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Stangata fiscale sui giochi. Monti miope o lungimirante?

Creato il 15 febbraio 2012 da Poli @PoliPoker_

Poker OnlineDopo il no del Goveno Monti alla candidatura di Roma per i giochi olimpici del 2020, il premier si occupa ancora di giochi, ma questa volta online, per varare un pacchetto “stangata” che aumenta le aliquote per poker e casino online, dal 0.6% all’1%, raddoppia il prelievo per i gestori e dichiara guerra ai bookmakers illegali, ovvero quelli sprovvisti di licenza che non pagano tasse in Italia.

Novità assoluta la criminalizzazione dei giocatori. Il pacchetto, al vaglio del governo, prevede infatti sanzioni fino a 10 volte le somme depositate o giocate su siti non autorizzati dallo Stato e il controllo avverrebbe attraverso la tracciabilità sui conti correnti bancari prevista dalla manovra estiva.

Istituti bancari, operatori finanziari e società di carte di credito dovranno comunicare ai Monopoli di Stato coloro che effettuano trasferimenti di denaro nei confronti di soggetti sprovvisti di licenza.

Saranno colpiti anche coloro che depositano una somma all’estero, con multe che possono arrivare fino al 200% della transazione.

La stretta fiscale fa parte di una serie di provvedimenti che, se approvati, renderanno all’erario ben 500 milioni di euro nel breve periodo e hanno come obbiettivo l’incremento del volume di gioco degli operatori .it nel lungo periodo.

 

Dopo le proteste dei players francesi contro PokerStars.fr relativamente al cambio della modalità di calcolo del rake, scelta obligata per l’eccessiva pressione fiscale, ragione che ha spinto colossi del settore come TitanBet ad abbandonare il mercato francese, anche l’Italia sembra voler adottare un regime fiscale oppressivo.

Impossibile non notare l’incongruenza tra il rilascio di nuove licenze (che saturano il mercato e riducono la profittabilità del mercato) e l’aumento della pressione fiscale.

A volte mi chiedo se i tecnici del governo abbiamo informazione che noi umani non abbiamo o se sono caprette che si credono furbi quando mettono le mani su uno dei pochissimi settori dell’economia italiana non ancora in sofferenza.

 

E’ possibile che il gambling online europeo andrà verso un’unificazione fiscale e i nostri tecnici desiderano costringere la maggior parte degli operatori ad avere una sede legale e una licenza in Italia per essere pronti a reclamare una fetta importante delle tasse che il mercato europeo del gambling online produrrà?

Dietro la nuova stangata…ci sono le stesse ragioni che hanno spinto il Nevada ad accelerare sull’approvazione della legge sul poker online intrastate, per essere il primo stato ad offrire licenze con la speranza che il Governo degli Stati Uniti apra ad una regolamentazione federale, nel quale le licenze del Nevada saranno da subito riconosciute.

 

Il Belgio ha optato per una soluzione giuridica molto diversa rispetto a quella italiana e francese, soprattutto per quanto riguarda la segregazione dei giocatori. I giocatori belga possono giocare su siti esteri presenti nella white list, ovvero su siti che hanno comunque una presenza fiscale nel paese, magari attraveso una joint venture con una società nazionale. Scelta che aumenta la competitività del mercato domestico, altrimenti troppo piccolo e dunque non profittevole.

Dunque il giocatore belga, stufo di giocare con i soliti 4, può legalmente giocare su PokerStars.it in quanto PokerStars.be gode di regolare licenza….e in caso di vincita, il player belga paga le tasse in belgio, mentre PokerStars.it paga le tasse in Italia.

Se il governo italiano costringe tutti gli operatori interessati al fiorente mercato del gambling online italiano ad avere una licenza e una presenza legale nel paese, il pacchetto stangata, nonostante sia protezionistico e oppressivo del breve periodo, potrebbe rivelarsi lungimirante….

Chissà….

 


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