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Stanchezza

Creato il 25 maggio 2013 da Narratore @Narratore74

fiduciaDovete scusarmi. Oggi avrei dovuto pubblicare un altro articolo, la recensione del quarto volume di Walking Dead, ma le vicissitudini portano ai cambiamenti e cambiare fa bene.
Quasi sempre…

Quindi, sono qui, nella mia stanza, che scrivo con questa musica sotto. È rappresentativa (se capite il testo vi sarà tutto più chiaro), e dimostra ampiamente quanto la musica sia nostra amica, consigliera, compagna.
Sapete che c’è?
C’è che mi sono rotto.
Sono stufo, di tutto.

Legami, vincoli, rapporti più o meno stabili. A che servono?
Cioè, non fraintendetemi, non sono per l’isolamento, non quello forzato e malsano perlomeno. Ma tutto questo interagire, vivere in costante contatto con altre persone, anche vicine, si basa su un unico e imprescindibile presupposto: la fiducia.
La fiducia è tutto, è la molecola che tiene unito l’universo dell’interpersonale. Senza, tutto crolla.
E dopo c’è solo il delirio…
E il deserto.
Come fare per rimediare?
Bella domanda. A saperlo ci si farebbe i soldi, credetemi.

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Vi siete mai fermati a riflettere su quanto siano reali certi rapporti?
In effetti, a volerla dire tutta, molte volte siamo noi, con le nostre fantasie, i nostri desideri, che alimentiamo qualcosa che non esiste, che sembra sempre più importante ma che, a conti fatti, si riduce ad un unico e istintivo bisogno: far parte di qualcosa.
E corriamo, ci arrabattiamo per scavalcare montagne, cercando di esprimere quello che abbiamo dentro senza nemmeno sapere bene come andrebbe fatto.
Ma lo facciamo.
Perché abbiamo fiducia.
Perché ci crediamo…
E quando scopriamo che era tutto finto, assurdamente, ci sentiamo liberi.

Bello, vero?
E poi si rivede l’intero disegno, con tutte le sue sfaccettature, e scatta qualcosa.
Una molla.
Un interrutore.
Qualcosa…

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Siamo semplici bambole, che si divertono a fingere di vivere senza che nessuno gli dica come stanno davvero le cose.
Marionette, nelle mani di un disperato showman che ormai non sa più da che parte farsi per conquistare il suo pubblico. E quando arrivano i primi pomodori marci, le prime uova, ci getta da qualche parte per andarsi a riparare dietro una tenda.

Lo so, questo post non sembra avere molto senso. Ed è giusto così.
Perché non deve averne.
Se pensate che tutto questo sia scatenato dalle solite cose (fine di un amore, litigio con amico e così via…), be’, sappiate che non siete mai stati così fuori strada.
Qui siamo nel mondo delle metafore, nell’oscuro pozzo in cui tutto è il contrario di tutto e le uniche cose certe sono quelle che non possiamo vedere.

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Solo la fiducia è vera, o la sua mancanza per essere precisi, è quella a fare un cazzo di male cane.
Perché ci si credeva.
Ci si avrebbe potuto anche mettere la canonica mano sul fuoco…
Solo che stavolta il fuoco era vero e la mano adesso è dolorante.
Mutilata.

Morta…


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