Magazine Diario personale
Sono anni che laggente me lo nomina e a me tocca sempre rispondere con un evasivo "eh?! sorry, non parlo latino". Complice mio figlio, complici le feste, finalmente dico - d'accordo vediamolo. Sì, insomma, parlo di Star Wars. Prendo un vecchio episodio qualunque ed ecco che improvvisamente mi compare l'attore protagonista di quel film tragico e pesantissimo che è Shindler's list - che quindi associavo a grandi virtù, pathos etico e austerità morale -, indossare un accappatoio marrone in pubblico con la stessa nonchalance di uno che gira vestito, mentre incede con passo felpato in compagnia di un altro tizio fresco di brushing nonché svestito uguale. Con l'aria di chi fa una cosa perfettamente normale, essi discettano con disinvoltura di senati e repubbliche ultraterreni; prendono solennemente sul serio un manipolo di ranocchi dislessici che impartiscono ordini da sott'acqua stando seduti su una specie di seggiolone per minori di 18 mesi. Una sinistra e carnevalesca aria da Signore degli anelli - dopo l'incrocio forse incestuoso con My little pony - impregna l'atmosfera del film sin dai primi secondi. Senonché mi chiedo - perché a questo punto non metterci dentro anche che so il figlio illegittimo di Harry Potter nato dopo l'incidente coi Transformers 4 in occasione del pranzo domenicale di Peppa Pig (magistralmente interpretata da Amanda Lear), e non shakerarli nello stesso frullatore del tutto e niente a cui hanno già abbondantemente attinto per la sceneggiatura? No, chiedo. Già quell'avamposto di Halloween vestito di nero con la maschera di plastica fabbricata male mi pareva quanto meno discutibile. Ma anche agli scontri con le spade laser proprio non riesco a credere, nonostante tutto l'impegno di attori, regista, direttore della fotografia, ufficio marketing; tanto meno a quei robot antropomorfi telecomandati da un tizio verde con le orecchie a punta pelose. Per non parlare di quella specie di comitato direttivo trash di alieni con la gonna a strascico, che non voglio commentare per non urtare la suscettibilità dei tanti affezionati alla saga. Senza offesa per gli star wars dipendenti, la prossima volta che mi faranno la domanda, al posto del latino mi limiterò a un eloquente - mah vedi, è che non è il mio genere.