devono essere fissate norme rigide che garantiscano la vigilanza, le assicurazioni, un congruo ritorno economico, la fruizione dei luoghi da parte dei normali visitatori (magari da destinare al restauro e alla manutenzione del nostro patrimonio) etc.
E tutto ciò – fortunatamente – è previsto dalla delibera approvata, che stabilisce “che sia individuato un tariffario per i suddetti luoghi, tempi e modalità di utilizzo, in base
al servizio richiesto” e “che, a cura della Giunta, entro sessanta giorni dall’approvazione della deliberazione, si rediga un regolamento per la celebrazione dei matrimoni.”
Da pianetadonna
Nessuna traccia nella Delibera quindi, di matrimoni al Colosseo nè in altri luoghi, che saranno individuati in seguito. L’unico che si è fatto prendere un po’ troppo la mano nelle dichiarazioni giornalistiche è il promotore Panecaldo (3), il cui entusiamo fotunatamente non è condiviso dal Ministro Franceschini, che ha liquidato la faccenda con un ““Nozze al Colosseo? Mi sembra un‘idea a dir poco stravagante..“
Carteinregola seguirà passo passo lo sviluppo del regolamento. Per il momento tiriamo un respiro di sollievo, dopo aver temuto che l’Anfiteatro Flavio potesse diventare lo scenario di passerelle kitsch, banchetti e lancio del riso, trasformando un’icona della nostra storia e cultura in quella sorta di Disneyland napoletana dove ci si sposa in costume d’epoca con carrozze e cavalli. _____________________________________________________________
(1) scarica la delibera Sposarsi a Roma – Proposta RC.2014.4874_PD_34_2014
(2) scarica la Circolare n. 10 2014 matrimoni del febbraio 2014 con il parere del Cosniglio di Stato del 22 gennaio 2014
Nozze al Colosseo: Roma approva la delibera
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Nozze al Colosseo: Roma approva la delibera
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