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Sprofondare nell'autunno

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Ci risiamo, c'è qualcosa di magnetico nell'aria, una frenesia che non si comprende e che ti scombussola dentro, la sensazione più orrenda dell'anno, intrisa del buio che ha raggiunto il pomeriggio e alimentata dalla consapevolezza che andrà peggio per i prossimi mesi. Il freddo poi è ciò che più di tutto colpisce, una brezza leggera e piacevole che diventa il grido gelato di un autunno sempre più spoglio, macchiato e morente negli alberi quanto nella luce, velata e più debole.
In questo periodo il menestrello è colpito dal più grande dei mali. La rapidissima discesa delle ore diurne, unita all'autunno incombente causa fin dalle prime avvisaglie una repentina perdita di motivazione nello scrivere... è qualcosa di magnetico e come si manifesta tutto ciò che scrivo diventa automaticamente spazzatura.
Ho passato anni nel tentativo di capire cosa mi spingesse a scrivere e come migliorare il mio modo di lavorare, anche se si tratta di una passione, la prendo come un lavoro perché solo imbrigliandola e dandole degli obiettivi può crescere. Ci sono però periodi dell'anno in cui persino con la determinazione e lo sforzo non riesco.
Sprofondare nell'autunno
Quindi abbiamo una storia, anche abbastanza divertente da scrivere, in cui i protagonisti si trovano sospesi e l'azione li obbliga a fare delle scelte poco piacevoli, c'è un po' di suspance su ciò che succederà nel momento in cui tutti sapranno tutto il resto e lo spannung finale che mi auguro di portare avanti senza intoppi. Non dico che è tutto già scritto nella mia testa, ma ci siamo molto vicini, specie perché non ho bisogno di magheggi come espedienti narrativi o simili, ma devo solo scrivere la storia così com'è.
Questo autunno però è un peso che non riesco a togliermi e la cruenta discesa nel freddo di questi ultimi giorni mi ha traumatizzato ancora di più, obbligandomi semmai a fermarmi per rifugiarmi in altre attività. Persino la lettura non alimenta in alcun modo i miei scritti, lasciandomi con la gelida consapevolezza che ottobre sta passando e il sottoscritto non ha ancora finito di scrivere il capitolo previsto per la fine del mese.
La difficoltà di mettere una parola davanti all'altra è tanto frustrante, quanto la consapevolezza che il mese prossimo sarà peggiore e che neanche a farlo apposta sarò in ritardo con qualcosa d'importante che mi ero prefissato di finire per l'anno nuovo. Chissà, magari l'inverno porterà una sferzata di frenesia e se non la neve a natale almeno avrò finito il lavoro, ma dubito che sia così: il sole e la piacevolezza di sentire il suo calore sulla pelle sono sensazioni sempre più remote, e come una pianta, senza di esse mi sento spoglio e privo di forza.

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