Come Inception insegna, mi sono ritrovato alla fermata di un autobus senza sapere come, ma questo posso dirlo solo adesso che sono sveglio e so che era un sogno. Non so dove fossi, poteva essere Londra come Bologna come nessuna delle due o entrambe, so solo che c’erano il sole e, sul marciapiede, questa panchina rossa riparata da una lastra di plexiglas, con da una parte la strada e dall’altra il marciapiede e un ammasso erboso sùbito accanto.
Lui si mette a ridere e risponde: «Da qui al processo possono succedere tante di quelle cose…»
«Tipo un’altra legge ad personam?»
Ride ancora e si alza in piedi sulla sedia, ma gli scivola un piede e cade sbattendo la testa contro il terrapieno erboso accanto al marciapiede. Mi precipito da lui mentre Gheddafi resta seduto, assopito con le braccia incrociate sul petto, anche quando cerco di svegliarlo strattonandolo dopo essermi accorto che mister B. sta perdendo sangue dalla testa: niente da fare, allora decido di telefonare al mio fumettaro di fiducia per dirgli di chiamare un’ambulanza e spiegargli la situazione.
Ma poi mi sveglio.
-m4p-
(*) Potete non crederci ma l’ho davvero sognato e volevo raccontarvelo…