I recenti sviluppi sul caso Stamina hanno fatto tornare alla ribalta il tema delle cellule staminali. Ma tutti sanno cosa sono? E soprattutto, lo sa chi dovrebbe occuparsi di informazione e divulgazione? Qui di seguito trovate alcune semplici concetti che, seppur non esauriscano nemmeno lontanamente l’argomento, potrebbero essere quanto meno utili ad orientarsi fra la miriade di notizie che leggiamo ogni giorno.
ALCUNI CONCETTI FONDAMENTALI
Le staminali sono cellule indifferenziate in grado di dare origine a diversi tipi di cellule del corpo mediante un processo che prende il nome di differenziamento cellulare. Esse si posso trovare in diversi compartimenti del nostro organismo e giocano un ruolo fondamentale in vari tessuti. Fondamentalmente le cellule staminali godono delle seguenti proprietà:
- non sono terminalmente differenziate
- posso dividersi senza limiti ma generalmente si replicano piuttosto lentamente.
- quando si dividono ciascuna cellula figlia ha due scelte: può rimanere una cellula figlia o può prendere un percorso che la porterà al differenziamento terminale facendola diventare una cellula specializzata.
Esse sono necessarie ovunque vi sia la necessità di un ricambio di cellule differenziate. Le staminali di un determinato compartimento danno origine alle cellule di quello specifico tessuto. Ne troviamo dunque diversi tipi: le staminali dell’epidermide che danno origine a cellule epiteliali, le staminali ematopoietiche che danno origine alle cellule del sangue e così via. Queste vengono definite multipotenti perché possono differenziare ma solo in una specifica categoria di cellule. Un discorso diverso va fatto per le cellule staminali embrionali che possono dare origine a qualsiasi tipo di cellula motivo per cui vengono definiti totipotenti.
Le cellule staminali possono essere prelevate dal midollo, dal tessuto adiposo, dal cordone ombelicale o dalla placenta. Per quanto riguarda l’uso degli embrioni notevoli problemi sono sorti per obiezioni di tipo etico e morale in quanto il loro prelievo porta alla distruzione dell’embrione.
In Italia la sperimentazione e l’utilizzo degli embrioni è proibito mentre già da diverso tempo si sono messe in atto terapie con staminali “adulte” (o mesenchimali). D’altra parte la ricerca sulle staminali embrionali non ha avuto i risultati sperati ed anche paesi nei quali era consentita la sperimentazione si sta via via focalizzando l’attenzione prevalentemente sulle cellule mesenchimali.
UTILIZZI
Ma quali sono gli utilizzi terapeutici? Le staminali vengono utilizzate già da parecchi anni per la cura di patologie maligne del sangue o del midollo osseo con recenti applicazioni nel campo della medicina rigenerativa. E’ possibile utilizzarle per la rigenerazione del midollo osseo danneggiato in seguito a trattamenti chemioterapici o radioterapici.
Tuttavia alcuni organi come cuore e cervello sembrano essere sprovvisti di compartimenti staminali. Non è dunque possibile prelevarle da donatori. Dopo ictus e infarti cardiaci i pazienti che hanno subito la morte di una porzione più o meno ampia di quei tessuti ne risentono spesso pesantemente. Se ad esempio si riuscisse a rigenerare il muscolo cardiaco danneggiato con l’utilizzo di cellule staminali i risultati sarebbero strepitosi. La ricerca fino ad alcuni anni fa si basava sull’utilizzo di cellule embrionali totipotenti prelevate dl cordone ombelicale. Questo metodo tuttavia non ha dato i risultati sperati perché le staminali sono spesso mal tollerate dal paziente. Essendo infatti cellule provenienti da un altro individuo non vengono riconosciute dall’organismo che le attacca considerandole come elemento estraneo. Questo obbliga all’utilizzo di farmaci anti-rigetto non primi di sgradevoli ed a volte gravi effetti collaterali. A tutto ciò si aggiungono le controversie di carattere etico sull’utilizzo degli embrioni.
LE ULTIME SCOPERTE
Negli ultimi anni tuttavia alcuni ricercatori hanno fatto una scoperta eccezionale che potrebbe porre fine una volte per tutte al problema. Sono riusciti a manipolare le cellule trasformando una cellula staminale mesenchimale in una cellula pluripotente attraverso l’espressione forzata di alcuni geni. Si tratta di una procedura geniale con la quale potrebbe essere possibile riportare le cellule adulte ad uno stadio primitivo di indifferenziazione e totipotenza. Nel 2007 il professor Shinya Yamanaka dell’università di Kyoto, coordinatore della ricerca è riuscito a trasformare fibroblasti umani in cellule staminali pluripotenti. La scoperta gli è valsa il premio Nobel per la medicina.
Tuttavia siamo ancora lontani dall’ottenere con assoluto successo una cellula specializzata e funzionale da una cellula adulta. È questo il motivo per cui, a fronte delle conoscenze attualmente possedute, il metodo Stamina di cui tanto si discute risulta così poco attendibile.
Ancora molti studi sono necessari e un eventuale utilizzo della terapia potrebbe avvenire solo fra alcuni anni. Ad ogni modo su una cosa possiamo essere certi: è questa la nuova frontiera della ricerca e qui risiede il futuro della medicina. Forse non siamo poi così lontani dalla possibilità di rigenerare qualsiasi tessuto del nostro corpo.
Marco D’Acunti