Per continuare la carrellata su stage e tirocini, gratuiti o retribuiti, ci siamo rivolti ad un professionista, Simone Sgueo, responsabile risorse umane per Save the Children. L'esperienza che ci racconta può essere letta in molti modi, ma ci teniamo a sottolineare due aspetti: l'intraprendenza del percorso e la serietà delle organizzazioni che lo hanno permesso. La parola ora passa all'esperto, buona lettura! «Quando mi iscrissi all’università avevo idee ben diverse su quello che avrei voluto fare, la laurea in scienze della comunicazione doveva essere l’approccio al mondo dei media, ed in particolare del giornalismo, quello da freelance, quello che nel mio mito era impersonato da figure quali Tiziano Terziani, quindi l’inviato che vive il posto, e racconta gli eventi dal vivo. Poi le occasioni lavorative stesse mi hanno pian piano avvicinato al mondo delle risorse umane, un mondo che è divenuto presto una passione. Presa la prima laurea avevo già accumulato un po' di esperienza in questo mondo, lavorando nella gestione amministrativa di una società di sicurezza romana. Ovviamente la mia propensione all’internazionalità non poteva prescindere da una esperienza all’estero, che unità alla mia passione persona per la conoscenza trovò sfogo in un lungo viaggio di svago-studio e lavoro in Australia, dove riusci a mettere a posto lo sgangherato inglese frutto standard dell’istruzione italiana». «Tornato in Italia dopo poco meno di un anno, potevo dirmi sicuro di iniziare una vera esperienza di lavoro, intesa come il lavoro che mi professionalizzasse e mi specializzasse in quello che volevo fare. Un passaggio per un master era d’obbligo in un paese in cui all’università studi tantissime teorie ma pratichi zero, e quindi affrontai questa avventura di Master in gestione del personale di 6 mesi a tempo pieno, esperienza importante, entusiasmante e che oggi non posso che consigliare ai giovani che mi chiedono come avviarsi al mio lavoro». «Dopo il master l’approdo al primo lavoro pagato è passata per ben due stage, uno non retribuito in una agenzia per il lavoro, vera nave scuola per chi ha la passione in HR, soprattutto per ciò che concerne la crescita in skill trasversali come la gestione dei carichi di lavoro e dello stress, oltre ad insegnarmi le basi del recruiting, la selezione, la scrittura e lettura di un CV,…Il secondo stage fu invece voluto, era la possibilità di fare il salto in azienda, vedere l’HR non più dal punto di vista del servizio, e quindi dell’agenzia, ma internamente ad una realtà multinazionale che rifletteva bene il mio spirito, la mia voglia di fare e d’essere. Lasciai un contratto dipendente per questa sfida ed oggi, nonostante tutte le difficoltà e vicissitudini, è una scelta che rifarei altre 100 volte. Lo stage si è tramutato in un contratto di lavoro, ed io in un sempre più professionista di un mondo che ormai mi aveva del tutto affascinato e catturato». «Da allora ad oggi ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, ma certamente non smetto di consigliare, e quindi di fare in prima persona, una costante e giornaliera analisi delle mie necessità, dei fabbisogni, delle mie carenze, pensando a come poter migliorare i miei skills perche questi siano di utilità per l’organizzazione per la quale lavoro. Formazione costante quindi ed impegno quotidiano è il consiglio da dare a chiunque ed in qualunque attività voglia arrivare ad essere una voce autorevole, criterio ancor più valido per chi vuole fare il nostro mestiere». Simone Caroli
Magazine Carriere
Stage gratuito e carriera: l’esperienza di un lettore
Creato il 22 gennaio 2014 da Propostalavoro @propostalavoro
Per continuare la carrellata su stage e tirocini, gratuiti o retribuiti, ci siamo rivolti ad un professionista, Simone Sgueo, responsabile risorse umane per Save the Children. L'esperienza che ci racconta può essere letta in molti modi, ma ci teniamo a sottolineare due aspetti: l'intraprendenza del percorso e la serietà delle organizzazioni che lo hanno permesso. La parola ora passa all'esperto, buona lettura! «Quando mi iscrissi all’università avevo idee ben diverse su quello che avrei voluto fare, la laurea in scienze della comunicazione doveva essere l’approccio al mondo dei media, ed in particolare del giornalismo, quello da freelance, quello che nel mio mito era impersonato da figure quali Tiziano Terziani, quindi l’inviato che vive il posto, e racconta gli eventi dal vivo. Poi le occasioni lavorative stesse mi hanno pian piano avvicinato al mondo delle risorse umane, un mondo che è divenuto presto una passione. Presa la prima laurea avevo già accumulato un po' di esperienza in questo mondo, lavorando nella gestione amministrativa di una società di sicurezza romana. Ovviamente la mia propensione all’internazionalità non poteva prescindere da una esperienza all’estero, che unità alla mia passione persona per la conoscenza trovò sfogo in un lungo viaggio di svago-studio e lavoro in Australia, dove riusci a mettere a posto lo sgangherato inglese frutto standard dell’istruzione italiana». «Tornato in Italia dopo poco meno di un anno, potevo dirmi sicuro di iniziare una vera esperienza di lavoro, intesa come il lavoro che mi professionalizzasse e mi specializzasse in quello che volevo fare. Un passaggio per un master era d’obbligo in un paese in cui all’università studi tantissime teorie ma pratichi zero, e quindi affrontai questa avventura di Master in gestione del personale di 6 mesi a tempo pieno, esperienza importante, entusiasmante e che oggi non posso che consigliare ai giovani che mi chiedono come avviarsi al mio lavoro». «Dopo il master l’approdo al primo lavoro pagato è passata per ben due stage, uno non retribuito in una agenzia per il lavoro, vera nave scuola per chi ha la passione in HR, soprattutto per ciò che concerne la crescita in skill trasversali come la gestione dei carichi di lavoro e dello stress, oltre ad insegnarmi le basi del recruiting, la selezione, la scrittura e lettura di un CV,…Il secondo stage fu invece voluto, era la possibilità di fare il salto in azienda, vedere l’HR non più dal punto di vista del servizio, e quindi dell’agenzia, ma internamente ad una realtà multinazionale che rifletteva bene il mio spirito, la mia voglia di fare e d’essere. Lasciai un contratto dipendente per questa sfida ed oggi, nonostante tutte le difficoltà e vicissitudini, è una scelta che rifarei altre 100 volte. Lo stage si è tramutato in un contratto di lavoro, ed io in un sempre più professionista di un mondo che ormai mi aveva del tutto affascinato e catturato». «Da allora ad oggi ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, ma certamente non smetto di consigliare, e quindi di fare in prima persona, una costante e giornaliera analisi delle mie necessità, dei fabbisogni, delle mie carenze, pensando a come poter migliorare i miei skills perche questi siano di utilità per l’organizzazione per la quale lavoro. Formazione costante quindi ed impegno quotidiano è il consiglio da dare a chiunque ed in qualunque attività voglia arrivare ad essere una voce autorevole, criterio ancor più valido per chi vuole fare il nostro mestiere». Simone Caroli
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