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Stai cercando il tuo pubblico?

Da Marcofre

cerca il tuo pubblico

 

È una domanda che io non mi sono mai fatto sino a qualche mese fa. Benché sapessi che un libro è un prodotto, non ho mai affrontato questo argomento in modo serio. In fondo, quando pubblichi il tuo libro in digitale, che fai? Lanci l’esca, e attendi. Pieno di speranza. Il tempo passa, qualcosa vendi… E poi? E poi non vendi più niente.

Ci sono un’infinità di buone ragioni che spingono il tuo (il mio) libro ai margini. Non è abbastanza buono (perché quelli che vendono sono tutti molto buoni, vero?). Non è in sintonia con i gusti del pubblico (prima di ogni “caso letterario”: per il “caso letterario” non esiste mercato, né nicchia).
La realtà temo sia più semplice e allo stesso tempo più complessa: non conosci il tuo pubblico. E non è facile scovarlo!

Trova il tuo pubblico

Non si può parlare a tutti, così come tu non puoi piacere a tutti. Devi rivolgerti a un preciso tipo di pubblico utilizzando il suo linguaggio, in modo che tu possa catturare la sua attenzione e affinché sia interessato alla tua proposta. Lo so cosa stai pensando:

Tutto questo è atroce! La mia creatura ridotta a merce!

È così che funziona.
Hai presente quella gente che in televisione proclama che “Il libro è un’altra cosa, il libro non è un prodotto”? Lo può fare perché alle loro spalle, nell’ombra, un efficiente ufficio marketing fa il lavoro sporco. Quello che essi considerano lavoro sporco, ma che permette a una bella fetta di gente di portare a casa la pagnotta. Però essi non lo vedono, credono di essere in quello studio televisivo, o radiofonico, o di rilasciare l’intervista o ancora di incontrare il pubblico grazie alla bontà della loro opera.

O marketing o muori

Senza un po’ di marketing la bontà sfiorisce. Per questo un editore di se stesso deve considerarsi come un’azienda che o vende i propri prodotti, o muore. Il passo successivo, a mio parere, è capire dove sei. Per esempio: se copi il modo di fare di questo o quello, sei in un guaio. È inutile e ridicolo studiare la strategia di Stephen King: lui è Stephen King, ricordi? Tu no. Sei un perfetto sconosciuto.

Se viceversa capisci che il blog non è un’altra cosa, ma il proseguimento di quello che sei al bar, al lavoro, alla fermata della metro… Ecco, va già meglio (certo: se al bar e al lavoro sei un certo tipo di persona… allora sei sempre nei guai).


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