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Sprazzi televisivi del dopocena

Creato il 14 marzo 2011 da Lucas
Per capire l'evoluzione del Ferrara televisivo è interessante guardare Blob, per ovvie ragioni di archivio. Anche stasera preziosi estratti di Ferrara coi capelli lunghi, vent'anni meno, completo bianco e faccia madida di sudore. Poco dopo, su La 7, a 8½, Lilli Gruber ha domandato all'ospite Eugenio Scalfari perché non accettasse il duello "televisivo" propostogli da Ferrara. La replica del Fundador (più o meno): «Io non fuggo il confronto, soltanto lo faccio coi miei pari». Sono curioso di ascoltare la replica elefantiaca.Mentre aspettavo Qui Radio Londra, mi sono trattenuto due minuti sul TG1: non pensavo fosse così vomitevole, giuro. Ho visto la fine di un servizio sull'appartamento monegasco dell'affaire Tulliani. Di poi servizio per criticare Saviano sulla "falsa" citazione presa da Croce: intervista alla nipote del filosofo, non a Saviano. Poi, da ultimo, brevissima promo della puntata di Montalbano con la rapidissima intervista a Luca Zingaretti. Il conduttore ridente, Attilio Romita, fa una domanda di prassi all'attore dandogli del tu. Zingaretti risponde dandogli del "lei". Il conduttore, sempre ridente, si rivolge di nuovo all'attore con il "tu" per domandargli della presenza di Belen sul set. Zingaretti desiste, e risponde come può, evitando di rivolgersi direttamente a Romita.Di poi vedo Ferrara, con una puntata "filosofica" sulla paura provocata dal cataclisma giapponese e sul mirabile comportamento simbolico di tale popolo. Parla del creato. Creato da chi? Un ateo, anche se devoto, resta sempre un ateo. Parlare del creato presuppone un Creatore, no?Infine, mi sposto su France 2. Confronto in fine Journal du 20h tra Cohen Bendit (ecologista, contrario al nucleare) e uno dei precedenti ministri gaullisti (mi sfugge il nome) favorevole al nucleare. Dibattito acceso. Mi ha colpito una cosa: il nuclearista, sempre e comunque favorevole alle centrali in Francia e contrario all'apertura del dibattito sulla loro opportunità, a un certo punto si esprime così (più o meno): «In Europa, tranne in Italia o in Grecia, le centrali nucleari non corrono alcun pericolo paragonabile a quello delle centrali Giapponesi. E io resto ancora favorevole al loro utilizzo e alla loro costruzione salvo che in quei due paesi». Caspita, ma non sarebbero i francesi i nostri, eventuali, partner industriali per la costruzione di nuove centrali nucleari?

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