Oggi sono qui per parlarvi di un libro che mi è arrivato per caso nella mail, non proprio il genere che leggo, ma ho accettato di parlarne qui sul blog perché la scrittrice, che se lo è autopubblicata, mi è rimasta subito simpatica. Credo molto negli autori indie, quegli autori cioè che credono così tanto nel loro libro che provano a pubblicarlo con le loro forze. Se non si dà loro una chance, a chi la si dà. Certo, in un mondo come quello dell’editoria bersagliato ogni giorno di nuove uscite non sempre è semplice stare dietro a tutti ma in qualche modo è bene uscire dal proprio piccolo orto, e impegnarsi seriamente. Cerco sempre di aiutare, come posso, e nel limite delle mie possibilità chi me lo chiede e finora ho sempre incontrato persone simpatiche.
Il libro di oggi è “Getting Rooted in New Zealand” di Jamie Baywood. È una memoria di viaggi, autobiografica, basata sull’esperienza di Baywood.
Di cosa parla il libro?
Desiderando un cambiamento e mancando di ogni logica, a 26 anni, Jamie, una piccola e simpatica californiana, si trasferisce impulsivamente in Nuova Zelanda per evitare di uscire con qualcuno dopo aver letto che la popolazione del paese conta 100000 uomini in meno. Nel suo diario, ha catturato con uno sguardo onesto sé stessa, il suo passato e la suo meraviglioso e sconcertante nuovo mondo pieno di personaggi curiosi e situazioni imbarazzanti in bizzarri lavori. Ha dovuto andare fino alla fine della Terra per incontrare un collega viaggiatore prima che Jamie impari cosa significa mettere radici.
Dove trovare il libro:
Goodreads | Amazon