Sentivo la dolcezza delle sue ossa leggere
e delle sue idee posate,
la vulnerabilità del suo amore.
Si sapeva da un po’ che oggi 10 ottobre 2013 sarebbe stato annunciato il Premio Nobel per la Letteratura. Sono stati fatti diversi nomi nei giorni scorsi, ma francamente non ho seguito bene tutta la faccenda, sia perché gli impegni iniziano ad essere tanti, sia perché in questi grandi premi le cose non vanno mai come pronosticato, c’è sempre qualcuno che ci rimane male, c’è sempre qualche colpo di coda. Soprattutto si hanno sempre delle sorprese. Come in questo caso.
Il Premio Nobel per la Letteratura edizione 2013 è Alice Munro.
Una donna, e da quando è stato instituito il premio lo hanno vinto solo 13 donne, il che è assurdo e rinforza la mia convinzione sul fatto che il mondo della grande editoria, di chi fa la “letteratura odierna” è un mondo predominato da maschi, maschi che spesso non si accorgono del valore delle donne, che restano delegate nella “romance per casalinghe” frustrate, quando invece, molto spesso, hanno una sensibilità molto più accesa e spiccata.
Ma torniamo alla vincitrice… so che molti si staranno facendo questa domanda:
Chi Alice Munro?
Alice Ann Munro, nata Laidlaw è nata in Canada il 10 luglio 1931ed è una autrice di racconti ed è largamente considerata una delle migliori scrittrici di narrativa. La Munro ha vinto 3 volte il premio del Canada’s Governor General’s Award per la narrativa. Le sue storie si focalizzano sulle relazioni umane viste attraverso le lenti della vita quotidiana e molto spesso sono ambientate in Ontario. È stata spesso definita come “La Chekhov canadese”.
Ha affermato sullo scrivere racconti brevi:
“For years and years I thought that stories were just practice, till I got time to write a novel”
“Per anni e anni ho pensato che i racconti fossero solo per pratica, finché non trovavo tempo per scrivere un romanzo.”
La potete trovare su Twitter
Ammetto che io non sono molto amante dei racconti, perché amo molto perdermi in una storia e il racconto mi lascia sempre un amaro in bocca, quello del “è finito troppo presto” anche quando ha una sua conclusione, ma in qualche modo ora sono estremamente curiosa di leggere qualcosa di suo…
Cosa ha scritto?
- Dance of the Happy Shades (1968) “La danza delle ombre felici” (1994)
- Lives of Girls and Women (1971)
- Something I’ve Been Meaning to Tell You (1974)
- Who Do You Think You Are?, pubblicato anche col titolo The Beggar Maid (1978) “Chi ti credi di essere?” (2012)
- The Moons of Jupiter (1982) “Le lune di Giove” (2008)
- The Progress of Love (1986) “Il percorso dell’amore” (1989)
- Friend of My Youth (1990) “Stringimi forte, non lasciarmi andare” (1998)
- Open Secrets (1994) “Segreti svelati” (2000)
- Selected Stories (1996)
- The Love of a Good Woman (1998) “Il sogno di mia madre” (2001)
- “Hateship, Friendship, Courtship, Loveship, Marriage” (2001) “Nemico, amico, amante…” (2003)
- No Love Lost (2003)
- Vintage Munro (2004)
- Runaway (2004) “In fuga” (2004)
- Carried Away: A Selection of Stories (2006)
- The View from Castle Rock (2006) “La vista da Castle Rock” (2007)
- Too Much Happiness (2009) “Troppa felicità” (2011)
Una produzione che non sembrerebbe ma è molto ricca. Ma oggi ve ne voglio presentare uno, perché andiamo, non stiamo mica qui a raccontare barzellette, questo è un blog in cui si parla di libri. Ho sfogliato un po’ e ho scelto “Runaway” tradotto con il titolo “In fuga” per Einaudi.
Di cosa parla il libro?
È un libro di storie straordinarie sull’amore, e i suoi infiniti tradimenti e sorprese, dalla storia del titolo su una giovane donna che, anche se pensa che lo vuole, è incapace di lasciare il marito, a tre storie su una donna chiamata Juliet e le emozioni che complicano la lussuria delle sue relazioni intime. Nelle mani della Munro, le persone su cui scrive – donne di tutte le età e circostanze, e i loro amici, amanti, genitori, e bambini – diventano vividi come i nostri vicini di casa. È il suo dono miracoloso quello di rendere queste storie reali e indimenticabili.