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Stephen King, con le sue novelle racchiuse in Stagioni Diverse, ha lanciato a più di un regista una grande occasione di "mise en scène" cinematografica. Pensiamo ai film Le ali della libertà, oppure L'allievo, rispettivamente adattamenti de L'eterna primavera della speranza - Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank e del secondo racconto L'estate della corruzione - Un ragazzo sveglio. Nel 1986 Rob Reiner porta sul grande schermo L'autunno dell'innocenza - Il corpo, realizzando una pellicola che a tutt'oggi può essere considerata una delle più significative, degli anni '80, sul tema dell'adolescenza.
Stand By Me - Ricordo di un'estate è una voce che racconta, che ricorda appunto, una delle ultime volte in cui ci si sente davvero a un passo dal diventare grandi. Una delle ultime avventure vissute senza stare a pensare ai rischi e pericoli, vissuta solo per la voglia di viverla "fino all'ultimo respiro". Siamo a Castle Rock, una piccola cittadina dell'Oregon (Stati Uniti), è l'estate del 1959. Quattro ragazzini, prossimi al ginnasio, decidono di incamminarsi seguendo i binari del treno, alla ricerca di un cadavere. Gordie Lachance, Chris Chambers, Teddy Duchamp e Vern Tessio sono i piccoli eroi di questo ritratto dallo spirito combattente e avventuroso, ma dall'animo perso e impaurito su ciò che gli riserva il futuro. Ognuno di questi ragazzi infatti, nella loro diversità, nasconde un piccolo dolore comune. Che sia un padre furioso reduce dallo Sbarco in Normandia, oppure il peso di non essere morti al posto del fratello maggiore, quello più in gamba, con la testa sulle spalle e la passione per lo sport. Gordie (Wil Wheaton è il bambino, mentre Richard Dreyfuss l'adulto che racconta la storia) è la voce del film, lui ha il dono della fantasia e della scrittura, in crisi perché si sente strano e crede che il padre lo odii. Ma il migliore amico Chris, un giovanissimo River Phoenix, quello con addosso la condanna di un cognome che è sinonimo di delinquente, non perde occasione per dirgli quanto sia in gamba e lo ammiri. Il matto del gruppo è Teddy, quel Corey Feldman che abbiamo visto prima nei Gremlins di Joe Dante e dopo ne I Goonies di Richard Donner. Vern Tessio è invece Jerry O'Connel, ovvero il "nostro" amico Ultraman. Lo ricordiamo anche per aver preso parte a film come Jerry Maguire, Scream 2, Obsessed, Piranha 3D e l'ultimo Scary Movie.
A mettere i bastoni tra le ruote ai piccoli avventurieri è la banda nemica capitanata da Asso, un certo Kiefer Sutherland davvero cattivo. Durante questo cammino, metafora dell'adolescenza che sta per concludersi, sono diversi i momenti veramente drammatici e commoventi, ancora vivi nella memoria dello spettatore. Mi vengono in mente le lacrime di Chris quando si sfoga con Gordie, per non parlare del momento in cui, verso il finale, egli si dissolve nell'aria. Perché poi ripenso a quale tragica sorte si sia abbattuta su di lui, un altro bello e dannato da rimpiangere...quel momento è veramente triste. Penso alla rabbia disperata di un piccolo uomo che ha dovuto perdonare un padre violento, che gli ha persino cotto un orecchio, ma la rabbia esplode quando un vecchio offende proprio quell'uomo che ha tentato di ucciderlo quasi, si, un pazzo probabilmente che non si è mai ripreso dalla guerra, ma pur sempre suo padre. Mi viene in mente la storia di Sacco di lardo e la sua vendetta durante la gara tra mangiatori di torte, e il messaggio a tutti i bambini vittime di bullismo, in un modo un po' troppo colorito e "vomitevole" se volete, ma in ogni caso efficace e schietto, proprio come gli adolescenti. Perché alla fine, a ben vedere, è esattamente così che diventi grande. Parti in quarta per quella che ti si presenta come la più grande avventura della tua vita, quella che ti farà ottenere una rivalsa, la gloria. E nemmeno ti spaventa l'idea di vedere il corpo di un ragazzo della tua stessa età, senza vita buttato tra i cespugli. Un attimo prima saresti disposto a tutto pur di afferrare quella gloria, anche a tirare fuori una pistola e puntarla contro qualcuno. Poi però alla fine fai un passo indietro e decidi, con una telefonata anonima, di affidare tutto alla polizia. Ecco, in quel passo indietro tu diventi grande, non sei più quel bambino che canticchiava sui binari "Lollipop". In quel preciso momento tu, capisci che si "è giovani una sola volta, ma si può essere stupidi per sempre"...
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